In ricordo di Antonio Barbatelli

E' passato un anno dalla morte di Antonio Barbatelli e ancora la sua famiglia aspetta di sapere notizie sulle circostanze della stessa.
Per chi non conoscesse la vicenda, la riassumo brevemente: Antonio Barbatelli, 20 anni di Napoli, il 24 agosto dello scorso anno esce di casa per andare nel bosco di Capodimonte a praticare footing e non è più rientrato. La famiglia preoccupata si reca al Commissariato di zona per denunciare la scomparsa del ragazzo ma, come sappiamo, non essendo minorenne, le ricerche devono iniziare 24 ore dopo la denuncia e, nel rispetto della legge, Antonio nel frattempo moriva in mezzo al bosco sotto una scarpata.
Ora gli interrogativi sono tanti: se le ricerche fossero partite subito il ragazzo si sarebbe salvato? Cosa è successo quella sera Antonio è caduto o è stato gettato in quella scarpata visto chi frequenta il parco? E' risaputo che specialmente nel tardo pomeriggio il parco è frequentato da tossicomani e da uomini che praticano la prostituzione. E' un anno che la famiglia cerca di sapere la verità contattando tutti i canali di informazione, ma finora niente di fatto.
La famiglia è anche stata lasciata sola dalle Autorità sia locali che nazionali ma in fondo Antonio era un ragazzo normale, figlio di operai. Se fosse stato il figlio di una persona importante al suo funerale ci sarebbe stato un viavai di auto blu. In compenso c'era la Napoli autentica, quel "popolo d'amore" come lo definisce Luciano De Crescenzo ed è proprio questo popolo che chiede giustizia per Antonio.
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