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In memoria di Ken Saro-Wiwa

 

Negare a un popolo il diritto all’auto determinazione per oltre cento anni, significa assoggettarlo alla schiavitù. Appropriarsi delle risorse di un popolo, non dando nulla in cambio, significa assoggettarlo alla schiavitù. Apropriarsi della terra di un popolo, che dipende soltanto dalla proprio terra per sopravvivere, negando qualsiasi forma di compensazione, significa condannarlo algenocidio.

Io accuso il gruppo etnico maggioritario che governa la Nigeria di praticare il genocidio del popolo Ogoni.
Io accuso le compagnie petrolifere che estraggono petrolio in Ogoniland di incoraggiare il genocidio del popolo Ogoni.
Io accuso la Shell e la Chevron di razzismo contro il popolo Ogoni, perché in Ogoniland portano avanti pratiche che non fanno in nessun’altra parte del mondo dove operano.

La devastazione della terra degli Ogoni, la completa distruzione dell’ecosistema Ogoni, la disumanizzazione del popolo Ogoni, la negazione del diritto all’educazione, del servizio sanitario e di altri servizi sociali, tutto ciò sta portando gli Ogoni sulla strada dell’estinzione.

Mi rivolgo alla comunità internazionale, al governo britannico, al governo statunitense, al governo giapponese, ai paesi della Comunità Europea che comprano petrolio dalla Nigeria di venire adesso in aiuto del popolo Ogoni e fermare questo genocidio.

Io accuso il governo nigeriano e le compagnie internazionali che estraggono petrolio in Ogoniland di genocidio. Credo che il Fondo monetario internazionale che da in prestito soldi alla Nigeria, nella convinzione che questi prestiti possano essere recuperati dai profitti dell’estrazione, stia incoraggiando il genocidio degli Ogoni.

Ringrazio chi mi ha ricordato che ieri era l’anniversario dell’impiccaggione di Ken Saro-Wiwa, poeta, scrittore e attivista nigeriano, morto per la causa del suo popolo, gli Ogoni. Un popolo che ha avuto la disgrazia di abitare una terra ricchissima di petrolio, il delta del fiume Niger.

E’ stato impiccato dopo un processo farsa per una finta accusa di incitazione all’omicidio. Ammazzando lui, e otto dei suoi compagni attivisti del Mosop, il governo si è tolto un bell’impiccio,continuando a fare gli interessi propri e quelli di multinazionali come la Shell

Compagnia che non a caso nel 2009 ha patteggiato un risarcimento di 15 milioni di dollari, evitando così un processo imbarazzante che avrebbe potuto provare il proprio coinvolgimento nell’assassinio.

Amnesty International ha diffuso il suo ultimo rapporto sulla situazione ambientale nel delta del Niger. Secondo l’organizzazione, la Shell dovrebbe cacciare un miliardo di dollari per cominciare a bonificare l’area, devastata anche da due perdite risalenti al 2008.

Questo è il video da cui è tratto il brano iniziale.

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