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Imprenditori, disoccupati e cassaintegrati. Le vittime della crisi si suicidano

Da quasi un anno è uscito il libro "Imprenditori suicidi", c’è una pagina Facebook dove in tanti mi avete scritto. Ebbene anche Patty, la donna che si è suicidata in veneto, era iscritta. Molti amici la ricordano, parlano di lei, si sentono in colpa per non aver capito. 

Caterina mi comunica quanto accaduto con un messaggio sulla pagina: “Stamattina si è impiccata una mia amica per la crisi..cazzo porca troia…puttana la miseria..ci siamo messe mi piace fin a l’altra sera, si è impiccata”.

Sulla crisi è stato detto tutto, o forse non è stato detto l’aspetto più nefasto: “La crisi è appena iniziata”. L’anno scorso ho intervistato decine di imprenditori, la rabbia era tanta, la delusione, il senso di impotenza, ma avevano speranza per il risultato elettorale, nonostante alcuni mi abbiano confessato di andare avanti grazie a psicofarmaci. 

Che dire? Paghiamo ogni giorno l’incapacità della classe dirigente italiana. Finora non si è mai tolto la vita un politico o un ex politico perché non arrivava più alla fine del mese o non riusciva a far fronte ai debiti. Continuano a togliersi la vita i cittadini italiani: piccoli imprenditori, disoccupati, cassintegrati, chi si sente calpestato. La situazione economica è disastrosa, sempre più italiani vanno a mangiare alla Caritas, frugano nei cassonetti, raccolgono ciò che resta nei mercati, dormono in macchina. Per evitare ciò cos’hanno fatto di concreto la politica, il sindacato, le associazioni di categoria? Nulla, anzi qualche settimana fa la regione Abruzzo ha perfino premiato l’amministratore delegato Fiat Marchionne, purtroppo il coltello dalla parte del manico ce l’hanno ancora loro.

Grandi imprese come la Fiat hanno succhiato soldi statali con il ricatto del lavoro (in trent’anni sono stati erogati 7,6 miliardi di euro), ma in realtà potevano esser già a produrre altrove, anzi vuoi vedere che quei soldi sono serviti per un investimento all’estero? Del resto nessun Governo ha mai controllato che fine facessero i soldi dei contribuenti. La priorità di Letta doveva essere il taglio delle spese per i loro privilegi, non l’aumento dell’Iva, delle sigarette, della benzina, manovre che colpiscono maggiormente chi ha poco. Basta pensare che il signor Mastrapasqua e tutti gli altri continuano a prendere stipendi milionari senza nessun taglio.

L’Italia è al collasso, ma i manager pubblici possono avere uno stipendio da 300, 400, 500, 600 milioni l’anno? Com’è possibile? Stessa cosa per i manager privati (Fiat in crisi e Marchionne stipendio da 6 milioni di euro). La politica grida allo scandalo per il miliardo di euro di stipendi di Mastrapasqua, la stampa riporta la notizia, gli italiani si incazzano e poi, il giorno dopo, chi non ce la fa ad andare avanti si suicida nell’indifferenza più totale.

Gli imprenditori salutano Patty dalla pagina Imprenditori suicidi così:

“Oggi accompagneremo Patty nel suo ultimo viaggio tra noi..resta sempre l’angoscia di non aver potuto capire il dramma che stava vivendo…..essendo pure nel nostro gruppo di fb..da anni..sempre col sorriso, sempre gentile….poi il pomeriggio si è impiccato un’altro in veneto..perchè aveva un mutuo….morti terribili da digerire, considerando che mai e poi mai era successo in Italia..e dalle mie informazioni la crisi è studiata a tavolino..e questo sarà la molla che deve trainarci per lottare contro questi animali”

 

Foto: Olifja/Deviantart

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.60) 21 ottobre 2013 17:52

    Bisogna votare Forza Nuova, tirate fuori le palle italiani, basta votare chi ci ridotto in mutande, sveglia!!! In Francia lo hanno già capito! Non suicidatevi, ribellatevi!!

    • Di (---.---.---.132) 21 ottobre 2013 19:33

      Hai perfettamente ragione . Anche perché grillo non fa nessun tipo di opposizione ma solo parole. Bisogna reagire basta stare a guardare. La situazione richiede una risposta forte che sicuramente dal popolo italiano non arriverà mai. Troppo abituati che siano altri a risolvere i loro problemi.

  • Di (---.---.---.84) 21 ottobre 2013 19:35

    Ma perché anziché suicidarvi non vi ribellate a questa nauseabonda accozzaglia politicante? Come mai trovate il coraggio per suicidarvi e non quello per prenderli a legnate? Perché somigliate sempre più al gregge guidato verso il macello? Ieri tifavate Berlusconi, poi lo avete fatto con quel somaro di Monti e adesso lo fate col postfascista Letta. Chi sarà il prossimo? Non sarebbe meglio se anziché suicidarvi, facendovi uccidere due volte, reagiste energicamente sulle strade travolgendo chiunque si frapponga fra voi e loro? O in quel caso celebrereste la vostra DIGNITA’ e non potete farlo perché italioti? Coraggio:REAGITE! Vedrete che solo allora le cose cambieranno!

  • Di David Asìni (---.---.---.163) 21 ottobre 2013 23:05
    David Asìni

    Gent. Samanta, Lei scrive: "Paghiamo ogni giorno l’incapacità della classe dirigente italiana"; mi permetto di dissentire. La classe politica italiana non e’ incapace, ma semplicemente persegue i suoi obiettivi, che sono altri e diversi rispetto a quelli del paese. Alla base di questo ci sono gli italiani, dotati di senso civico cosi scarso da votare l’invotabile da tempo immemorabile. Per risolvere la crisi, ci vorrebbero gli elettori svizzeri, e null’altro. Cordialita’.

  • Di (---.---.---.32) 27 ottobre 2013 14:17

    Ecco il tragico epilogo della repubblicaccia lurida e infame, nata dai brogli elettorali del 1946 voluti dai partigiani assassini guidati dal tagliagole sovietico Togliatti e dal lurido muratore Sandro Pertini.
    Ogni giorno un imprenditore si uccide, un uomo che ha dato l’anima per creare impresa e portarla magari alle vette dell’economia internazionale.
    Ma questa è la repubblicaccia dove ancora ci si straccia le vesti per un assassino infame e manigoldo, il cui nome Gaetano Bresci sia sempre maledetto, si permette alla teppaglia bolscevica e operaia di sfilare per Roma distruggendo vetrine, si permette l’insulto verso un grande imprenditore come Silvio Berlusconi (discendente di un ramo cadetto dei conti Berlusconi), ma nulla viene fatto per arginare il degrado di questa nostra Patria, alla deriva come un barcone di negri africani ma che ad aspettarla non troverà contributi vitto e alloggio gratis come avviene per la feccia migrante.

    Come monarchico legittimista auspico il ritorno della tradizione interrotta 200 anni dalle pretese della plebaglia parigina che se avesse incontrato un grande uomo come Bava Beccaris ci avrebbe pensato due volte.

    VIVA IL RE

    co. Marco Lovison di Romentino

  • Di (---.---.---.23) 3 aprile 2014 16:35

    ciao come mi

    pure io o paura di svegliarmi ogni mattina vorrei non farlo più. lavoro 20 ore al giorno e non riesco a coprire le tasse e cose da pagare non poso più fare una spesa per dare da mangiare mia figlia oltre che imprenditore ... che disgrazia

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