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Immigrazione e omicidi: esiste una correlazione?

Negli ultimi anni tra i temi più dibattuti mediaticamente e politicamente c'è stato il legame tra aumento dell’immigrazione e la criminalità. Non sono mancati scontri pesanti, un effluvio di cifre e dati, e richiami all’emergenza e reazioni opposte.

Vediamo di analizzare i dati più certi statisticamente e trarne alcune considerazioni.

Sulla criminalità il dato più certo è quello sugli omicidi. Certamente è solo uno dei crimini, ma a differenza di altri tipi di violenza (si pensi agli stupri avvenuti tra le mura domestiche) non conoscono il problema della mancata denuncia in un numero rilevante di casi.

Cominciamo con il constatare che gli omicidi in Italia sono diminuiti dal 2005 al 2010, indicando come riferimento il tasso di omicidi ogni 100 mila abitanti:

È chiaro come sia proseguito un calo degli omicidi legati alla criminalità organizzata e parallelamente non vi sia stato un aumento dovuto ad altri fattori.

Negli stessi anni la proporzione fra stranieri e cittadini in Italia è aumentata significativamente, seppure in modo molto diseguale tra le regioni. Per questo motivo è interessante vederne tre:

Se vogliamo cominciare a cercare possibili correlazioni è interessante mettere in ordine le regioni per incidenza della popolazione straniera e vedere quanti omicidi (dati 2010) si siano verificati:

Emerge in modo evidente che le regioni meridionali, in cui gli omicidi sono rimasti su livelli superiori alla media nazionale, siano quelli in cui il tasso di immigrazione sia minore, si guardi in particolare alla Calabria.

Per fare osservazioni scientificamente più corrette, tuttavia, potremmo usare il tasso di correlazione statistica, in particolare l’indice di correlazione di Pearson (ovvero la covarianza delle due variabili divisa per il prodotto delle loro deviazioni standard).

Con questo indice confrontiamo le due serie di variabili, ossia il tasso di omicidi ogni 100 mila abitanti e il tasso di immigrati nella popolazione, per tutti gli anni considerati:

Pur se in leggera diminuzione, tra l’altro interrotta nel 2010, la correlazione negativa rimane netta.

Si possono osservare, prendendo una sola regione per volta come riferimento, le due stesse serie di variabili come cambiano nel corso degli anni:

Vediamo così che anche in Lombardia, dove la serie degli omicidi non ha subito il calo dovuto al cambio di strategia della criminalità organizzata, la correlazione rimane negativa, visto che ad un aumento deciso dell’immigrazione non è corrisposto un aumento degli omicidi, bensì l’opposto.

Naturalmente si potrebbe obiettare che l’impatto dell’immigrazione si avverte in misura maggiore su altri crimini di particolare allarme sociale (come rapine o stupri) ma, come detto, queste risentono di un bias (la mancanza di denunce) che gli omicidi non subiscono.

Se anche volessimo osservare la classifica europea degli omicidi scopriremmo che vi sono i 3 Paesi Baltici, Finlandia e Bulgaria ai primi 5 posti, con un tasso che va da 2 a 7 volte quello italiano. Stiamo parlando di Paesi con tassi di immigrazione minimi.

È allora interessante chiedersi quanta attenzione i media pongano in Italia ed Europa alle reali determinanti degli omicidi, che sembrano essere di natura mafiosa, o ancor più legati a fattori come l’alcol e la disgregazione familiare, e quanto spazio viene invece dato alle varie “emergenze immigrati”.

Foto: Marco/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.89) 20 ottobre 2013 15:59

    Su otto persone che finora hanno votato l’articolo, due l’hanno definito "Non interessante".
    Io l’ho letto e, nonostante non abbia la preparazione per valutarne la correttezza delle correlazioni e dei calcoli statistici, l’ho trovato interessante e come tale l’ho votato.
    Mi piacerebbe proprio che quelle due persone (e naturalmente chiunque abbia qualcosa da eccepire sul suo contenuto), spieghi i motivi del loro giudizio negativo.
    Non mi interessano, e penso non interessino a nessuno, risposte da razzisti, leghisti dell’ultima ora, autarchici, isolazionisti, ecc. ecc.
    Mi interesserebbe invece un commento (positivo o negativo non importa, purchè motivato), sulla sua validità da un punto di vista strettamente statistico-matematico.
    Ringrazio in anticipo chi vorrà rispondere.
    rBle

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