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 Home page > Tribuna Libera > Il sonno della ragione genera il bonus Renzi

Il sonno della ragione genera il bonus Renzi

Un piccolo reminder della grande abilità del nostro premier a costruire edifici sghembi. Nulla di inedito, ci scusiamo con quanti, leggendo queste righe diranno “ah, ma lo sapevo già!” Ma a volte è utile ricordare quei “dettagli” che finiscono nell’ombra o vengono seppelliti dalla propaganda.

Il bonus da 80 euro, presentato come “riduzione delle tasse” ma che tale semplicemente non è, ha molti difetti strutturali. Di alcuni abbiamo già detto: ad esempio, che se la motivazione di un simile provvedimento fosse quella di dare una spinta ai consumi, allora l’erogazione dovrebbe avvenire ordinando i contribuenti per reddito crescente, senza fare distinzione tra pensionati, dipendenti e -soprattutto - incapienti. Ciò non è accaduto, e di conseguenza la stessa erogazione non è ottimizzata in termini di impatto sui consumi. Ma questo lo sappiamo da subito.

Giova poi ricordare un altro dettaglio: prendete una famiglia in cui marito e moglie sono dipendenti (o assimilati), ed entrambi percepiscono un reddito individuale da 24.000 euro lordi annui. Questo nucleo familiare si porta a casa ogni mese 160 euro netti. Ora prendete un’altra famiglia, monoreddito, il cui percettore porta a casa 26.000 euro lordi annui. Ipotizzate pure che questa famiglia abbia prole, diciamo un paio di figli ma anche se fosse uno solo il discorso non cambierebbe. Ebbene, tale famiglia non riceve alcunché.

Ora (anzi, da quando il bonus è stato annunciato) un elevato numero di trombettieri ha annunciato correttivi per considerare questo dettaglio, così trascurabile da non essere stato preso in considerazione quando il provvedimento nacque. Oggi, che siamo sempre più in modalità nozze coi fichi secchi, state leggendo di estensione del bonus a famiglie monoreddito con prole, mediante corrispondente innalzamento della soglia di reddito. La copertura favoleggiata varia da poche decine a 2-300 milioni di euro. Questi sono tutti spifferi di propaganda, con qualche rara eccezione di buona fede, sia pure accoppiata a sprovvedutezza.

Come che sia, prendete atto che questo bonus è una creatura stranissima. Non è costruito secondo criteri di equità (per tutti i motivi che vi abbiamo appena spiegato) né di efficienza, perché si disinteressa di massimizzare l’impatto moltiplicativo sui consumi, ignorando i soggetti a minor reddito e l’economia dei nuclei familiari. Sarebbe interessante capire chi ha materialmente partorito l’idea di questo bonus, nei termini in cui ha preso corpo. Se è stato Renzi in persona oppure se la sua originaria idea-bozza è stata successivamente modificata da qualcuno dei suoi innumerevoli “consiglieri”. Comunque sia andata, diremmo che si è trattato di una rara manifestazione di insipienza. Però ci affascina cercare di comprendere perché è stato creato un simile sgorbio.

Nel frattempo, vi segnaliamo che è tornata Maria Teresa “butubum-butubum” Meli, ed è subito trionfo:

«Mogherini ha buone chance», continuano a ripetere i renziani. Ed effettivamente ottenere quella poltrona per il premier sarebbe molto importante: il segnale che l’Italia «conta in Europa», giacché Lady Pesc sarà anche la vice del presidente della Commissione europea, il che consentirà a Renzi di avere sulla sua scrivania tutti i dossier dell’Unione europea

Detta così, e visto il metodo assolutamente razionale col quale Renzi gestisce la propria scrivania, saremmo preoccupati per l’Europa.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.2) 28 agosto 2014 12:54

    BONUS dirottato >


    Non è fatto insolito che le prestazioni richieste e fornite dai lavoratori stagionali (barman, camerieri, commesse, ..) non siano regolarizzate in toto dalla busta paga.

    Esiste un compenso “globale” che in parte sfugge alle normative vigenti. Realtà nota ai sindacati di area.


    Ecco il punto.

    Anche a detti lavoratori è riservato il bonus di 80 euro.

    Se il suddetto compenso “globale” non aumenta il lavoratore non vede alcun beneficio. Non mette in tasca l’atteso aumento di 80 euro.

    Per contro lo stesso bonus (una volta riportato in busta paga) costituisce una “entrata extra” per il datore di lavoro. Di fatto risparmia alcune quote di 80 euro sul costo “globale” della prestazione.


    Quale alternativa?

    Per siffatta tipologia di contratti di breve durata serve una modalità attuativa tale da garantire il risultato annunciato. Come, ad esempio, dare l’incarico all’INPS, in sede di conguaglio ed erogazione dell’indennità di disoccupazione, di liquidare direttamente al lavoratore anche le quote di 80 euro maturate.

    Soluzione che gioverebbe alla “trasparenza” del rapporto gratificando realmente il solo destinatario titolato.

    Fare in fretta non sempre è fare beneCerti roboanti proclami sono tipici di un Dossier Arroganza ...

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