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Il saccheggio di Londra. Una testimonianza

Come tanti che hanno assistito in TV alle violenze di Tottenham, non avrei mai immaginato che si fosse potuta diffondere e causare tanta devastazione

Tottenham è un quartiere nel nord di Londra, effettivamente una zona della città da cui sembrava plausibile si potesse sviluppare il malcontento. Ma quando si iniziarono a diffondere notizie su rivolte scoppiate in aree come Croydon, Ealing e Hackney, si iniziò a sentire che qualcosa stava iniziando a scuotersi violentemente nell’aria. Londra è una grande città che conta più di 8 milioni di abitanti, ma i molti quartieri che la compongono sono così vicini e strettamente collegati e le rivolte a Hackney, che dista circa 2 miglia da dove vivo, avrebbero potuto facilmente ingrandirsi e arrivare alla porta di casa mia in un brevissimo lasso di tempo.

Avevo deciso di andare a un evento lunedì, ma uscendo dalla stazione della metropolitana per giungere a casa a prepararmi, lo scenario era decisamente diverso da quello di qualsiasi altro giorno ordinario. Vedere poliziotti a Londra non è di certo cosa inusuale, soprattutto dalle bombe del 2005, ma stavolta la vista degli enormi blindati della polizia e dei tanti uomini in tenuta antisommossa dava decisamente un senso di emergenza e di minaccia incombente.

In ogni caso ho raggiunto casa mia e ho acceso la TV e le immagini mi hanno riportato alla mente ciò che era successo a Parigi qualche anno fa. Gli aggiornamenti che circolavano erano costantemente accompagnati dalla raccomandazione di rimanere in casa e il mio Blackberry iniziava a squillare ininterrottamente stimolato dalla curiosità di amici e parenti che da fuori Londra si sinceravano che io stessi bene.

Vivo accanto a una stazione della polizia e da quando ho iniziato a capire che le stesse forze dell’ordine erano divenute, con il passar delle ore, un target da colpire, ho iniziato a preoccuparmi seriamente.

Erano così tante le scene di roghi di edifici e macchine della polizia bruciate, che non sono riuscito a chiudere occhio quella notte. Le strade erano più deserte di quanto non lo siano a quell’ora abitualmente e ciò rendeva le sirene della polizia e delle ambulanze ancora più assordanti. Ogni ora controllavo alla finestra che tutto fosse tranquillo e al sicuro e sobbalzavo a ogni cane che abbiava ogni strillo, ogni rumore di bottiglia che s’infrange.

Tutti a Londra si sono svegliati scioccati con ancora in dosso un senso di rabbia, vergogna, paura e orrore. Era incredibile che la situazione fosse peggiorata/arrivata fino a quel punto.

Il massacro alla TV e le immagini delle case a fuoco, dei negozi saccheggiati, e del completo stato di anarchia che le autorità erano chiaramente incapaci di controllare, stavano portando con sé una certa apprensione, mista a panico. Martedì sentivo che l’intera città era al limite, sull’orlo del. Le persone ovviamente erano in strada, andando in giro come in normalmente fanno in una Londra piena di turisti e scolaresche in vacanza in questo periodo, ma molti negozi chiudevano con largo anticipo, con i titolari intenti a sigillare finestre e porte con rinforzi supplementari.

Quando ho deciso di fare un salto nel supermarket di zona, mi sono reso conto che molti scaffali erano stati ripuliti. Le persone avevano iniziato ad accaparrarsi e a fare scorte di cibo. Mi sono preso un caffè con un amico, ma prefissando l’ora del ritorno a casa. In generale la tendenza dei cittadini è stata quella di uscire un pochino, preoccupandosi di tornare a casa presto per rimanervi al sicuro con le proprie famiglie. Alla sera di fronte casa mia ho sentito un trambusto: un uomo era stato arrestato e stava lottando con un poliziotto che cercava di trascinarlo alla stazione di polizia.

L’altra sera, in seguito al dispiegamento per le strade di ulteriori 6000 uomini delle forze il clima si era alleggerito, la situazione era più tranquilla. Ad ogni modo, nonostante non abbiano raggiunto il tasso di violenza presente a Londra in queste notti, le rivolte si sono allargate anche a Manchester e Birmingham. Tutti auspicano la fine di tutto questo, ma allo stesso tempo sono convinto, io come molti altri, del fatto che finché ciò che è alla radice del problema non viene risolto, sarà facile che eventi come quello di cui siamo stati testimoni, possano facilemente ripetersi in un futuro non troppo distante.

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