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 Home page > Tribuna Libera > Il redditometro per chi paga?

Il redditometro per chi paga?

Siamo arrivati anche al giorno del redditometro e del conseguente redditest, come per dire ora facciamo i conti. Come se gia i pensieri degli Italiani fossero sgombri da quelle problematiche con cui hanno a che fare in molti casi, ovvero quelle pensioni, la perdita di quei posti di lavoro e tanto altro dipendente finanche da quel rigore imposto al quale ci siamo sottoposti per la nostra Nazione e per quelle regole di stabilità dell'Eurozona della quale facciamo parte.

Pagare le tasse è un nostro dovere di cittadini e questo è noto, come pure dovrebbe esserlo quello di pagare le tasse in base ai propri redditi, da parte dello stato invece dovrebbe essere noto un dovere quei servizi offerti ai contribuenti come la Sanità, i trasporti, l'Istruzione, ma non è cosi. Lo Stato è corso ai ripari per quelle grandi evasioni stimate che pur esistono, escogitando quest'arma che pensiamo non potrà servire per chi si è immunizzato da tempo. Un deterrente solo per chi paga, tale può essere considerato il redditometro.
 
Molti vedono questo sistema come una nuova forma d'inquisizione tributaria come quella minaccia che gravita nell'aria come un pendolo che oscilla, ovvero come una tempesta che potrebbe arrivare anche nel pieno di una giornata di sole estiva, quel timore materiale per ingiuste sanzioni di un qualcosa di inesistente ma non corrispondente virtualmente a quella realtà.
 
Tale strumento dell'Agenzia delle Entrate tiene conto, a quanto pare, in modo automatico di eventuali spese per abbigliamento ed alimentari, ma allora decide lui quanto in piena autonomia, fino a prova contraria, vogliamo spendere? Se un impiegato dello Stato compra un capo di alta moda firmato è evasore, ed attirerà gli sceriffi di Sherwood? Siamo al ridicolo.
 
Si pensa davvero con tale strumento di stanare quei grandi evasori e non quei polletti che camminano con fuoristrada a cinque zeri e poi dichiarano quanto un pensionato? Uno stato altamente democratico come il nostro e nel quale quella democrazia cara è costata non dovrebbe incutere timori inesistenti ai propri cittadini con tali strumenti biechi, senz'anima e scevri da quella realtà che può contenere migliaia di sfaccettature per un popolo già soggetto a quel rigore.
 
La logica ed il buon senso di quei tecnocrati adotti a tale compito potevano risparmiare questa mortificazione e questo timore per quelle persone oneste che sono la stragrande maggioranza del Paese. Gli altri come sempre non avranno né timore, né mortificazione.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.80) 24 novembre 2012 17:55

    Ma il redditometro perché non lo applicano anche alle banche?
    Prima ci hanno tolto il denaro contante, ora arriva il redditometro (per i fessi), e poi, una volta definitivamente passati al denaro virtuale, adotteranno l’impianto dei chip rendendo così virtuale le elementari libertà personali! Questo ci attende! Ma nessuno se ne preoccupa. Per cui, il bello deve ancora venire. Ma nessuno se ne lamenterà: a imporlo sarà il trio ABC opportunamente spalleggiato da Re Giorgio I.

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