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Il re è nudo. Il conflitto di interesse sui media travolge Berlusconi

Il re è nudo. Il conflitto di interesse sui media travolge Berlusconi

Vada come vada l’inchiesta di Trani, ormai il re è nudo. Non che non lo fosse prima, ma ora è davvero evidente e una volta per tutte quanto sia profondo il conflitto di interessi incarnato da Silvio Berlusconi. E quale sia il centro di questo colossale conflitto di interessi: il sistema mediatico e radiotelevisivo. Già l’ipotesi per cui è indagato a Trani (per concussione e violenza o minaccia a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario (articoli 317 e 338 del Codice penale), reati che sarebbero stati compiuti ai danni, guarda caso, del Garante per le Comunicazioni, ci mostrano in quali condizioni sia ridotto il nostro sistema informativo.

Altro che editto bulgaro, altro che controllo sovietico dell’informazione. Qui saremmo perfino davanti a vere e proprie intimidazioni nei confronti di un’istituzione, un garante. Per quale ragione? Per bloccare trasmissioni, notizie, giornalisti, conduttori. Ovviamente del servizio pubblico. Tanto il resto è strettamente in mano alla società di famiglia e nessuna commissione di vigilanza (anche se supina) potrà mai sindacare.

Quando il presidente del Consiglio è proprietario di tre canali televisivi, concessionario di numerosi canali digitali, proprietario di una delle più grandi case editrici italiane, proprietario della maggiore concessionaria di pubblicità nazionale, ha il controllo diretto e indiretto (attraverso parenti e società associate) di quotidiani e settimanali, ha una figlia che siede nel consiglio di amministrazione di Mediobanca che ha quote del Corriere della Sera e inoltre controlla, sempre attraverso Mondadori, gran parte della distribuzione dei giornali in Italia, è stupefacente che si preoccupi di fare pressioni (la procura le definirebbe addirittura “violente”) nei confronti del garante per azzittire quel poco di non allineato che rimane in Rai.

Lo fa perché il re è nudo. Perché sente il fiato sul collo di una crisi politica latente che sta a un passo dall’esplodere ed è tutta interna al centro destra. Lo fa perché non può permettersi che vengano mostrate al pubblico le prove dei suoi innumerevoli fallimenti: dal miracolo di aver resistito alla crisi finanziaria (ci sono milioni di testimoni disoccupati ma invisibili a raccontarlo), il miracolo dell’emergenza rifiuti in Campania, il miracolo del terremoto in Abruzzo, il miracolo dell’immagine internazionale dell’Italia. Tutte fandonie, scenari da fiction, propaganda da minculpop. E per far credere gli italiani a questi miracoli era necessario controllare totalmente, militarmente, l’informazione. Ed è quello che è stato fatto. In ogni modo. Vada come vada l’indagine in corso a Trani.

E la notizia che Berlusconi è indagato a Trani (in buona compagnia, fra cui un membro del Csm) rischia di rimanere invisibile soprattutto sulle testate di quel servizio pubblico che sarebbero state oggetto delle “particolari attenzioni” del premier. Nonostante la sentenza del Tar che ha di fatto (per le televisioni private) ripristinato l’approfondimento politico sulle emittenti televisive il cda Rai ha riconfermato la cancellazione di Anno Zero, Ballarò, Porta a Porta e Ultima Parola.

E forse è questa la prova più evidente del terrore che Berlusconi ha di ogni voce che non sia suddita.

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