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Il progressivo declino dei testimoni di Geova

I testimoni di Geova? Sono una religione in crisi. Chi dice il contrario mente, perché in fondo a nessuno piace sapere che il proprio gruppo religioso possa essere in caduta libera. Ma evidentemente le acque dell’Apocalisse che dovevano prosciugarsi per le altre religioni sembra che si stiano prosciugando solo per i testimoni di Geova.

La Torre di Guardia negli ultimi tempi sta attraversando una crisi finanziaria senza precedenti. Se fosse una società per azioni sarebbe già fallita. Ma è un’associazione religiosa e certe incombenze le sono per ora risparmiate. Il Corpo Direttivo piange miseria e continua a diffondere video dove espone il problema della crisi di liquidità dell’organizzazione. La sede centrale americana è stata venduta. Numerosi immobili di proprietà del gruppo sono stati ceduti. I principali progetti di costruzione sono stati fermati. Decine di pastori sono stati mandati a casa per ridurre i costi: la società ha inviato loro lettere di commiato, con tanti saluti e l’invito a cercarsi un altro lavoro.

Le esortazioni a contribuire finanziariamente sono sempre più pressanti e sempre più insistenti. Ai congressi si comunica continuamente un deficit di migliaia di euro per incentivare le offerte. Il denaro sembra non bastare mai. Hanno perfino tassato le congregazioni: da oggi le contribuzioni dovranno essere obbligatorie e non più volontarie. Manca il cash nelle casse e in un modo o nell’altro bisogna pure far fronte ai debiti. Molti, però, hanno smesso di fare l’elemosina alla Watch Tower. Vogliono sapere che fine fanno i soldi. Si chiedono come mai se gli immobili vengono venduti e i costi vengono tagliati il Corpo Direttivo continua a chiedere soldi in quantità industriale.

La spiegazione è molto semplice: gli abusi sessuali sui minori commessi dai testimoni di Geova in tutto il mondo hanno portato la società a un notevole esborso finanziario. Decine di vittime sono state risarcite con milioni di euro. Un autentico salasso si è abbattuto sulle fortezze finanziarie della Torre di Guardia che faceva dell’omertà il suo modus operandi. Ma il muro è crollato, e ha dissanguato le finanze del movimento. In una sola causa, quella di Candice Conte, la Torre di Guardia ha dovuto sborsare ventotto milioni di dollari, poi ridotti a tre. Altre cause si stanno moltiplicando come i pani e i pesci negli Stati Uniti, in Canada, in Australia, in Inghilterra, in Olanda, in Belgio. Molteplici vittime della pedofilia hanno trascinato il movimento nelle aule dei tribunali. Vogliono giustizia, e la vogliono da fonti umane, ancora prima che da quelle divine.

La pedofilia è stata l’11 settembre dei testimoni di Geova. Il clamore mediatico sollevato dallo scandalo è stato fragoroso e ha travolto un movimento che parla di moralità e poi pratica l'immoralità. La questione è finita nelle aule dei tribunali e da lì è rimbalzata su giornali, telegiornali, forum, blog e siti Internet di migliaia di fedeli che hanno cominciato a chiedersi se la setta fondata da Charles Russell nel 1870 non sia ormai degenerata in una sistematica copertura dei pedofili. A poco sono servite le difese del Corpo Direttivo che si contraddicevano l’una con l’altra. Le loro scuse non hanno incantato più nessuno. E così molti hanno abbandonato la nave, liberandosi da un vero fardello.

Intanto, i dissidenti hanno fatto la loro comparsa sulla rete. Si stanno moltiplicando giorno dopo giorno. Sono sempre più numerosi e sempre più seguiti. Hanno invaso il web con i loro blog e stanno spiattellando vita, morte e miracoli di un movimento che paga il prezzo delle sue politiche autoritarie e liberticide. Quello che la Torre di Guardia per anni ha nascosto negli anfratti più reconditi degli armadietti, loro lo stanno sventolando al sole; e quello che il Corpo Direttivo ha sussurrato nelle stanze interne della Betel americana, loro lo stanno annunciando sui tetti. Ma non sono soli: sono una legione unita e compatta che ha scatenato un’offensiva mediatica preponderante, spiattellando sul web informazioni riservate e notizie compromettenti.

Il Corpo Direttivo fa quello che può per contrastare l’avanzata dei dissidenti, ma le sue iniziative sono blande come bolle di sapone. Si limita ad avvertire i fedeli a non leggere materiale critico sui testimoni di Geova, ma non c’è nulla da fare. Le notizie circolano veloci, pervadono le piattaforme, strisciano su Facebook e Istagramm, riempiono i forum. E’ impossibile non leggerle. E infatti molti le leggono e finiscono per interagire con i dissidenti, fornendo loro informazioni sensibili su quanto avviene nell’organizzazione. Nella sede centrale, come nelle filiali di tutto il mondo, decine di “corvi” hanno dato via a una colossale fuga di notizie, pubblicando documenti preziosi e lettere riservate. Non c’è verso di contenerli, tantomeno di zittirli.

I continui cambianti dottrinali si stanno rivelando una Caporetto per la Torre di Guardia. Le sue profezie sulla fine del mondo sono miseramente fallite, come le molteplici date che hanno stabilito e che sono state tutte puntualmente smentite dai fatti. Ciononostante l’organizzazione continua a tenere in piedi il gioco, rivestendo i suoi messaggi di nuovi significati, spostando le date, manipolando gli intendimenti biblici, inventandosi fantasiose sovrapposizioni generazionali che servono solo per procrastinare il triste presagio in un futuro sempre più lontano. La generazione nata nel 1914, e che non doveva passare prima che il mondo finisse, è morta e sepolta, ed è stata sostituita da una seconda generazione, nata nei nostri giorni. Quanto durerà? Potenzialmente all’infinito. La maggior parte dei fedeli ci crede, ma tanti altri capiscono il trucchetto e la diffidenza è la reazione più gettonata che il movimento sta subendo. 

I fedeli rimasti nell’organizzazione non se la passano meglio di quelli che se ne sono andati mandando al diavolo la Torre di Guardia e il Corpo Direttivo. Innumerevoli adepti hanno smesso di essere zelanti predicatori. La riduzione del numero di ore nelle attività di propaganda è segno di una stanchezza collettiva che nemmeno i sensi di colpa inculcati dall’organizzazione serve a smuovere. Sempre meno testimoni di Geova bussano alle porte, complice anche le restrizioni dettate dalla pandemia. Qualcuno, probabilmente, ha capito che è meglio spendere il proprio tempo in attività più remunerative che lavorare gratuitamente per il Corpo Direttivo. E così al massimo gironzola per le strade nel tempo libero o si barrica dietro gli espositori delle riviste, ma mentalmente ha già abbandonato baracca e burattini.

Foto Wikimedia

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