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Il problema carcerario tra indulto e amnistia

Il Presidente della Repubblica Napolitano ieri ha riproposto al Parlamento la questione delle nostre carceri, del loro degrado, delle condizioni di sovraffollamento, che più volte ha condannato anche l’Unione europea. Sembra proprio che l’Italia possieda anche il triste primato negativo di avere le peggiori carceri dell’Europa e di conseguenza costringe i carcerati a detenzioni disumane (le terzultime secondo il Consiglio d'Europa, Ndr).

Dati recenti ci sottolineano che negli Istituti di pena sono ammassati in pochissimi metri troppi detenuti, che in alcuni casi non riescono neppure a stare in piedi tutti insieme; complessivamente sarebbero circa ventimila reclusi oltre ai limiti previsti cioè circa un 40% in più rispetto alle disponibilità dei posti.

Possiamo dire, a questo punto, che in Italia esiste una pessima tendenza, che costringe gli alunni nelle scuole, gli ammalati negli ospedali e i detenuti nelle carceri a vivere in condizioni di sovraffollamento, che sono inaccettabili in una nazione civile. Le cause vanno ricercate sempre nella cattiva gestione dei nostri amministratori e dei nostri politici, che da anni hanno dilapidato le nostre risorse, facendo accumulare allo Stato debiti catastrofici, senza neppure garantire alla collettività servizi sociali dignitosi.

Ma a questo punto c’è poco da sbraitare, giusto per attrarre l’attenzione dei potenziali elettori, né può essere trascurato il problema tirando a campare. Per questo l’invito di Napolitano va preso seriamente in considerazione dal nostro Parlamento e, pertanto, occorre considerare che cosa prevedono le leggi vigenti in materia di Indulto e Amnistia.

L’Indulto è previsto dall’articolo 174 del codice penale e ‘"condona in tutto o in parte la pena inflitta, o la commuta in un’altra specie di pena stabilita dalla legge”. Non estingue le pene accessorie, salvo che la legge disponga diversamente, e neppure gli altri effetti penali della condanna. L’Amnistia è prevista dall’articolo 151 del codice penale, ‘"estingue il reato e, se vi è stata condanna, fa cessare l’esecuzione della condanna e le pene accessorie. Può dunque estinguere il reato mentre il procedimento penale è in corso (amnistia propria), oppure può intervenire dopo che è stata pronunciata una sentenza penale definitiva di condanna (amnistia impropria). Secondo l’ultimo comma dell’articolo 151, l’amnistia non si applica ai recidivi, ai delinquenti abituali, o professionali o per tendenza, salvo che la legge disponga diversamente.

Ricordiamo che le suddette leggi trovano il loro fondamento giuridico nell’articolo 79 della Costituzione che regola gli istituti dell’indulto e dell’amnistia: ‘’L’amnistia e l’indulto sono concessi con legge deliberata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera, in ogni suo articolo e nella votazione finale. La legge che concede l’amnistia o l’indulto stabilisce il termine per la loro applicazione. In ogni caso, amnistia e indulto non possono applicarsi ai reati commessi successivamente alla presentazione del disegno di legge’’.

Credo che nell’attuale situazione italiana sia da preferire l’indulto, che può commutare la detenzione di soggetti per reati minori non recidivi, agli arresti domiciliari, anche con l’uso di strumentazioni elettroniche (vedi braccialetti), per alleggerire la pressione attuale nelle carceri. Nel contempo occorre iniziare subito la costruzione di nuovi istituti di pena in ogni regione o ampliare, dove è possibile, quelle strutture già esistenti. Decisamente ritengo demagogiche sia le posizioni della Lega, di netta chiusura di fronte a ogni possibile provvedimento, sia quello dei Radicali che puntano a derubricare reati considerati minori. In uno Stato di Diritto, la pena deve essere certa ed equa, il processo deve svolgersi in tempi congrui, evitando attese e custodie lunghe e alle volte ingiustificate; pertanto i tribunali non vanno accorpati ma potenziati con nuove assunzioni affinché i processi siano celeri e imparziali per tutti i cittadini.

Foto: Roberto Ferrari/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.29) 9 ottobre 2013 13:41

    Basterebbe trasformare le caserme in disuso in centri di detenzione e riabilitazione per chi ha commesso reati minori. Non é necessario che chi ha compiuto un reato minore sia rinchiuso in un carcere di massima sicurezza. Ma la mia proposta é troppo economica e troppo semplice per essere presa in considerazione... e poi non farebbe annullare la pena a Berlusconi

    • Di (---.---.---.154) 5 novembre 2013 06:22

      E ANCHE VERO QUESTO: BASTEREBBE APRIRE LE CASERME IN DISUSOOOOO.

      1) CI VOGLIONO SOLDI PER ADEGUARE AL TIPO DI USO.

      2) CI VORRANNO AGENTI PENITENZIARI.

      3) CI VOGLIONO OPERATORI SANITARI.

      4) CI VOGLIONO OPERATORI , SOCIOLOGI, ASSISTENTI SOCIOALI ETC. ETC.

      SAPETE UN DETENTUTO GIUDICABILE E UN DETENUTO DEFINITIVO QUANTO COSTA AL GIORNO?

      PARI 450,00 EURO PER 67000 UGUALE 30.150.000 EURO

      PRECISO CHE QUESTA CIFRA E COMPRESO TUTTO CIOE’:

      GIUDICI,

      AGENTI DI CUSTODIA,

       VITTO, E GENIRI PER L’IGIENICO

       OPERATORI CARCERARIO, 

       TUTTI GLI ORBITANTI CHE FANNO PARTE DELLA GIUSTIZIA.

       

       

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