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Il potere della Borsa, la ruota del potere e l’economia del futuro

“La vita punisce chi arriva troppo tardi” (Michail Gorbaciov, Berlino Est, 7 ottobre 1989).

Oramai è chiaro che il turbo-capitalismo trasformato in debitalismo si sta avviando verso la sua dissoluzione. Come nel caso del crollo del comunismo probabilmente occorreranno un paio di eventi fortuiti. In quel caso ci fu la fortuna sfacciata della morte di due vecchi comunisti fondamentalisti nell’arco di poco più di un anno. Questi accadimenti aprirono le porte alla venuta dell’anima più giovane e realista di Gorbaciov (Andropov morì nel 1984 e Cernenko nel 1985).

Probabilmente nel caso della fine del capitalismo si tratterà di assistere alla morte di un paio di grandi istituzioni bancarie o di un paio di sistemi monetari. Già a dicembre del 1996 bastò un’incauta affermazione di Alan Greenspan, presidente della Federal Reserve, per creare il panico in borsa (affermò che i mercati finanziari erano stati sopravvalutati). Perciò “la teoria del caos si può applicare anche in economia. Cause di per sé minime possono avere effetti devastanti” (H. Kung). Alan Greenspan assunse il ruolo di guru della deregulation, ma con l’avvento della crisi dovette ammetter i suoi limiti: “Per esistere, serve un’ideologia. Il problema è se questa ideologia è corretta o meno. E vi dico che sì, ho trovato una crepa. Non so quanto sia importante e duratura, ma è qualcosa che mi lascia profondamente turbato” (in Libertà in vendita, 2010, p. 277).

Questi effetti vengono amplificati nelle istituzioni finanziarie globalizzate unite in un’unica rete troppo veloce e incontrollata: “è la velocità della transazione, a volte preprogrammata in modo automatico dal computer per prendere decisioni quasi istantanee, che genera il guadagno o la perdita” (Manuel Castells). Bisognerebbe sempre tenere presente che il trader più rigido è quasi sempre più flessibile del programma informatico più flessibile. Inoltre, come affermato da Hervé Falciani, “Il denaro è diventato ormai una scrittura informatica, ma l’informatica non ha controlli. Questo significa che la finanza, che senza l’informatica non esiste, non ha regole” (Corriere della Sera, 28 giugno 2010).

E dopotutto “Secondo alcuni stimati economisti, è preferibile scegliere i titoli a caso piuttosto che ascoltare il parere dei professionisti… la differenza sta nel pagare o no una commissione. Ciononostante l’analisi di Borsa è un mestiere redditizio, anche nel caso di professionisti palesemente incapaci. Perché? Perché ogniqualvolta la gente intuisce la presenza di una forza significativa ed enigmatica vuole credere che esista un modo per comprenderla: se la convincerete di essere lo strumento atto a decifrarla, sarete una persona rispettata e stimata” (R. Wright, 2010).

Robert Shiller, ex collega del più famoso Nouriel Roubini, ha fatto un’analisi storica dell’irrazionalità speculativa e anticipò la bolla del mercato azionario nel libro “Euforia irrazionale. Analisi dei boom di borsa” (il Mulino, Bologna, 2000). Negli ultimi tre anni Shiller ha pubblicato altri due libri in italiano: “Finanza shock. Come uscire dalla crisi dei muti subprime” (Egeaonline.it, 2008) e “Spiriti animali. Come la natura umana può salvare l’economia” (insieme a George Akerlof, Rizzoli, 2009). È molto realista anche il punto di vista di Jaques Attali: “La strategia messa in atto finora dai governi per rimediare alla crisi è riassumibile nel far finanziare dai contribuenti di dopodomani gli errori dei banchieri di ieri e i bonus dei banchieri di oggi”. Finalmente c’è qualcuno che parla chiaro… E su questa prospettiva ci ha scritto un libro: “Come sopravvivere alla crisi” (Fazi Editore, 2010).

Del resto anche la Fed è stata costretta a comprare i titoli di stato americani che non riescono a trovare un mercato (se quasi nessuno li compra vorrà dire che non valgono quasi niente). Anche in questo caso si può dire che questa crisi “occulta” è stata “provocata e incoraggiata dal comportamento irrazionale di bianchi dagli occhi azzurri, che prima della crisi sembrava che sapessero tutto, ma che adesso stanno dimostrando di non sapere nulla” (Luiz Inàcio Lula da Silva, presidente brasiliano). Ma perché nessuno trova mai il coraggio di dire le cose come stanno è non parla della prossima crisi epocale del sistema debitalista bancario?

Però è già dagli anni novanta che l’economia, “l’unità e l’autonomia degli stati sono state messe in crisi dall’espansione delle politiche economiche delle multinazionali e degli organismi finanziari, che nello stesso tempo stravolgono il sistema politico mondiale (Giovanni Arrighi e Beverly Silver, Caos e governo del mondo, 1999). Si è arrivati al punto che “Se rapini qualcuno per strada e vieni preso, hai ottimi probabilità di andare in prigione. Negli ultimi anni, se rapini i risparmi o la pensione di qualcuno, probabilmente riesci a farti uno yacht” (Ken Macdonald, ex procuratore generale britannico). In particolare il sistema di regolamentazione britannico e olandese delle imprese facilita le condotte criminali e il riciclaggio di denaro sporco attraverso i rapporti con i paradisi fiscali. Sarebbe ora che l’Unione Europea intervenisse per proibire certe denominazioni societarie prestanome senza garanzie e senza veri titolari identificabili, per evitare l’amplificazione degli effetti dalla prossima crisi finanziaria ed il continuo ladrocinio generalizzato e incontrollato.

Per garantire un futuro sostenibile a tutta l’umanità e per evitare una tragedia mondiale, dobbiamo iniziare a progettare un’economia a misura di persone civili. A questo scopo segnalo Gerald Celente, un economista molto intelligente, molto originale e molto indipendente, che ha pronosticato il collasso del dollaro e della finanza bancaria e il ritorno a forme monetarie fondate sull’oro. Io ritengo più probabile l’istituzione di una moneta mondiale basate sulle riserve di oro, sulle materie prime, sulla produzione energetica e sui km di estensione territoriale nazionale. Le sue valutazioni molto controcorrente si possono visionare nel sito del suo centro ricerche (in Liquida si possono rintracciare articoli e interviste in italiano).

Così dobbiamo realizzare che troppo spesso “il cervello è l’organo più sopravvalutato” (Woody Allen) e non ci resta che ammettete che il libero mercato è il sistema umano più sopravvalutato.

Perciò la rivoluzione economica riguarderà sempre di più anche il mondo delle aziende private e già oggi molte aziende puntano sulla nuova filosofia del marketing partecipativo basata su questi principi: evangelizzazione e informalità (attraverso l’interattività e i rituali), valorizzazione dei consumatori più appassionati, educazione capillare (chi insegna di più vince), dominio del passaparola e trasparenza nei messaggi e nei comportamenti. Oramai il concetto di comunicazione persuasiva è superato e la nuova comunicazione pubblicitaria progetta catene di comportamento basate sulla partecipazione on-line (Alessandro Prunesti, Social Media e comunicazione di marketing, Franco Angeli, 2009, www.enterprise20.it, www.ipsos.it).

Comunque, se le classi dirigenti nazionali e internazionali non decideranno di usare il cervello e la disciplina, le piaghe bibliche che colpirono l’Egitto ci sembreranno un banale scherzetto della Natura, a confronto di quello che può combinare la stupidità e l’avidità umana. Una sola cosa è certa: gli studi scientifici hanno dimostrato che la creatività umana raggiunge le sue massime potenzialità negli individui dai 20 ai 40 anni. Quindi i Paesi che privano i giovani del potere lavorativo e decisionale saranno destinati a finire nella pattumiera della storia. E solo alcuni Paesi più fortunati godranno dei vantaggi di essere riciclati e sfruttati dalle nazioni più lungimiranti.

Infine segnalo alcune iniziative e alcuni siti che compongono l’attuale galassia economica. C’è la seconda edizione del “Festival Internazionale del Lavoro nella Società Globale”: (18-20 ottobre 2010, Villa del Cardinale, Rocca di Papa - Roma). Invece, per ottenere informazioni approfondite sulla situazione economica mondiale e sui paesi in via di sviluppo, ci sono due siti molto interessanti: www.ipsnotizie.it (c’è la traduzione in molte lingue europee ed extra-europee); www.valori.it. Inoltre, per conservare un minimo di speranza per il futuro c’è il sito e il Progetto Erasmus per giovani imprenditori. Poi c’è una manifestazione riguardante l’economia sociale: “Verso l’Economia del Ben-Essere”, 8-9 ottobre 2010.

In ultimo cito la fondazione che ha creato una rete molto ampia e significativa di oltre 3.000 tecnologi ed economisti che agisce a livello internazionale e che investe in progetti economici innovativi ad impatto zero a livello ecologico e riprogetta i processi produttivi per renderli non inquinanti. Il fondatore è l’economista belga Gunter Pauli, insieme all’Università delle Nazioni Unite.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.16) 19 agosto 2010 14:27

    Quando viene al mondo l’uomo già inquina, l’inquinamento è connaturato al suo essere per cui caro Damiano l’impatto zero può esistere solo nell’iperuranio, nel mondo delle idee.

    Il capitalismo è destinato a morire? Non lo so però oggi ci stiamo accorgendo che la democrazia è solo il meno peggio fra i sistemi di governo possibili. Bella riflessione anche se non la condivido in ampi tratti un saluto!

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.243) 19 agosto 2010 14:37
    Damiano Mazzotti


    L’inquinamento biologico è una cosa e l’nquinamento chimico industriale o da miniera o da petrolio è purtoppo una cosa molto più pericolosa...

    Ma indubbiamente è vero che ogni essere umano che nasce sottrae risorse e territorio ha piante e animali.... Cioè è vero soprattutto in Africa, Oriente e America Latina dove gli esseri umani continuano a crescere senza alcun controllo, grazie anche alla visione antiquata e miope di quasi tutte le istituzioni religiose...

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.157) 22 agosto 2010 09:01
    Damiano Mazzotti


    Ricordo inoltre che Leonid Breznev morì nel novembre 1982...

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