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Il partito che non c’è, quello delle regole

Nell’affollato teatro dei partiti italiani brilla per assenza il più indispensabile, un partito capace di riscrivere le regole del gioco, alla luce dei fatti concreti che negli ultimi 30 anni hanno alterato pesantemente la vita della nostra democrazia, nella fattispecie della creazione di un monopolio mediatico che ha generato la mostruosità di far diventare premier il suo padrone.

Denaro e proprietà privata di un impero editoriale monopolistico è provato che si trasformano in potere politico, alla faccia della Costituzione e della democrazia, e delle balle sulla “par condicio”. Questo fenomeno si chiama”berlusconismo”, è una grave anomalia e va corretto a tutti i costi, e andrebbero ricoverati in ospedale psichiatrico coloro che negano questa evidenza.

L’altra entità che ogni giorno lavora per appoggiare la destra conservatrice, affermando con grande disprezzo del ridicolo di non fare politica, è la Curia vaticana, che con il suo capillare apparato, anche mediatico, finanziato dall’8 per mille, orienta il voto elettorale di milioni di cattolici, fino alla dichiarazione di giovedì del cardinale Bagnasco che ha liquidato il terzo polo antiberlusconiano in quanto Fini è troppo laico.

Di fronte a questa “flotta imperiale” c’è il nulla di una sinistra sparita, senza più articolazione sul territorio, che ignora i problemi delle persone, divisa da vent’anni nella sua nomenklatura, che produce una opposizione timida e inconsistente, senza altro orizzonte se non quello della economia capitalista. Se vi pare un quadro democratico fatevi visitare dal vostro medico di fiducia. So bene che l’art. 67 della Costituzione prevede che “ogni membro del Parlamento esercita la sua funzione senza vincolo di mandato”, ma alla luce del mercato dei Giuda che si è svolto sotto i nostri occhi e ha salvato il culo di B., questa si è rivelata una regola sbagliata, da aggiornare con la seguente dicitura: ogni parlamentare eletto in una lista, durante il mandato non può passare ad altro schieramento poiché annullerebbe la volontà dei suoi elettori. Deve decadere immediatamente dalle funzioni e dallo stipendio e aspettare una nuova tornata elettorale. Senza tante teorie del piffero, con questa regoletta B: sarebbe stato trombato e il suo denaro e il suo potere corruttivo sarebbero stati inutili.

Così l’abolizione dell’8 per mille alla Chiesa, con divieto per uno stato laico di avere alcun rapporto economico con le organizzazioni religiose, al fine di evitare quello sconcio di 5 giorni che ha visto B. trovare 60 milioni di euro per la Chiesa, poco prima del voto di fiducia, incassandone il plauso e l'appoggio. L’altra grande anomalia che mortifica la nostra democrazia è il “servizio pubblico”, la RAI TV, che è un servizio per due terzi a Berlusconi e per 1 terzo al PD, quindi servizio alla casta partitica, da sostituirsi con un solo canale (i monopoli vanno aboliti), senza pubblicità, diretto da una personalità indipendente da ogni potere economico, politico o religioso, eletta dagli azionisti che sono i cittadini che pagano il canone. Chiamiamo a raccolta tutti i veri repubblicani che desiderano una democrazia autentica, che considerano quella attuale un regime insediato dal denaro, dai monopoli, dal malaffare, dalle massonerie e dai preti. Senza nuove regole e senza un grande partito che le faccia rispettare le élites economiche e quelle religiose domineranno in eterno i loro sudditi. 

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