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Il legame tra l’inchiesta Senese e la sparatoria in Piazza Nicosia. Tutta fantasia e casualità?

L’altra sera, in pieno centro, i colpi di pistola verso Paolo Marcoccia sono tre: due all’addome e uno alla gamba. Subito le agenzie battono che l’uomo è il titolare di una sala giochi, poi, col passare dei minuti diventerà gestore della stessa in supporto al fratello, vero titolare.

Paolo Marcoccia è un pregiudicato, un pluripregiudicato: gioco d’azzardo, scommesse clandestine, spaccio di sostanze stupefacenti. Non è certo un pedigree dei migliori, ma a Piazzale Clodio sono reati che fanno spesso capolino nelle aule di tribunale. Gli inquirenti parlano di regolamento di conti, si guarda nel suo passato ma quello che risalta sono le decine di reazioni politiche per questo ennesimo atto criminale dentro le mura della città eterna. Ieri, il ferito è stato interrogato, ma non ha detto nulla che potesse indicare una pista.
Nel pomeriggio di oggi le prime parole che arrivano da fonti certe, la ricerca nell’ordinanza dell’Operazione Orchidea del 2009 ed ecco che si prefigura un nuovo modo di leggere questo fatto criminale. Paolo Marcoccia, detto Somarello, era legato al clan di Senese, non in modo diretto, ma tramite uno dei suoi uomini di fiducia: Domenico Di Giovanni, detto Mimmo o tramite Silvano Creta che raccoglieva dai suoi galoppini le scommesse sul calcio.

Paolo Marcoccia infatti era anche giocatore assiduo oltre che “raccoglitore”. Questo lo si evince da questa intercettazione avvenuta il giorno 24/09/2006 tra Domenico Di Giovanni e Silvano Creta:

DI GIOVANNI Domenico: D.
CRETA Silvano: C.

D.: pronto?
C.: a Mi ….
D.: ueh Silvano…
C.: ha telefonato “Somarello” e mi ha puntato cinquecento del Siena e cinquecento della Reggina
D.: embé ?


C.: e Giorgio (BOZZI Giorgio) …inc.. te lo dico, no? Un conto Giorgio (BOZZI Giorgio) ed un conto Somarello, va bé è uguale però per dirti…
D.: non ho capito, ma perché Somarello…. non ho capito. Giorgio …..
C.: va be …
D.: Giorgio che fa
C.:no, nel senso, dico: “va bè con Giorgio se fanno i conti attaccati. Somarello che cazzo ne so, per dirtelo che è così”
D.: eh, va be C.: ok ciao D.:ciao

Somarello organizzava delle bische itineranti, con roulette e altri giochi con le carte. Cambiava ogni volta il luogo dove si svolgevano queste partite: una volta in un ristorante sull’Appia, un’altra in un appartamento di Prati e così via. Il suo “business” non era però libero, anche in questo caso faceva riferimento a Domenico di Giovanni (Mimmo) per avere il via su chi far giocare e chi no. Anche se la bisca non era del Di Giovanni.
In questo pezzo di intercettazione si capisce subito la subalternità che lega il Marcoccia al sodale di Senese parlando con Silvano Creta:

Somarello dice a Creta di aver parlato con Mimmo ( Domenico Di Giovanni, nella foto quello a destra con la sigaretta) che gli ha detto di scalare “6200 del pallone e 4800 della teresina”. Appresa la notizia, Creta si altera e gli dice testualmente che “non avete capito nulla…”. Marcoccia Paolo lo interrompe bruscamente, affermando: “sei tu che non hai capito un caz…io ho già parlato con Mimmo (n.d.r. Di Giovanni Domenico), tu quando vieni a giocare qua, non giochi come Silvano Creta, giochi come Mimmo, altrimenti io non ti faccio giocare, quando tu vieni al casino’ io chiamo prima Mimmo, se no, io non ti posso far giocare…questi sono gli ordini che io prendo e io questo ti rispondo…tu sei un operaio di mimmo come io sono un operaio di Sandro!”.

Questa è al momento la ricostruzione di un rapporto intenso tra il Marcoccia e i sodali più stretti del clan Senese. E le domande si moltiplicano rispetto ai fatti avvenuti in centro a Roma. Come si sono evolute le cose nell’ambiente del gioco d’azzardo e delle scommesse sul calcio in questi anni? L’influenza del Clan Senese è ancora fonte di paura per chi non sta alle regole o dell’organizzazione è rimasto solo un territorio da conquistare o assoggettare anche tramite colpi di pistola? O stiamo raccontando una storia sbagliata?

Potrebbe essere la crepa che fa capire molte altre cose. Difficile immaginare un qualcosa di diverso, qualcosa che ha spinto due uomini in scooter in pieno centro a rompere il silenzio della sera con dei proiettili. Ma la storia continua….

Alessandro Ambrosini

Questo articolo è stato pubblicato qui

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