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 Home page > Attualità > Cronaca > Il killer di Firenze: un nuovo Breivik all’italiana

Il killer di Firenze: un nuovo Breivik all’italiana


Può fallire il multiculturalismo in un paese come l’Italia dove non c’è mai stato? O meglio, dove c’è stato ma è sempre stato nascosto e negato? Una domanda che sorge leggendo su tutte le prima pagine dei quotidiani italiani i fatti successi ieri a Firenze.

 


Gianluca Casseri
, 50 anni, originario di un paese in provincia di Pistoia si è recato prima in piazza Dalmazie e successivamente al mercato di San Lorenzo, aprendo il fuoco con una 357 Magnum a tamburo tra gli ambulanti che cercavano di guadagnarsi qualche spicciolo per mangiare.
 
2 morti, Samb Modou 40 anni e Diop Mor 54 anni, 3 feriti gravi e un suicidio, il proprio. Questa la stima del suo ultimo atto. Qualcuno parla di follia assassina, ma possiamo continuare a chiamare pazzia, incapacità di intendere e volere, atti che alla loro base hanno discriminazione e odio per gli altri?
 
I senegalesi fiorentini, che in corteo dopo la tragedia gridavano “Non diteci che era un pazzo. Un pazzo avrebbe ucciso sia bianchi che neri”, hanno espresso nel migliore dei modi il vero fulcro del problema. Ormai la pazzia non può più essere manipolata per giustificare il crescente razzismo e la xenofobia dilagante, sì, anche in Italia.

Anche il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha usato parole forti affermando che “la vicenda sembra per certi aspetti avere analogie con quella di Oslo. Bisognerà capire bene il quadro entro cui è maturata una cultura di questo tipo. C'è da chiedersi se non ci siano state da parte di tutti sottovalutazioni di certe espressioni culturali che alimentano xenofobia e razzismo e di circoli che ne fanno espressamente il motivo della loro organizzazione e della loro attività”.

Le descrizioni del killer, lo disegnano come un ragioniere molto introverso e solitario, con una forte passione per il fantasy e Howard Philip Lovecraft. Era autore di un libro, “La chiave del caos” e di un saggio intitolato “I protocolli del Savio di Alessandria”, dai quali emergono due temi cari all’autore: il razzismo verso una “razza subumana”, cioè i neri, e il negazionismo dell’olocausto.
 
Il libro sui protocolli nacque in risposta a un romanzo di Umberto Eco “Il Cimitero di Praga” che ambienta la sua trama tra le vicende dei falsi protocolli dei Savi di Sion, documento dell'inizio del ‘900 (scritto dalla polizia segreta zarista che tentava di sedare i movimenti rivoluzionari che preparavano la Rivoluzione d’ottobre) che descrive una cospirazione ebraica per il dominio del mondo. 
 
Nonostante fosse un simpatizzante di Casa Pound, la medesima ha tenuto a precisare, dopo il massacro, che non era un loro militante, ma soltanto una persona che ogni tanto passava dal circolo. 

Dopo Breivik a Oslo e i killer del kebab in Germania, ora anche l’Italia si trova costretta a guardare in faccia il risultato di una cultura, che negli ultimi anni non è più stata tanto sotterranea. Una cultura dell’odio e dell’istigazione al razzismo.
 
L’Italia ha davanti un periodo difficile e se non si affronterà seriamente e con programmaticità la questione dell’immigrazione si potrebbe assistere allo scoppio di una violenza senza precedenti nella storia del nostro paese.


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Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.209) 14 dicembre 2011 14:42
    Damiano Mazzotti

    Possono impazzire anche le persone xenofobe... e il suicidio è la vera prova della sua follia omicida uscita da tutti gli argini... invece il pazzoide norvegese è una persona molto disturbata che nonostante tutto vive ai confini della normalità come molti politici che causano molto dolore senza però arrivare a uccidere direttamente...

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