Il giovane favoloso

Leopardi è nel film prima bambino dedìto ai giochi coi fratelli e poi giovane adolescente. Ha come dirimpettaia una bellissima ragazza che morirà presto e con la quale parrebbe aver potuto intessere una relazione, forse fu lei a ispirare la sua musa Silvia, che si dice essere la figlia del cocchiere di casa Leopardi. L’adolescente è pervaso dai venti di rinnovamento che provengono dall’Europa - "Odio questa vile prudenza", dirà coraggiosamente davanti a suo padre - ma soprattutto dal desiderio di tutti gli adolescenti di affrancarsi dal giogo dei genitori, andarsene, scoprire il mondo o almeno l’Italia, relazionarsi a chi condivideva i suoi interessi. Le città in cui risiederà per un tempo, mostrate nel film, sono prima Bologna poi Roma e infine Napoli, dove vivrà con l’amico Antonio Ranieri.
La natura deve essergli sembrata benevola se egli la interrogava sui destini dell’uomo e il senso del nascere e della vita, come fa parlando alla luna che osserva il vecchierel bianco, infermo, mezzo vestito e scalzo o l’ermo colle che gli fu sempre caro. Ma furono le sue condizioni fisiche e l’immensa malinconia che lo accompagnarono a fargli definire la vita umana infelice e la natura matrigna. Io non ho bisogno di stima, di gloria o di altre cose simili. Io ho bisogno di amore, di entusiasmo, di fuoco di vita. Sperando e sognando la felicità, l’ha cantata come nessun comune mortale meglio avrebbe potuto fare. Lui che non possedette il bello della vita, lo descrisse come solo chi lo apprezza sa fare (la gioventù del loco lascia le case e per le vie si spande, e mira ed è mirata e in cor s’allegra).
Martone ha inquadrature accurate e lente. Ha chiamato Elio Germano a impersonare Leopardi: l’attore recita in modo eccellente la sua parte, ma il suo viso appare scanzonato, disilluso, spesso ironico pure di fronte alle negazioni subite o a possibili gelosie, ad esempio il bacio mai avuto e solo immaginato di una donna, amante dell’amico Ranieri. Se i nostri giovani li imitassero, viene detto nel film parlando dei letterati: se i nostri ragazzi lo volessero conoscere, saprebbero il valore di molte cose che hanno e danno per scontate. Piccolissima riflessione: vivere appena 39 anni – è successo a molti altri geni delle arti in genere o persone utili all’umanità – ed essere ricordati per l’eternità.
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