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Il genio del futuro

"L'uomo venuto dal futuro. La vita visionaria di John von Neumann" è un libro che prende in esame la vita straordinaria del più grande scienziato degli ultimi cento anni (Ananyo Bhattacharya, Adelphi, 2024, 371 pagine effettive, euro 30).

Albert Einstein fu il primo a stabilire che la luce "era composta da un flusso di particelle. Quindi "le entità quantistiche avevano una doppia natura, ondulatoria e corpuscolare" (p. 53), mentre le ricerche astratte di von Neumann contribuirono a far nascere "una macchina davvero rivoluzionaria: il computer" (p. 51). John von Neumann dimostrò "che, a un livello più profondo, le teorie di Heisenberg e Schrodinger erano di fatto la stessa cosa". Indubbiamente "riuscì a stabilire un primo quadro di riferimento per la nuova scienza dei quanti" (p. 54).

Invece "Dirac ci ha fornito gli strumenti per usare la fisica moderna, ma von Neumann ci ha lanciato un guanto di sfida. Presentando la teoria nel modo più lucido e coerente possibile, ne ha evidenziato anche i limiti, e senza una chiara coscienza di questi limiti ogni interpretazione è impossibile" (p. 92). Tutto è in relazione con tutto. Cambiano solo i livelli che vengono presi in esame per essere chiariti e approfonditi.

Oltretutto von Neumann formulò le basi teoriche della biologia molecolare, anche perché era "diffidente nei confronti dei giornalisti che dipingevano il suo lavoro in toni sensazionalisti, e troppo impegnato per mettersi a divulgarlo di persona" (p. 304). Lo scienziato aveva compreso molto bene i rischi della divulgazione che seguiva troppo le leggi del mercato.

Il calcolatore elettronico digitale causò "Il processo più lungo nella storia delle cause federali" e "si concluse con una sentenza netta: la più importante invenzione del ventesimo secolo non era brevettabile. Il movimento dell'Open source, nato una decina di anni dopo, avrebbe eluso il segreto industriale invocando i benefici del libero scambio di informazioni per il progresso tecnologico. Grazie a von Neumann, questi principi furono integrati nell'informatica a partire dalla sua nascita" (p. 175). Una sentenza magistrale.

Comunque "il formalismo di von Neumann ha avuto più influenza nella storia della fisica, dunque da questo punto di vista è il più importante" (Jammer, nota a p. 389). Inoltre "non esiste una spiegazione coerente del fatto che il tempo sembra scorrere in una sola direzione (la meccanica quantistica e la relatività generale, per esempio, hanno due concezioni del tempo radicalmente diverse)... le radici della nostra percezione del tempo sarebbero incarnate nelle algebre di von Neumann" (p. 93 e p. 94). Tutto è molto più complicato di quello che può sembrare a prima vista.

Lo psicologo Robert Epstein ritiene che "il feticcio dell'elaborazione delle informazioni - che ha portato molti a vedere il cervello come una sorta di computer, come suggeriva von Neumann - ha finito col frenare i progressi delle neuroscienze" (p. 360). I pochi veri progressi hanno trascurato molte cose fondamentali dei circuiti cerebrali. E "La crescita economica non è a somma zero, per esempio: il mondo di oggi è più prospero che duecento anni fa" (Bhattacharya, p. 231).

In conclusione si può affermare che "La gente non crede che la matematica sia semplice solo perché non si rende conto di quant'è complicata la vita" (von Neumann). John von Neumann ha affermato che la marcia delle idee non si può fermare e che "Le stesse tecniche che portano a pericoli e instabilità sono di per sé utili, o strettamente correlate all'utile" (p. 370). E probabilmente "Gli economisti semplicemente non hanno idea di che cos'è la scienza" (p. 213), dato che non è utile mettere da parte alcune cose che possono disturbare.

 

John von Neumann fu probabilmente il più grande scienziato dei nostri tempi. Morì nel 1957 a 53 anni, a causa di un tumore alle ossa, probabilmente causato dalle radiazioni. Morì un anno prima di sua madre, colpita dal cancro.

Ananyo Bhattacharya è un responsabile della comunicazione scientifica a Londra: https://lims.ac.uk/ananyo-bhattacharya

 

Nota aforistica - "Von Neumann era drogato, in special modo di pensiero matematico" (Peter Lax, 1990); "La matematica è il fondamento di tutta la conoscenza esatta dei fenomeni naturali" (David Hilbert, 1900); "Per von Neumann la strada per il successo era un'autostrada a molte corsie senza limiti di velocità" (Clay Blair Jr, 1957); Ascoltare von Neumann parlare della logica della neuroanatomia era come "tenersi aggrappato alla coda di un aquilone" (p. 301); "Chiunque prenda in considerazione i metodi aritmetici per generare numeri casuali commette, ovviamente, peccato" (von Neumann, p. 185); "Tutti gli altri matematici dimostrano quello che possono, von Neumann quello che vuole" (Rozsa Péter, matematica ungherese, p. 200):

Nota di approfondimento - Si dice che von Neumann "non voleva rivelare troppo di sé, e compiva le sue buone azioni in silenzio, all'insaputa dei beneficiati" (p. 368), e secondo il neurofisiologo Ralph Gerard "Era sempre cortese, amabile, acuto e meravigliosamente lucido".

Nota curiosa - "Negli anni Venti la lingua franca della scienza era il tedesco, non l'inglese... e in tedesco furono scritti praticamente tutti gli articoli che fondarono la meccanica quantistica" (p. 66). Questo saggio è sicuramente adatto ai vari professionisti che operano nel campo della matematica e della fisica. Secondo il matematico italonorvegese Nils Aall Barricelli è "la cooperazione, non la competizione tra le specie, a guidare il processo evolutivo" (p. 333).

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