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Il garantismo del potere

Il garantismo, dottrina nata nell’Ottocento, per tenere al riparo dagli abusi e dall’arbitrio del potere, i diritti dell’individuo, viene oggi spesso invocato in difesa dei potenti, soprattutto negli stati di non lunga tradizione democratica e costituzionale come il nostro.
 
Il caudillo nostrano vorrebbe disfarsi di qualsiasi oppositore interno ed esterno, che impedisce la sua illuminata azione politica con mezzi sbrigativi. Ed invoca per sé stesso e tutti i suoi compagni di merende un garantismo alla rovescia, cioè che garantisca lui e le sue eventuali prevaricazioni legislative e non i cittadini che dovrebbero subirle e tacere. E guai a chi osa protestare!
 
Fini ed i suoi hanno contribuito a migliorare la legge sulle intercettazioni telefoniche, che nel disegno berlusconiano sembrava dover essere un divieto assoluto di stampo fascista.
 
I dissenzienti del PDL hanno votato la finanziaria, hanno contribuito al varo della legge sul federalismo fiscale.
 
Non possono però sollevare la questione morale all’interno del partito, sottolineare l’opportunità di maggiore trasparenza nell’azione pubblica di qualsiasi esponente del PDL, di rispetto della legalità da parte di chi deve dare il buon esempio ai cittadini elettori. Per questo le minacce vanno dal deferimento ai probi-viri all’espulsione. Minacce in puro stile leninista-maoista, che denotano una estrema debolezza della politica di quei dirigenti, più dediti agli affari che alla risoluzione dei problemi reali ed urgenti dei cittadini, ed una effettiva impotenza ad operare in condizioni di difficoltà planetarie, che stanno smascherando l’incapacità e le contraddizioni insuperabili della loro azione politica.
 
E, per giustificare il fallimento di un governo dalla maggioranza amplissima, si sforzano di attribuire la colpa al dissenso di una minoranza interna, che in verità nelle sue proposte ed obbiezioni dimostra una maggiore saggezza e moderazione nell’individuazione realistica dei problemi complessi del Paese.
 
Il partito è spaccato in due in Sicilia, è funestato da lotte di potere in Campania, ha numerosi inquisiti a vario titolo in diverse procure, qualcuno condannato in primo e secondo grado di giudizio, e si invoca il garantismo per mettere al riparo dai fulmini della Giustizia i propri adepti, non per segnalare eventuali abusi del potere nei confronti dei cittadini, soprattutto dei deboli ed indifesi.
 
Per i poveracci non v’è garantismo che tenga!
 
Per Lorsignori l’alibi invocato per ogni malefatta sono il garantismo e la presunzione d’innocenza, oltre all’esercizio di una bella immunità a cui nessuno mai rinuncia, anche di fronte a crimini intollerabili.

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