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Il discorso del premier chiude la Camera e apre i mercati... alla speculazione

Nella cornice di un’aula già semivuota oggi i deputati si scambiano saluti per le vacanze. La giornata di ieri, per certi aspetti risolutiva, ha visto il rinsaldarsi i rapporti fra il premier e il ministro dell’economia, sancita con un quasi abbraccio fra Berlusconi e Tremonti e confermata dai segni di intesa mostrati durante il dibattito in Aula.

È poi prevalsa la concretezza del lavoro da svolgere e delle pressioni dei mercati e il governo ha rettificato il giorno del rientro e della ripresa dei lavori parlamentari: anticipato al 6 settembre, anche se sul ventilato Consiglio dei Ministri estivo, per anticipare gli effetti della manovra spalmati fino al 2013, Bersani si pronuncia categorico smentendo un appoggio dell’opposizione nei confronti di una manovra "iniqua al punto che non andrebbe modificata ma sostituita". Inaccettabile per il leader dell’opposizione a causa dei tagli imponenti che prevedono per le famiglie una riduzione del 20 per cento di detrazioni per i figli.

Ma oggi è il giorno, oltre che dei saluti, anche delle polemiche. Il discorso di ieri del premier in un certo senso ha sancito la fine dei dibattiti parlamentari e ha spostato definitivamente le discussioni fuori dall’aula.
 
Se l’opposizione con Bocchino non smette di chiedere le dimissioni del premier, Antonio Di Pietro critica con una delle sue espressioni colorite le parole del Presidente del Consiglio: “Caro Silvio, ci fa o c'è? È il suo governo che fa scappare gli investitori''.
 
Grande soddisfazione viene invece espressa non solo da Frattini, che elogia il discorso fatto da Berlusconi in aula, ma anche dall'altro partito di maggioranza, la Lega, che con Roberto Maroni si dice ''molto soddisfatta dell'intervento del presidente del Consiglio'' sottolineandone la solidità e la concretezza.
 
Apprezzamenti bipartisan sono giunti invece per le parole di Angelino Alfano che ha affermato come “non saranno i mercati e la finanza a im­porre i governi ai Paesi”. Parole importanti quelle del neosegretario del Pdl, che durante il suo intervento alla Camera, ha riscosso più applausi di quello di Berlusconi.
 
Grottesca e ridicola. Questi invece gli aggettivi usati da Eugenio Scalfari sulle colonne di Repubblica per commentare le parole del premier, che dovevano toccare temi importanti come il debito, la crescita e la fiducia dei mercati, mentre a suo giudizio, “il presidente del Consiglio è riuscito ad eluderli tutti”.
 
In generale ci si aspettava un discorso concreto volto a rassicurare concretamente i mercati, ma - del resto si era capito anche dall'assurda posticipazione a borsa chiusa del suo intervento - Berlusconi, nella sua informativa sulla crisi del paese si è limitato alle solite raccomandazioni e rassicurazioni ottimistiche. Le prime riguardanti l’atteggiamento da tenere: "La crisi va affrontata con coerenza e fermezza", e le seconde più incentrate sulla situazione del Paese definito "economicamente e finanziariamente solido"
 
Ma è la terza parte del suo discorso ad esser stata maggiormente presa di mira dai commenti e dagli editoriali: quella in cui affermava che lui, “essendo proprietario di tre aziende quotate in Borsa, e stando quindi nel mezzo della trincea finanziaria, è consapevole ogni giorno di quel che accade sui mercati".
 
Le soluzioni concrete, secondo le parole del Premier sarebbero tutte concentrate in quel provvedimento economico da 80 miliardi di euro varato lo scorso 6 luglio, il cui obiettivo primario è il pareggio di bilancio da centrare entro 2014.
 
Aldilà della voces populi et politicae sono i mercati ad avere l'ultima insindacabile parola intrisa di giudizio: il giorno dopo il discorso di Berlusconi in Parlamento sullo stato del sistema Italia attaccato dalla speculazione, la Borsa di Milano è in forte calo.

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