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Il decretino anticrisi

Il governo ha posto la fiducia al "decreto anticrisi". La modifica più evidente, ma anche la più inaspettata, del decreto approvato dalle commissioni Finanze e Bilancio della Camera è la riduzione della somma stanziata che passa, per il 2009, da 6,342 miliardi a 4,996 miliardi di euro. Riduzioni vi saranno anche per gli anni 2010 e 2011 (si passa rispettivamente da 2,347 a 2,112 e da 2,670 a 2,434 miliardi di euro).

Ci dicono: non è che abbiamo ridotto l’impegno di spesa è che prima ci eravamo sbagliati a fare i conti (li fregano i riporti), abbiamo contato due volte una posta per le ferrovie dello Stato (Massimo Corsaro, uno dei relatori del decreto). "Ma ci faccia il piacere!"

Questo è il massimo che sono riusciti a fare nonostante le entrate fiscali dei primi 11 mesi siano aumentate da 334,1 a 344 miliardi di euro (+ 9,9 miliardi di euro, lo dico per quelli del Ministero).


Possiamo capire, il povero Silvio ha dovuto risolvere il problema dell’Alitalia che, sembra, fra i minori incassi ed i debiti accollati ci costerà circa 5 miliardi di euro (pare che la cifra reale non la conosca nessuno, niente di più facile). Intanto i francesi si stanno sbellicando dalle risate.

Però in presenza mediatica e comunicazione i nostri non li batte nessuno, riescono anche a farci credere che hanno risolto tutti i problemi con questi quattro soldi, non come i loro non fotogenici colleghi europei.

A proposito, la Germania per contrastare la crisi ha stanziato 62 miliardi, la Spagna 38, la Francia 26, l’Inghilterra 23, tanto per dire.

Speriamo che ce la caviamo, nonostante loro.

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