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 Home page > Tribuna Libera > Il debito pubblico italiano vola a 2730 miliardi

Il debito pubblico italiano vola a 2730 miliardi

A fine agosto i dati della Banca d'Italia parlano di un debito pubblico di oltre 2730 miliardi. Nel 2000 era di 1500 miliardi. L'Unione europea ci chiedeva di dimezzarlo un po' alla volta, in venti anni.

Il costo stimato per quest'anno degli interessi sul debito è di circa sessantasei miliardi lordi, cinquantanove netti. Gli interessi sul debito dal 2000 al 2009 ci sono costati 727 miliardi. Nel decennio successivo ci sono costati 707 miliardi. Si stima che in questo decennio il costo sarà di 630 miliardi.

Il debito aumenta e gli interessi diminuiscono? La riduzione degli interessi dipende esclusivamente dall'intervento della BCE, la Banca centrale europea. L'intervento fa ridurre lo spread e quindi i tassi e sugli acquisti della Bce non paghiamo interessi.

Ma sino a quando durerà? Altre stime parlano di interessi nel prossimo decennio per oltre 1000 miliardi. Se la BCE smettesse di acquistare.

Si è messo per iscritto nella Costituzione il pareggio di bilancio, che dovrebbe portare a non far crescere il debito; il trattato di Maastricht secondo cui dal 2000 al 2020 avremmo dovuto dimezzare il nostro debito non lo rispettiamo.

E siamo europeisti? E invochiamo il rispetto della Costituzione?

Secondo gli accordi di Maastricht avremmo dovuto portare il debito al 60% del Pil. Lo abbiamo portato al 160%. Peggio di noi solo la Grecia.

La lezione della Grecia non ci è servita. La Grecia ha dovuto licenziare dipendenti pubblici e ridurre le pensioni.

Questo debito ha portato il governo Monti a farci lavorare tutti sino a sessantasette anni e a trasformare il sistema da retributivo a contributivo. (Fra qualche anno andremo in pension con il 60% degli ultimi stipendi.)Perché l'INPS non riusciva a pagare le pensioni e lo Stato non poteva farsene carico. 

Per non parlare del moltiplicarsi delle tasse sulla casa, dei continui aumenti delle bollette, del costo della benzina, dell'autostrada.

Pagare sessanta miliardi ogni anno per interessi vuol dire gettare dalla finestra il dieci per cento delle entrate dello Stato, entrate che in gran parte sono incassate con tasse. 

Lo Stato non incassa il dovuto da ciò di cui è proprietario. Per gli interessi di pochi.

Pensiamo alle concessione quasi regalate, (autostrade, centri balneari), al patrimonio immobiliare dello Stato gestito male, alle case occupate (quasi tutte di enti pubblici), alle case popolari occupate, al patrimonio immobiliare dei beni confiscati alle mafie che non si riesce a utilizzare, alle aziende confiscate che lo Stato lascia fallire, centinaia di grandi opere lasciate a metà.

 

 

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