Il catasto e la catasta di lattine calciate
Basta la parola, catasto, e subito iniziano violenti spasmi politici. Sul bilancio 2025, tra lessico in stile Gomorra e confusi proclami, si prosegue "a fari spenti" verso l'inevitabile resa dei conti con la realtà
In audizione parlamentare sul Piano strutturale di bilancio, il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha affermato che, tra le “riforme” che presenteremo alla Commissione Ue per ottenere il percorso di aggiustamento di sette anni anziché quattro, ci sarà un intervento sul catasto, limitatamente alla identificazione dei cosiddetti “immobili fantasma” e un aggiornamento delle rendite catastali, che determinano le tasse sugli immobili, dall’Imu alle compravendite, per chi ha fruito del Superbonus.
Fantasmi di mattoni
Andando con ordine: è da quando ero piccolo che sento parlare di interventi per l’identificazione degli immobili fantasma. Ora, o immobili di questo tipo continuano a sorgere, oppure la loro ricerca lascia alquanto a desiderare. Pensate: immobili non accatastati ma con regolari utenze: come sarà mai possibile, visto che ad ogni contratto di luce o gas occorre inviare al fornitore i dati catastali? In attesa che qualcuno mi risponda, approfondiamo il discorso delle nuove rendite per i beneficiati dal Superbonus.
Intanto, a conferma del fatto che in questo paese ci sono sempre cassetti da svuotare, questa misura non è inedita ma faceva parte della legge di bilancio 2024. Nel senso che il riaccatastamento sarebbe a cura degli interessati. Ora, forse disponendo di dati che mostrano una non particolare sollecitudine, il Mef avrebbe deciso di procedere d’ufficio, raccordandosi ad altra “riforma” da mandare a Bruxelles, e cioè “rendere pubblico, accessibile e integrato con il catasto l’archivio Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica”.
E rieccoci, con la “banche dati che non si parlano”, a testimonianza che viviamo in una triste era di incomunicabilità, a tutti i livelli. Su questo topos elettorale si sono costruite e disfatte carriere politiche. Si tratterebbe, quindi, di ulteriore incrocio magico, utile anche a identificare le case fantasma, quelle nascoste in piena vista, aggiungendosi ai rilievi con droni (non con aerei, siamo in altra era) e con le sopracitate utenze.
Niente mercato, siamo speciali e liberali
Ma, attenzione: Giorgetti si è affannato a precisare che non si tratta di riforma del catasto basata sui prezzi di mercato, ci mancherebbe. Quella, al solo citarla, causa colpi apoplettici in torme di liberali da dopolavoro. No, si tratta solo di usare le attestazioni di prestazione energetica e alzare le rendite. Visto? Rapido e indolore. Che poi, se da questa manovra arrivassero entrate aggiuntive, le gireremmo ai comuni, prossimi a vedersi arrivare in testa l’ennesima spending review sotto presumibile forma di tagli lineari.
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Ora, io non so quanto verrà cifrata la manovra sulle rendite riviste. Magari zero, per avere eventuali “tesoretti” ex post oppure per confermare che nessuno si faceva illusioni. Peraltro, in assenza di Imu prima casa, bisognerebbe attendere il momento della compravendita per avere un po’ di gettito. Ricordiamo che la legge di bilancio di quest’anno ha stabilito la tassazione, con imposta sostitutiva del 26 per cento, sulle plusvalenze da cessioni di immobili in cui sono stati realizzati interventi di ristrutturazione con il Superbonus, sulle vendite effettuate dal primo gennaio 2024, a condizione che la vendita dell’immobile ristrutturato avvenga entro dieci anni dal termine dei lavori. Sono previste eccezioni: l’acquisizione di immobili per successione e la condizione che l’immobile sia stato adibito ad abitazione principale del venditore o dei suoi familiari per la maggior parte dei dieci anni precedenti la cessione. Stiamo descrivendo le seconde case, in estrema sintesi.
Il riaccatastamento è quindi la “seconda parte” dell’intervento su immobili che hanno subito un incremento di valore dalla ristrutturazione. Non vedo alcuno scandalo. Vedo però una cosa che continuo a non capire: perché questo orrore per l’imposizione immobiliare determinata dai valori di mercato? Giuro, mi sfugge il motivo.
Si evita il valore di mercato ma si fanno aggiustamenti al margine sulle rendite catastali. Oltre tutto, il parametro di mercato (e dell’assenza del medesimo) potrebbe tornare utile a chi si trova ad aver ereditato immobili in improbabili e desertificate lande, e non sa che fare (magari provare a rinunciare all’eredità, che dite?). Peraltro, dal frastuono dei contrari alla valorizzazione di mercato delle transazioni immobiliari pare che buona parte del paese sia fatto da immobili ereditati e/o che attendono solo la demolizione.
Lessico da Gomorra
E ancora: quando in questo paese arriveremo a capire che la tassazione della prima casa non è un crimine contro l’umanità ma è nel novero delle cose possibili e realizzate altrove, nei paesi con cui ci confrontiamo sino a un minuto prima di invocare le nostre specificità ed eccezionalità? Basterebbe una somma fissa di esenzione sulla prima casa. Eppure no, “la prima casa è sacra”, salmodiano tutti. E chi ha detto che debba essere sconsacrata? Di certo, non con una imposta locale come c’è quasi ovunque.
Ma sapete che c’è? Che la prossima volta che finiremo in guai di finanza pubblica, il salvatore della patria di turno rimetterà l’Imu sulla prima casa, o equivalente. Per ora, più che il catasto, abbiamo la catasta: di lattine calciate. Sono i famosi interventi al margine. Anzi, sull’argine, ormai prossimo a tracimare. Non ci credete? Fate un esperimento del pensiero: provate a contare quanti governi, negli ultimi lustri, hanno promesso di “tagliare le tasse” (sugli immobili, sul lavoro, su tutto), e poi abbiamo scoperto che la pressione fiscale restava invariata (nella migliore delle ipotesi) o aumentava?
Non so come e dove finirà la proposta di Giorgetti, e se avrà impatti reali. Debbo constatare che, in attesa di avere l’agognato quadro programmatico che tuttora manca, il ministro parla troppo, e spesso in modi assai poco comprensibili. Ma neppure aiuta avere una stampa polarizzata che, nelle file degli avversari, riesce a fare questi titoli:
Tra “vendette” e “infami“, sembra di essere in uno scenario mediorientale o in una puntata di Gomorra. Fate un bel respiro e riprendetevi.
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