• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Il caso Breivik e il carcere come riabilitazione

Il caso Breivik e il carcere come riabilitazione

 

Caro direttore,

siamo nel 2011. Il mondo attuale è sicuramente molto più civile del mondo dei secoli passati. Eppure certe volte sembra che il tempo sia trascorso invano. La concezione della pena in certi casi non è ancora ispirata ai principi rieducativi e curativi che si dovrebbero considerare ormai affermati, almeno in tutto il mondo occidentale (specialmente in Paesi civilissimi come la Norvegia).

E’ il caso della discussione in atto sulla pena detentiva da applicare ad Anders Breivik, il massacratore di 77 persone. Sulla base della perizia presentata da due psichiatri Breivik è stato considerato un folle e quindi, molto probabilmente, egli sarà rinchiuso in una clinica psichiatrica.

Immediatamente ci sono stati due significativi commenti. Il procuratore norvegese Inga Bejer Engh ha dichiarato: “Se una persona è psicotica non può essere condannata alla prigione, né può essere tenuta in custodia. Può però essere chiusa in un penitenziario psichiatrico, anche a vita, se viene ritenuta pericolosa per la società”. L’avvocato di Breivik, unitamente agli avvocati delle vittime, ha dichiarato: “L’importante è che non possa più camminare per strada”.

E’ chiaro che è molto difficile pensare che un massacratore possa tornare liberamente in circolazione. Il ricordo delle 77 vittime è ancora vivissimo. Ma in questo modo si dà per scontato che è inutile curare uno come Breivik perché egli non potrà mai guarire. Mi sembra una sconfitta della razionalità a spese di un irrazionale spirito di vendetta.

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares