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Il caso "Berlusconi-Mills" visto dal giornale spagnolo El Pais

Gli articoli citati si possono leggere il lingua originale sul sito ufficiale di El Pais.

Mentre i telegiornali di Mediaset (TG5) diffondono notizie false circa l’andamento dei fatti sul caso "Berlusconi-Mills" (facendo credere agli ascoltatori che l’avvocato britannico avesse addirittura chiesto "scusa" al premier per l’accaduto, omettendo gran parte delle considerazioni e delle specificazioni che la notizia meritava) e mentre le testate giornalistiche nostrane (tra le più importanti, come il Corriere della Sera) sonnecchiavano tra le dimissioni di Veltroni e lo show di Benigni a Sanremo, la stampa estera torna, inesorabilmente, ad interessarsi dei problemi democratici italiani come lo dovrebbero fare invece i diretti interessati.

Curiosi sono gli articoli del The Guardian, Le Figaro, The Herald Tribune, ma qua vorrei riportare solo le parole di El Pais, il più importante giornale cartaceo spagnolo, che dedica due articoli sull’accaduto altamente riproduttivi della realtà e di semplice lettura. Propongo una sintesi.


"Condannato a quattro anni di prigione l’ex avvocato britannico di Berlusconi"
: questo il titolo del primo articolo, che si può leggere tranquillamente sul sito internet del giornale. "L’avvocato britannico David Mills è stato condannato da un Tribunale di Milano a quattro anni e sei mesi di carcere per falsa testimonianza in favore del Primo Ministro italiano, Silvio Berlusconi, perché accettò una "bustarella" di quasi 400.000 euro dal Cavaliere, durante il primo mandato di quest’ultimo nel 1997" inizia il giornale spagnolo, poi continua "L’ex avvocato di Berlusconi ricevette denaro dal Cavaliere come ricompensa per non rivelare, durante due giudizi in cui partecipò in forma di testimone, informazioni su due imprese di Berlusconi, aperte secondo la procura per "lavare denaro nero". La causa contro Berlusconi fu sospesa nel 2008, dopo che egli ottenne che il Parlamento italiano approvasse una legge di immunità (soprannominata in Italia "lodo Alfano", in riferimento al Ministro di Giustizia che l’ha redatta, Angelino Alfano) che impedisce che il Cavaliere sia processato mentre sta al potere. Sopra questa legge, tuttavia, deve pronunciarsi il Tribunale Costituzionale".

Si da poi spazio alle parole dell’avvocato di Mills, Federico Cecconi, il quale ha qualificato la sentenza contraria "a qualunque logica, già che non prova", dice, "che è esistito un accordo di corruzione, né il trasferimento di denaro, né la connessione tra le persone citate in giudizio." Nel secondo articolo si torna sulla questione, sottolineando che "I magistrati considerano provato che Mills fu corrotto dalla Fininvest, l’impresa di Silvio Berlusconi" e ripercorrendo tutti i dati già delineati nel primo articolo, descrivendo il Lodo Alfano e mettendo in luce come "Il caso Mills originò uno scandalo nel Regno Unito che finì con le dimissioni della moglie dell’avvocato, Ministro della Cultura del Governo di Tony Blair", ed ancora come "La sentenza proietta un’ombra inquietante sopra gli usi giudiziari del Cavaliere. Secondo il Tribunale, i 600.000 dollari pagati a Mills dalla Fininvest nel 1998 servivano per comprare la testimonianza favorevole dell’avvocato nei processi All Iberian, con il fine di discolpare Berlusconi."

In ultimo dedica tre righe alle parole di Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori, il quale dice che "in un paese normale il Presidente del Consiglio avrebbe presentato le dimissioni. Se c’è un corrotto, c’è un corruttore.". "Pero ya se sabe cómo son las cosas en Italia". "Però già si sa come son le cose in Italia.".

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