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Il Reddito di Base come erede del Reddito di Cittadinanza?

L’abolizione del Reddito di Cittadinanza decretata dal governo conservatore guidato da Giorgia Meloni ha, sia pure moderatamente, riacceso il dibattito politico sulla necessità di individuare misure alternative di contrasto alla povertà e al “lavoro povero”, e tra queste il Reddito di Base.

(Foto di ci-vuole-un-reddito)

La Caritas Italiana è stata tra i primi a prendere posizione per bocca del suo direttore don Marco Pagniello.

Intervistato dal quotidiano cattolico Avvenire [1], don Pagniello ha rilevato come, sulla materia, inopportunamente il governo « frammenta l’intervento », con misure pure ancora da attivare concretamente, e che esistendo « il rischio che qualcuno rimanga escluso, questo continua a preoccuparci ».

In particolare il riferimento era ai « lavoratori poveri, discontinui, a tempo parziale o precari che già lavorano e avrebbero sicuramente bisogno di ulteriore sostegno economico e formativo per stabilizzare la propria situazione ».

La Caritas “sponsorizza” un ritorno al Reddito di Inclusione (REI)

Per la Caritas è necessario, concludeva l’intervista don Pagniello, che si « coinvolga adeguatamente la sussidiarietà locale », chiaramente con un impiego di « risorse » ( denaro pubblico ) a “sostegno” di tale “sussidiarità locale”.

La Caritas, quindi, bussava a denari con una non tanto velata richiesta di partecipare alla distribuzione della “torta” destinata al sostegno dei poveri. In cambio, la stessa offrirebbe, i « necessari interventi di supporto psico-sociale » ( con i quali la gente povera non ci mangia, ma la Caritas ci pagherebbe il proprio personale ).

In sostanza, la Caritas sponsorizza un ritorno al precedente strumento della REI, il Reddito di Inclusione [2], strumento che – si ricorda assegnava appena 187,50 euro mensili ad un singolo e 294,50 euro ad una coppia in situazione di povertà – sostituva nella gestione della misura all’INPS i Servizi Sociali comunali – notoriamente inadeguati in numero di personale – e, dietro “risorse”, gli enti no profit ( vedi Caritas ).

Beppe Grillo rilancia il Reddito di Base ma in cambio scansione iride

Altro “contributo” al dibattito è giunto pure da Beppe Grillo [3].

L’ex leader del Movimento Cinque Stelle, rilanciando un’idea di Sam Altman, CEO di OpenAI (ChatGPT) diffusa anche dai mainstrem ( Repubblica, Ansa, etc ) ha fumosamente ipotizzato la distribuzione di un “Reddito Universale” in “criptovaluta”, la Worldcoin, « finanziato dall’Intelligenza Artificiale » dietro scansione dell’iride.

In tutto questo, ci appare interessante il fatto che, a dire di Grillo, Altman avrebbe ammesso come « il Reddito Universale potrebbe compensare i posti di lavoro che si perderanno » a causa dello sviluppo ed applicazione dell’Intelligenza Artificiale.

Il futuro sono lavorare meno e il Reddito di Base Universale

Un tema, questo, che mi riporta al mio saggio “Una rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base” (Ed. Multimage, 2019).

Lì riportavo anche una sintesi del rapporto del 2017 della Fondazione Deloitte, specialista nel settore della gestione delle Risorse Umane, dove si sosteneva come « cambiamento già in atto » il fatto che già « robotica, IA, sensori e informatica cognitiva sono diventati la normalità, insieme all’open talent economy (ovvero i lavoratori on demand, esternalizzati, quali i liberi professionisti e i lavoratori della cosiddetta gig economy, quella dei “lavoretti”) » [4].

Fatto certo ed ineluttabile – checché ne dicano i neoluddisti che infestano i social – che “obbliga”, per ragioni di ordine sociale almeno,

  • allo studio di strumenti di redistribuzione del lavoro (col taglio dell’orario di lavoro)
  • e di misure per la redistribuzione dei redditi ( coll’istituzione del Reddito Universale ).

Il dibattito sul Reddito Universale Incondizionato di Base e quello sul riordino di alcune voci del bilancio dello stato, necessario questo all’autofinanziamento di tale strumento, deve quindi superare le opposizioni dei partiti liberali ( Forza Italia e PD soprattutto ) ed entrare con urgenza nell’attualità del dibattito sui media, nel mondo accademico e della politica, uscendo cioè al di fuori dalle nicchie più avanzate e consapevoli della popolazione.

Fonti e Note:

[1] Avvenire, 2 agosto 2023, “Caritas. «Troppi esclusi dal reddito di cittadinanza, serve una misura universale»”.

[2] Ministero del Lavoro, “Reddito di Inclusione”.

[3] Beppe Grillo, 1 agosto 2023, “La criptovaluta basata sulla scansione oculare, per un reddito di base universale”.

[4] Reddito di Base, 2 febbraio 2019, “Deloitte, Industria 4.0: Un futuro da disoccupati o da precari”.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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