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 Home page > Attualità > Politica > Il Popolo della libertà e l’uomo della provvidenza

Il Popolo della libertà e l’uomo della provvidenza

“E’ l’uomo della provvidenza”.
L’uomo che parlava dal palco della convention del popolo della libertà, il presidente del Consiglio, il leader del neonato partito (il nuovo che avanza che assomiglia tanto al vecchio del passato), il possessore di televisioni e giornali veniva così considerato da un giovane delegato umbro.

Che ingenuamente non si rendeva conto della gaffe fatta.
D’altronde il nuovo partito ha fatto carta straccia delle fondamenta della nostra repubblica e della Costituzione: via l’antifascismo, via tutto l’equilibrio di poteri, separati in esecutivo, legislativo e giudiziario.
“Più governo e meno parlamento”, un altro slogan sentito.
“Siamo il partito del fare”.
“Più mamme al lavoro, meno femministe in TV”.

Un un grandissimo show mediatico: televisioni, giornali, telegiornali stanno celebrando la nascita, a canale unico a volte, del neonato Partito del Popolo della Libertà.

Non capisco cosa ci sia da celebrare, cosa ci sia di nuovo, di innovativo: le idee? I valori, gli slogan?

Questo partito nasce con l’impronta e le idee del suo leader, al di fuori di cui il diluvio. Nasce già vecchio: venerdì Berlusconi ha tirato fuori i cari e vecchi argomenti delle sue campagne elettorali. I gulag russi, i comunisti che non cambiano mai, Tangentopoli e le toghe rosse che hanno risparmiato il PCI.
A parte che detto dal miglior amico di Putin e Gheddafi, certe affermazioni fanno quasi ridere, mi viene da credere chi creda ancora a queste balle.

Un partito così vecchio che ha bisogno di rimpinzare di giovanotti e belle ragazze le prime file, per nascondere le solite facce.

Erano così fieri dei giovani, da averli messi in una zona gialla, al riparo dalle domande di qualche giornalista comunista.



Giovani che parlano di meritocrazia, cultura valori..... In un partito in cui si scambia il dibattito col monologo del capo (che avrà parola su tutte le nomine); in cui l’unica voce stonata è quella di Fini, in cui l’ovazione del leader fa impallidire il più spudorato fantozzismo.

D’altronde non era forse “Giovinezza” l’inno di quell’altro partito così di moda tanti anni fa? Anche quello si rifaceva a modelli giovanilistici.
Anche quello usava parole come rivoluzione: come la rivoluzione liberale sempre annunciata dal centrodestra e mai realizzata.
Anche allora (come oggi) si arringava contro il nemico esterno, per nascondere i problemi interni.

Cosa scriveranno i 1000 giornalisti (su 9000 delegati) dell’evento?

Non lo so. So che per cambiare linea, orizzonti, per sentire un’altra musica, basterebbe leggere qualche articolo di giornali esteri sull’Italia.
Come il Washington Post che parla della penetrazione mafiosa nell’economia italiana (articolo cui ha risposto il nostro ambasciatore).
El pais che definisce il presidente del Consiglio “uno dei più sinistri dirigenti europei”.
Die Zeit che parla delle potenza della mafia italiana che si allarga sempre più un Europa.

Sentiamoli gli slogan, i coretti, le voci: noi siamo l’ottimismo, la speranza, il futuro, la difesa della legalità, chi lotta contro chi si oppone alle riforme (Brunetta intendeva i sindacati).

Bene: chiedetelo ai lavoratori del Sulcis, come son contenti.
Oppure ai 2000 lavoratori di Porto Marghera, che grazie al disimpegno dell’Eni nel settore della chimica in Italia.
Forse a loro lo spettacolo non è arrivato bene. Tutta colpa del digitale.
Tutto cambia affinchè nulla deve cambiare. E oggi ne abbiamo avuto un esempio.

Commenti all'articolo

  • Di exè (---.---.---.254) 29 marzo 2009 15:32

    Mi chiedo cosa c’è di LIBERTA’ in questo partito?
    In 15 anni tutti quelli che hanno osato criticare il capo sono spariti, dove sono i primi fondatori del partito?
    Solo Fini che si è genoflesso è ancora in auge, e dalla sua carica istituzionale ha osato fare qualche critica (meritandosi le prime pagine di tutti i quotidiani) non essendo degno di una risposta nella replica.
    In tanti interventi un solo coro"come siamo belli ,bravi, simpatici", come sono sporchi brutti cattivi i comunisti, cioè tutti quelli ,oserei dire metà paese, che non osannano il reuccio.

  • Di Elena (---.---.---.83) 29 marzo 2009 16:13

    Si forse ai lavoratori dell’Euroallumina non sarà arrivata la notizia della convention del cdx, visto il digitale terrestre impostoci da soru, ma tranquillo che la notizia importante relativa al loro futuro è arrivata e credo che siano contenti. Consiglierei : prima di scrivere aggiornarsi....

  • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.2) 29 marzo 2009 18:34

     l’aspetto che più mi ha colpito di questo "congresso" è il desiderio di cesarismo da parte di tanta gente.
     La società civile, o una gran parte di essa come dimostrano le elezioni ed anche recenti sondaggi indipendenti, sembra aver perduto completamente fiducia nella democrazia repubblicana, così come essa è uscita dalla resistenza e si è logorata nella prima repubblica costruendo il mostruoso debito pubblico che ci opprime tutti, e ha deciso di mettersi nelle mani di una persona sola.
     Perchè?
     La risposta che questo si debba alle tv ed al lavaggio del cervello che ne consegue è una risposta insufficente anche se esprime una parte della verità. C’è qualcosa di profondo, di complesso, una perdita di fiducia in un parlamentarismo che appare, ed in gran parte è, lento, burocratico e soprattutto estremamente inefficente quanto caro.
     Non è paragonando Berlusconi a Mussolini che si esorcizza il problema anche perchè la retorica resistenziale è una parte del problema e non una risposta alla crisi.
     Solo se riusciremo, noi che ci opponiamo a questa deriva, a costruire un modo di stare insieme che sia in grado di organizzare e sfruttare l’intelligenza collettiva come ci insegna la rete dimostrando la povertà e l’anacronismo dell’idea stessa di "un uomo solo al comando", soltanto allora questo castello di carte si scioglierà come la neve al sole.
     Però adesso in Italia questa deriva ha il vento in poppa e dipende da tutti anche dalle nostre incapacità e debolezze.
     Le risposte semplificate hanno sempre un grande fascino anche quando sono così chiaramente pacchiane, soprattutto quando le difficoltà della crisi e del mondo moderno lasciano all’individuo un senso di impotenza e di inadeguatezza.
     Così un venditore, un pò ridicolo, si trasforma per tanti, per troppi in un salvatore del mondo....

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