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Il PD e la pubblicità funebre

Politica e marketing, in Italia, non ce la fanno proprio ad andare d’accordo e, ogni volta che le elezioni si avvicinano, ne vediamo delle belle (ne avevo parlato qui).

Stavolta nell’occhio del ciclone la pubblicità del PD: “Oltre l’egosimo, Oltre le divisioni, Oltre la crisi. C’è il PD” (Img).

Ottima l’idea di legarsi univocamente ad un concetto: l’aveva fatto anche Obama con la parola “Change”… Però “Oltre” non fa certo leva su emozioni profonde (al limite “trapassate”) e, oltretutto, risulta essere il nome della rivista dell’imprenditoria funebre.

Anche i colori (azzurro e grigio) sono gli stessi, ma forse il periodico mette un pizzico di allegria in più rispetto all’espressione lugubre di Bersani.

Più che una pubblicità sembra l’annuncio della morte di un partito, manca solo la scritta “non fiori ma opere di bene”. Così tutti sappiamo dove andare a posare un crisantemo.

Aldo Biasi e Salvo Scibilia, i guru della campagna di comunicazione, hanno rilasciato un’intervista a Il Fatto Quotidiano nella quale dichiarano che la tristezza non è nella scelta dei colori, è il PD che è triste (tanto per non infierire) e la campagna non finge: Bersani non vuole apparire artefatto, esalta i suoi pregi ma non nasconde le debolezze.

Magari è proprio per questo che hanno scelto il bianco e nero.

Tanto ormai il rosso non lo si vede più nemmeno da lontano.

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