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 Home page > Tempo Libero > Incredibile ma vero! > Il Matrix dei polli, l’allevamento intensivo del futuro

Il Matrix dei polli, l’allevamento intensivo del futuro

Dopo la sconvolgente storia dei polli zombie, un'altra sensazionale notizia dal mondo dei volatili.

Hai mai fatto un sogno tanto realistico da sembrarti vero? E se da un sogno così non ti dovessi più svegliare? Come potresti distinguere il mondo dei sogni da quello della realtà

Morpheus, Matrix (1999)

Immaginate di rivolgere queste parole a un pollo, un pollo d’allevamento. Ecco, l’idea di Austin Stewart, professore associato alla State University’s College of Design dell’Iowa, Stati Uniti, è più o meno questa: realizzare una realà virtuale per polli. Il progetto è stato battezzato Second Livestock e fa il verso (nello specifico “coccodè”) a Second Life, il software che permette di vivere una seconda vita online attraverso un avatar. Ciò che tutti ci stiamo chiedendo a questo punto è: perché?

La risposta va cercata nelle piccolissime gabbie in cui i polli vivono all’interno dei grandi allevamenti, secondo molti in condizioni “disumane” (non c’è dubbio, sono uccelli) che peggiorerebbero anche la qualità della loro carne. Come permettere a un’enorme quantità di polli stretti in gabbie minuscole di poter scorazzare liberi nell’aia? Nel modo più ovvio: realizzando un costosissimo casco per la realtà virtuale da far indossare a galli e galline appollaiati - è il caso di dirlo - su un tapis-roulant.

Il simulatore 3D permetterà ai polli di vivere in gabbia senza farla tanto lunga con la storia della depressione e dei diritti, illudendoli di correre e volare (volare forse no) e fare amicizia in un mondo fatto su misura per loro.

Per Austin Stewart - che non si capisce mai se scherza o no - "il progetto è piuttosto una provocazione che permette di riflettere sulle condizioni degli animali e su noi stessi: anche noi viviamo in delle piccole gabbie”. Second Livestock sulla carta sarebbe anche realizzabile, solo che costa troppo e potrebbe avere implicazioni bioetiche: l’uomo si assumerebbe la responsabilità di far sprofondare i polli dentro un mondo fittizio, creato ad arte per tenerli in vita fino al momento giusto per mangiarli. “Sempre meglio delle gabbie in cui vivono adesso”, osserva Stewart.

Il Matrix per polli creato dal designer è stato testato per ora soltanto sugli uomini: una volta fatti i primi esami si potrebbe cominciare con la sperimentazione animale, in un curioso rovesciamento dei ruoli. La vicenda potrebbe rivelarsi interessante, oltreché per gli allevatori, anche per neuroscienziati e filosofi: i cervelli di gallina, infatti, sono da tempo oggetto di studio. Come si comporterebbe un pollo dentro la realtà virtuale? Come cambierebbe la sua coscienza?

Senz’altro, una volta che i polli fossero immersi in Matrix, sarebbe difficile farli evadere, come fece Trinity con Neo. “Segui il coniglio bianco”. E se anche il coniglio bianco indossasse un casco?

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"Lei è un pollo, signor Anderson"

 

Foto: Wikimedia, Flickr, Austin Stewart

 

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