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Il Governometro: ci sono i numeri per un governo Monti?

La nomina a senatore a vita di Mario Monti è stata una mossa politica che ha spiazzato l’intero Parlamento e ha destato scalpore perché considerata un’investitura a tutti gli effetti.

A questo punto, con la prospettiva quasi certa di avere un governo tecnico/politico a guida Monti, abbiamo analizzato la fiducia di cui godrebbe questo nuovo esecutivo all’interno delle due Camere.

Alla Camera certamente voteranno la fiducia al governo Monti: Pd (206), Udc (38), Fli (25), Api (5) e Mpa (4) e tutto il gruppo Misto (compresi i cosiddetti frondisti dell’Hotel Hassler) eccezion fatta per l’ex finiano Ronchi che ha espresso la sua contrarietà prima di partecipare a un vertice Pdl il cui esito non è stato reso noto. In tutto i favorevoli dovrebbero essere 307.

Sicuramente voteranno la sfiducia sia la Lega Nord (59), sia l’Italia dei Valori (22), nonostante quest’ultima abbia alcuni malumori al suo interno e qualche Deputato "dipietrista" potrebbe defilarsi all’ultimo momento. Per ora Di Pietro non sembra cambiare idea sebbene sul sito dell’Idv sia comparso un sondaggio dove si chiede agli elettori un parere sul governo tecnico. Un piccolo segno di cedimento? Staremo a vedere.

In standby il gruppo Popolo e Territorio: la maggioranza dei deputati sta aspettando mosse chiare dal Pdl per agire di conseguenza ma le forti dichiarazioni di Scilipoti e Pionati sembrano portare il voto di entrambi verso la sfiducia, che raggiungerebbe a quel punto quota 83. Decisivo a questo punto diventa il Popolo della Libertà con i suoi 215 deputati.

Ciò che salta subito all’occhio guardando il governometro è la differenza di comportamento del Pdl nei due rami parlamentari. Sebbene il Presidente Berlusconi si sia dichiarato da subito favorevole a un governo Monti, alla Camera la partita della fiducia è ancora tutta da giocare. A favore del nuovo esecutivo le correnti cattolico-moderate del Pdl facenti capo a Scajola, Pisanu e Formigoni.

Cautamente favorevoli anche i ministri Frattini e Fitto. Chi tiene ancora tutto in bilico sono gli ex-An (circa una quarantina, tra cui La Russa e Matteoli) e buona parte dei ministri tutt’ora in carica tra cui Gelmini, Sacconi, Meloni, Brunetta e Rotondi contrari a un governo tecnico. Il segretario Alfano ha comunque annunciato che il partito, dopo aver raggiunto un accordo, voterà compatto.

Diverso il quadro del Senato dove l’ipotesi di Gaetano Quagliariello, quella di appoggio esterno al governo Monti, sembra aver avuto la meglio sull’opzione avanzata dal senatore Nania, strenuo difensore delle urne. E' molto probabile, perciò, che a Palazzo Madama il Pdl si vada ad affiancare ai partiti della fiducia: Pd (106), Udc, Svp e Autonomie (15), Fli e Api (13) e quasi tutto il gruppo Misto (9) con Giuseppe Astore di Partecipazione Democratica ancora in dubbio. A sostenere Monti, quindi, sarebbero in totale 275.

La situazione della sfiducia nell’aula presieduta dal presidente Schifani (che come il presidente Fini non vota per prassi) è identica a quella di Montecitorio: gli unici due partiti di opposizione sono la Lega (25) e l’Idv (12) che insieme si fermano a quota 37.

Infine, l’unico gruppo diviso tra incerti e favorevoli è quello di Coesione Nazionale-Io Sud-Forza del Sud. A pendere verso la fiducia ci sono Carrara, Centaro, Ferrara, Fleres e Poli Bortone. Tutti gli altri (7) attendono ulteriori sviluppi.

(di Giuseppe Ceglia)

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