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Il Governo c’è, ma nessuno lo vede

Ingovernabilità è la parola d’ordine del momento. Ma è davvero così ingovernabile il nostro paese? Le recenti elezioni hanno testimoniato che c’è qualcosa che non va nella legge elettorale.

Bella forza, era da tempo immemore che si conoscevano tutte le insidie di un porcellum voluto dal centrodestra, ma mai messo in discussione da nessuno, ma proprio nessuno. Tutti lo deplorano, tutti ne invocano la modifica. Tutti d’accordo, quindi, a cambiare modalità elettorale, ma nulla è stato fatto, né con il governo del centrosinistra, né con quello del centrodestra né, ancora meno, da quello tecnico.

A che serve un governo, quindi, se non fa le cose minime necessarie alla vita normale del paese?

Siamo assillati e circondati dai principi economici dettati da un’Europa sempre più distante dai bisogni reali della gente, dalla crisi, dalla necessità di cambiare la politica riformandola compiutamente, dalla recessione, dal lavoro che non c’è, e da molto altro ancora che peggio di così non è possibile.

Mentre ci concentriamo sul conflitto d’interessi, sull’euro, sulle banche da salvare, gli F-35 da acquistare, l’Ilva da garantire e Berlusconi da condannare, il paese va alla deriva. Sono tanti i problemi, come tante sono le incognite sul futuro di tutti noi, ma ora si deve imparare a cambiare registro, se non ci riusciamo, andiamo a carte quarantotto in men che non si dica.

Nessuno ha la verità in tasca, ma davvero serve un governo per governare? L’avevamo un governo con Berlusconi, l’avevamo anche con Prodi e D’Alema, e pure con Monti. E siamo arrivati fino a oggi, all’attuale situazione di ingovernabilità.

Quando c’erano i governi, che tutti invocano a gran voce, hanno davvero governato come si deve? Hanno risolto i problemi che ci assillano? Io dico di no, anzi, li hanno peggiorati.

Un esempio a caso: le pensioni. Le varie riforme delle pensioni sono state fatte sia dal centrosinistra sia dal centrodestra, e pure dal governo tecnico. E come siamo messi? Siamo messi che, molto probabilmente, nessun giovane andrà mai in pensione, e forse anche qualche soggetto meno giovane.

Un altro esempio a caso: la riforma del lavoro, anch’essa approvata più volte da destra, sinistra e tecnici. Risultato: il lavoro è scomparso.

Ce ne sono a centinaia di esempi di riforme fatte e rifatte, ma le cose sono andate sempre peggio. Quindi, a questo punto serve davvero un governo? E per fare cosa? Otto punti di Bersani o i venti punti del M5S?

Io dico che un governo serve per fare quello che il paese ha bisogno. E oggi serve lavoro, non solo i matrimoni gay. Oppure serve far crescere l’economia dando respiro alle imprese, non solo finanziare il salvataggio di MPS e le banche. O, ancora, serve sostenere i tanti disoccupati che hanno perso il lavoro, non solo discutere dei costi della politica. Ci sono tante cose che servono, anche molto di più di un governo o, almeno, non certo del tipo visti finora.

A questo punto tutti sono autorizzati a pensare che le cose che servono al paese si possono fare solamente con un governo in carica. Vero, addirittura sacrosanto. Ma il governo c’è, solo che non si vede!

L’articolo 70 della Costituzione Italiana prevede che: “La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere”. Quindi c’è chi può fare le leggi. Sicuri che serve sempre e solo un governo?

Il successivo articolo 71 della Costituzione è ancor più importante e prevede che: “L'iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale. Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli”.

Chi dice che per governare serve per forza un governo, dice una sacrosanta castroneria.

Come si può bene interpretare dagli artt. 70 e 71 della Costituzione Italiana, il potere legislativo lo esercita solamente il Parlamento, non il governo. Il governo ha l’onere dell’iniziativa, quale strumento propositore delle leggi da fare. Ma questo onere non appartiene solamente al governo, bensì anche a ciascun membro delle Camere (fra governo e ciascun membro c’è la virgola, il che significa che, le varie opzioni offerte, non escludono il diritto delle altre) e agli organi ed enti previsti (“e” quale congiunzione: cioè libera opzione dell’una o dell’altra). Inoltre, spetta (non è scritto potrà anche spettare, bensì “spetta”: cioè indica un diritto imperativo) al popolo esercitare l’iniziativa...

In pratica, il governo c’è, ma nessuno lo vede. Preciso meglio, è probabile che nessuno intenda che sia fatto in questo modo. A parte Grillo quando dice che il potere deve tornare in mano al popolo, dimostrando di conoscere la Costituzione meglio di tanti altri.

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.121) 13 marzo 2013 16:02

    Caro Santi ,d’accordo che un governo serve solo se sa risolvere i problemi ( e tanto meno crearli) ma la sacrosanta catroneria la dici tu quando affermi che se ne può fare anche a meno.

    il Governo è Organo Costituzionale previsto dagli articoli 92,93,94,95,96 .Oltre alla funzione legislativa regolata dagli art.71 ,72,76,77, svolge la funzione di esecutivo che è di indirizzo applicativo e normativo delle leggi promulgate dal Parlamento ,oltre a formulare l’indirizzo politico e la gestione amministrativa.
    Quindi il Parlamento ,che è soltanto organo legislativo , non può surrogare la funzione del governo .
    Rileggiti la Costituzione .

    • Di Carlo Santi (---.---.---.176) 13 marzo 2013 17:35
      Carlo Santi

      Grazie, accetto il consiglio, tu accettane uno mio: pensa bene a quello che hai scritto e sappi che solo i Parlamentari sono gli unici deputati al voto sulle leggi. Il governo ha funzioni esecutive, che significa che esegue e non è assolutamente legislativo. Meno sicurezza e boria ti farebbe più onore.

  • Di paolo (---.---.---.121) 13 marzo 2013 22:47

    Boria ?

    Legge 400/88 sulle attribuzioni del Consiglio dei ministri :
    Il governo può (inteso come facoltà) esercitare la funzione legislativa solo nelle due ipotesi previste e regolate dalla Costituzione :
    a) su delega del Parlamento
    b) decreti legge che poi passano entro 60 gg al vaglio del Parlamento .
    Sono regolate dagli art.71,72,76,77 . A questo e solo a questo mi riferivo .La decretazione d’urgenza è una prassi molto praticata ed oggetto anche di aspre polemiche visto che tende ad espropriare la funzione propria del Parlamento quando può contare su maggioranze tetragone .E’ stato il vulnus dei nostri governi ,specialmente gli ultimi.

    Quindi è una delle attribuzioni che il Parlamento (unico titolare della funzione legislativa) delega al governo ,ma non ho affermato che il Governo è organo legislativo.
    In aggiunta il governo è titolare in via ordinaria della funzione giuridica secondaria (su materie non esclusive del Parlamento) .

    Comunque senza governo non si può governare perché "governare" significa dare esecuzione ,da qui il nome di esecutivo .
    Soltanto la monarchia assoluta può fare a meno di un esecutivo essendo essa contemporaneamente istituzione legislativa ,esecutiva e giudiziaria .
    La nostra ,anche se a volte ho dei dubbi ,è una democrazia parlamentare .
    Spero di essere stato più chiaro .

  • Di (---.---.---.152) 13 marzo 2013 23:40

    Depistaggio >

    Al PD ed al suo leader si rimprovera di ostinarsi a voler formare un governo sulla base del suo programma in 8 punti.
    Molti opinionisti e politologi “pretendono” che Bersani si presenti da Napolitano con in tasca una formula di governo sostenuta da una solida maggioranza.
    In pratica, con il risultato di un’opera di mediazione ed apertura nei confronti delle altre forze politiche.
    Tutto questo riassunto in una sola domanda. Cosa farà il PD se Grillo continuerà a tenersi fuori portata?

    Eppure non c’è nulla da scoprire o da inventare.
    Tra pochi giorni Napolitano inizierà le consultazioni.
    Se nessuno dei vari candidati premier sarà in grado di prospettare i termini di una possibile formula di governo, Napolitano potrà, in piena autonomia, individuare i contenuti qualificanti di un “mandato” finalizzato a risolvere le prioritarie “urgenze” del paese.
    Solo allora si peserà la reale responsabilità dei partiti nel rispondere proficuamente all’ultima chiamata prima di un ritorno alle urne.
    Sulla base della proposta di Napolitano ogni partito sarà chiamato a “rielaborare” i propri obiettivi in funzione del superiore interesse del paese.
    Cosa del tutto diversa dal chiedere, oggi, al PD ed a Bersani di andare a cercare un compromesso con gli avversari di ieri.
    Ergo. La vita insegna che senza spirito critico si finisce per essere Travolti dalle informazioni

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