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Ieri e oggi: diversi contesti storici, simili interessi

Ieri: nelle elezioni del 20 aprile del 1947, in Sicilia il Blocco del Popolo (comunisti e socialisti) vinse alla grande sulla DC (30% circa contro il 20%). Poi la strage dissuasiva di Portella della Ginestra, preannunciata con esplicite minacce da mafiosi, arginò la cosiddetta “deriva progressista” siciliana in vista delle elezioni nazionali dell’anno dopo.

Gli USA poterono stare tranquilli; infatti, alla Regione Sicilia il Blocco del Popolo, nonostante la vittoria, non governerà. Seguendo la scia di Roma dove De Gasperi, aprendo la crisi politica con la coalizione antifascista, andrà a presiedere un governo centrista con esclusione delle sinistre, in Sicilia il democristiano Giuseppe Alessi andrà a presiedere un governo minoritario appoggiato solo dai partiti conservatori. Nella campagna elettorale delle nazionali del 1948 gli unici partiti “autorizzati” in Sicilia a fare campagna elettorale furono la DC e i monarchici. Alla fine delle elezioni di quel lontano 18 Aprile il partito di maggioranza relativa sarà la DC che governerà insieme ai conservatori. “La minaccia rossa” era stata sventata in tempo!

Oggi: novembre 2011, il Pdl è ridotto al lumicino e l’Europa si preoccupa, il Pd con l’Idv e Sel vincerebbero alla grande, e in un momento di crisi economica tale le loro naturali ricette non rigoriste sarebbero pericolose per gli interessi finanziari delle banche “divoratrici” di Debito Pubblico. Lo spread è lo spauracchio agitato dai media per far dimettere Berlusconi, divenuto ormai inaffidabile; andava benissimo col suo vantato terrore dei comunisti mangiabambini, ma poi a causa dei troppi bunga bunga, degli scandali vari e appunto di uno spread altissimo che minaccia il default dell’Italia, diviene fonte di preoccupazione per l’Europa dominata dalla Germania. Cosicché la Troika convince/obbliga il presidente Giorgio Napolitano a nominare senatore a vita Mario Monti e a far “accettare”, o meglio, a imporre agli italiani un governo di tecnici che li massacrerà di tasse e tagli lineari. L’Europa poté stare tranquilla.

Oggi quanto meno non c’è stato bisogno della strage dissuasiva, dato che nel Pd l’anima centrista (ex DC ed ex Margherita), ottima alleata dei poteri forti, direttamente dall’interno combatte contro la pericolosa deriva progressista dell’Italia.



In un anno e mezzo, infatti, al di là di ogni più pessimistica previsione, ce l’ha messa proprio tutta per far disintegrare totalmente l’anima di sinistra. In pochi mesi è riuscita a ridurre ai minimi termini il grande vantaggio che aveva accumulato nei confronti del Pdl, con una campagna elettorale talmente vaga che ai suoi elettori non è parsa propriamente di sinistra. Cosicché la coalizione Pd e Sel è arrivata a perdere le elezioni pur vincendole.

Paradossi tutti italiani! E dire che Bersani, come un tempo Occhetto, era così sicuro di vincerle che tronfiamente dichiarava: “Smacchieremo il giuaguaro!”. Non ultima frase profetica, dato che credeva di riuscire a imporre quantomeno un suo Presidente della Repubblica; ma anche stavolta il “giaguaro” l’ha avuta vinta riuscendo a far rieleggere, per la prima volta nella nostra storia repubblicana, il vecchio, in tutti i sensi, Presidente.

Sintetizzando gli ultimi vent’anni di politica italiana, e quindi in gran parte berlusconiana, si può proprio dire che spesse volte si è forti solo perché gli avversari sono deboli e inetti! E oggi Enrico Letta si avvia a fare un governo con Pdl e Scelta Civica, che di progressista non avrà e non potrà avere proprio nulla! Meditate gente, meditate!

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