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IUS SOLI | 23 dicembre: dal Senato della Repubblica un “bel” Natale agli 800.000 giovani che aspettano il diritto di cittadinanza

Auguri, auguri, carissimi bimbi/e, ragazzi/e, venuti da lontano... sperando che con la prossima Legislatura, in virtù dei potenziali nuovi equilibri politici attualmente in essere e in opera di costruzione nel Paese, spariscano del tutto le vostre speranze civili e democratiche per ottenere il giusto riconoscimento sul fondamentale diritto di cittadinanza da parte della Repubblica italiana.

In maniera molto evidente è questo il messaggio che è uscito fuori dal Senato della Repubblica giorno 23 dicembre, espresso da una grande maggioranza. Infatti, con un esito del tutto negativo, per assenza di numero legale, si sono definitivamente concluse le lunghe vicissitudini parlamentari sul varo della proposta di legge sulla modifica dei Diritti di Cittadinanza.

Il percorso parlamentare era iniziato il 13 marzo 2013 con la presentazione alla Camera dei Deputati della Proposta di Legge “ Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza”. Dopo sostanziali modifiche era stato approvato il 13 ottobre 2015, quindi, trasmessa immediatamente al Senato.

Dopo 26 mesi, a un solo giorno dalle celebrazioni del 70° anniversario del varo della Costituzione, l’atto finale! Giusto per massima beffa!

Sul testo, nell’aula del Senato, non è mai iniziata una effettiva discussione di merito. Di fatto ultimo giorno utile prima dello scioglimento della Legislatura, dopo l’apertura dei lavori sul punto “ nuovi diritti di cittadinanza”, poco dopo le ore 13.00, dietro richiesta, il Presidente del Senato Pietro Grasso ha ufficialmente preso atto dell’assenza del numero dei senatori necessari per aprire il dibattito e passare al voto. Infatti erano presenti solamente 116 senatori, mentre il quorum relativo al numero legale prevedeva la presenza di 149 componenti. Il Presidente ha rinviato la discussione dei disegni di legge in oggetto al 9 gennaio. E’ facile prevedere che a quella data la Legislatura sarà ufficialmente finita.

Per giusta memoria storica è bene evidenziare che in questa XVII Legislatura il Senato risulta composto da 320 senatori, più 5 senatori a vita. A Dicembre, dopo i tanti passaggi precedentemente verificatosi, i Gruppi risultano così composti: PD 98, FI 43, M5S 35, AP-NCD 24, Lega Nord 11, MPD 16, Autonomie-Psi 18, GAL 14, ALA 12, Federazione della Libertà 10, Noi con l’Italia 11, Misto 27.

All’atto della verifica, i senatori presenti delle varie forze politiche, sono risultati così distribuiti: PD 69, FI 6, M5S 0, AP-NCD 1, Lega Nord 3, MDP 13 , Autonomie-Psi 7, GAL 0, ALA 0, Federazione delle Libertà 3, Noi con l’Italia 0, Misto 14.

Il dato operativo che lascia ancor più sgomenti riguarda (sulla partecipazione attiva) ciò che era avvenuto circa un’ora prima, con la presenza di 238 senatori. Messo al voto, di fiducia con votazione nominale, il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale 2018.2010. Con una maggioranza nominale di 119, i votanti favorevoli sono stati 140, contrari 97. Si legge dal sito del Senato della Repubblica, Resoconto stenografico della seduta n° 922 del 23/12/2017: “Applausi dai Gruppi PD, Misto, AP-CpE-NCD e Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE”.

Quindi, ben 122 senatori si sono volutamente allontanati; di questi molte decine appartengono ai Gruppi della Maggioranza. Il “contributo” più rilevante è stato dato dal PD, con 29 senatori assenti.

A ciascuno il Suo!

Il connubio delle destre, più o meno formalmente dichiarate, contro il giusto riconoscimento di un diritto elementare, ha vinto su tutta la linea! 

Battuto il fronte che si richiama ai valori fondamentali sanciti dalla Costituzione, nata dalla sconfitta del nazifascismo e della pratica più nefanda del razzismo. 

Del resto, specie in questi ultimi mesi, da parte del fronte civile, democratico e antirazzista, in tutte le sue componenti politiche, sociali, sindacali e associative, dal mondo della solidarietà laico e religioso, non c’è stata la mobilitazione forte, convinta, continua e pressante, all’altezza di tutte le grandi battaglie democratiche che si sono combattute in Italia, necessarie per sensibilizzare adeguatamente l’opinione pubblica e contrastare le grida di odio razzista che vengono innalzate dalle destre, amplificate a dismisura da molte strutture informative. Troppe le indifferenze, tanti i settarismi e i corporativismi, le vile difese di “bottega”. Un sottile granuloso veleno di egoismo si è insinuato anche tra tanti insospettabili.

Tempi molti tristi si preparano per l’Italia. 

Commenti all'articolo

  • Di larry (---.---.---.226) 25 dicembre 2017 09:15

    Prima o poi rilasciaranno questa legge sul la cittadinanza.

  • Di GRANDE Vincenzo (---.---.---.66) 26 dicembre 2017 15:23

    IUS SOLI NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO OOOOOOOOOOOOOO GRAZIE

  • Di Giancarlo (---.---.---.2) 27 dicembre 2017 13:23

    Il PD ha dimostrato per l’ennesima volta di essere un partito di destra. Si impegnano per difendere la Boschi, ma non per la vita di 800mila persone incensurate e con genitori che pagano regolarmente le tasse.

  • Di Romana (---.---.---.80) 29 dicembre 2017 10:39

    Il punto è che parlarne per un anno, rimandare di festività in festività (primavera, ferragosto, Natale) senza nemmeno discuterne, illudere e poi non essere in grado di portare a termine il progetto, provoca più danni a livello sociale di quanto accadrebbe se non si fosse proposto. Sono incapaci e politicamente ciechi.

  • Di pv21 (---.---.---.65) 30 dicembre 2017 13:00

    Al nocciolo >

    NESSUN bimbo/a, se di origine straniera, manifesta dei complessi per via del rapporto "sbilanciato" con compagni di scuola italiani. Eventuali sfottò, torti o atti di prepotenza (bullismo) hanno molteplici radici e ragioni.

    Per contro.

    La cittadinanza non è una “medaglia” da conferire per interposta persona (genitori), da esibire pro-tempore e da poter ricusare appena maggiorenni.

    Il legame dinastico investe la famiglia di appartenenza del compito/dovere di trasmettere cultura, regole e valori a retaggio di tradizioni che accumunano e “identificano” le generazioni passate e future.

    Per un giovane immigrato la cittadinanza è giusto complemento della maggiore età. Come traguardo “meritato” di un percorso sviluppato e implementato scientemente nel corso di anni.

    Anche perché ricevere lo “status” di cittadino oltre ai “diritti” implica dei sostanziali “doveri” (v. ad es. Art 52 Costituzione).


    Ergo

     Fino a quel momento ogni nuovo nato, che risiede in modo regolare e stabile nel paese, ha il “diritto” di usufruire e di beneficiare, in toto e sotto ogni aspetto, del sistema collettivo (assistenza, istruzione, lavoro, sanità, ..) valido per tutti i “cittadini” suoi coetanei.

    A tal fine va predisposta subito una “equiparata” Tessera identificativa personale da detenere e far valere per ogni eventuale esigenza, fino al maturato conseguimento della voluta cittadinanza. SOLUZIONE che è compatibile con lo jus sanguinis e che toglie argomenti di discussione sia ai fautori che ai contestatori di certe novità (v. jus soli e culturae).

    Nessuno ha il diritto di “giocare” con processi di Integrazione e Naturalizzazione capaci …

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