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I vecchi padroni dell’Italia

In Italia “I professionisti del potere” si alleano e lottano seguendo le orme degli antenati e delle scimmie nelle primordiali savane africane (www.chiarelettere.it, 2011).

L’autore di questo saggio è un giornalista che preferisce usare uno pseudonimo per proteggere le propria identità, anche se in realtà non viene svelato nulla di eclatante. Oramai buona parte degli italiani, soprattutto quelli che si informano tramite internet, conoscono benissimo i retroscena del vergognoso teatrino sociale e politico italiota. Quasi tutti sanno che non esistono editori puri in Italia, per cui ogni genere di informazione è condizionata dagli interessi economici. L’unica eccezione è rappresentata dalla nascita de “Il Fatto Quotidiano”, per il resto l’informazione italiana è molto militante e “non morderà mai la mano che l’alimenta”. Così i più volenterosi sono costretti a leggersi almeno due quotidiani e settimanali diversi, nella speranza di riuscire a comporre delle mappe approssimative dei fatti (ma la cosa più intelligente da fare è quella di leggere più libri).

Comunque, siccome “il sistema finanziario è interamente nelle mani dei professionisti del potere”, in Italia la separazione tra imprese pubbliche e private è irrilevante: “Tutti insieme, infatti, i professionisti del potere controllano nomine e strategie delle aziende a capitale pubblico così come quelle a capitale privato”. L’unico problema è capire come riuscire ad andare oltre a questo sistema che ha trascinato la nazione nelle sabbie mobili. Forse il primo passo è quello di evitare di farsi coinvolgere nei vecchi stili di pensiero anal-logici ultraberlusconiani (chi ha più soldi lo può mettere in quel posto a chi ha meno soldi). La cosa non è per niente facile: “Per vedere quello che abbiamo davanti al naso serve uno sforzo costante” (George Orwell) e la costanza non è il genere di virtù che alberga spesso e volentieri nella penisola dei pentititi, dei furbi e degli amareggiati.

Del resto, “per ottenere lo scopo, i potenti si sono dati una strategia comune, assicurandosi che il loro gioco di squadra non sia visibile agli occhi del popolo: sono complici, ma si comportano come se fossero rivali. Hanno fatto in modo che a ogni consultazione gli elettori premino ora una fazione ora l’altra, ma non spazzino mai via l’intero gruppo, che quindi rimane al comando”. I sessantenni, i settantenni e gli ottantenni si divertono a rimescolare le carte, ma i giocatori sono sempre gli stessi. Naturalmente ogni tanto qualcuno prova ad arraffare più soldi e più potere di tutti gli altri, con il risultato che “Le elezioni politiche hanno soltanto l’effetto di aumentare o diminuire il potere dei singoli all’interno del gruppo, diventando l’occasione di salti di carriera”.

Inoltre i potenti si offendono a vicenda per confondere i telespettatori: “Più lo scontro è violento e più gli elettori s’illudono che il loro voto sia decisivo per le sorti del sistema, mentre in realtà accade l’esatto contrario: il gruppo egemone blinda il sistema e impedisce la nascita di qualsiasi movimento politico che provenga dal basso, cioè dal popolo”. Infatti Michele Serra ha parlato di “Partito dei Cittadini” (gestito dai soliti noti), ma nessuno cita movimenti come l’Italia dei Cittadini. Probabilmente molti italiani temono chi vuole spronare e organizzare i giovani, le donne, gli “apolitici” e tutti quelli che non appartengono a nessuna tribù, cioè la maggioranza silenziosa sempre più numerosa, sfruttata e incazzata.

Per quanto riguarda le banche è necessario segnalare che “aggirare la valutazione professionale sul merito economico degli impieghi bancari è un atto criminale, perché significa soffocare sul nascere l’innovazione e le idee migliori a favore di una politica di privilegi concessi agli amici degli amici, anche quando manifestamente incapaci, o con elevate probabilità di risultare insolventi”. E sarebbe meglio ricordare che l’adulazione ha distrutto le città più popolose e ne ha fatto tanti deserti (Euripide). Così un abile adulatore è temibile quanto le porte dell’inferno (Omero).

In sintesi il “neofascismo” italiano è un vecchio mostro tricefalo: c’è l’arcaica curia romana, c’è la vecchia partitocrazia che ignora e “ignorantizza” i cittadini e c’è la solita gerontocrazia finanziaria. Insomma, ci sono i vecchi padri senza figli della gerarchia cattolica romana; ci sono i vecchi padrini delle segreterie di partito con amici e parenti; ci sono i soliti patriarchi della finanza con il seguito di familiari raccomandati e di soci poco raccomandabili. Tutti insieme egoisticamente per accumulare piramidi di denaro, attraverso oligopoli, contratti capestro, leggi che sanciscono i privilegi delle caste, truffe legalizzate e condonate, innumerevoli gabelle amministrative e le tariffe taroccate dei vari servizi: luce, acqua, gas, ecc.

Avevamo una Repubblica accettabile e non siamo riusciti a mantenerla. Adesso è troppo tardi per migliorarla e va buttata come un vecchio stivale sfondato. Chi è stato eletto per più di due volte alla Camera o al Senato andrebbe obbligato a fare del buon volontariato (sarebbe bello vedere certa gente distribuire minestrine calde ai poveri e ai tossicodipendenti). E chi supera i 65 anni di età potrebbe fare l’animatore nelle case di riposo (questa sarebbe l’unica occupazione dove Berlusconi non farebbe nessun danno).

Con un po’ di coraggio potremmo stupire positivamente il mondo eleggendo una giovane donna come Presidente del Consiglio (ad esempio Irene Tinagli). Oppure potremmo fare di più eleggendo il premio Nobel Carlo Rubbia come Presidente della Repubblica. Infatti l’Italia del futuro andrebbe riprogettata da zero, in modo scientifico, evitando i soliti riti primitivi e le famigerate lotte scimmiesche. Per ora l’unica cosa onesta che si può fare è affiggere in ogni aeroporto italiano un bel cartellone luminoso per avvisare ogni straniero: “Benvenuto nel paese dei ritardati culturali”.

Nota impersonale – Secondo un rapporto della Uil negli ultimi dieci anni i costi della politica sono aumentati del 40 percento. In Italia ci sono 1,3 milioni di persone che consumano il 2 percento del Pil: 24,7 miliardi di euro, pari a 646 euro per ogni cittadino (rappresentano il 12,6 percento del reddito Irpef). Un altro dei nostri record negativi europei, ottenuto senza calcolare i costi illegali.

P. S. “Tutti i cittadini hanno l’obbligo di morire per la loro patria; nessuno ha l’obbligo di mentire per lei” (www.montesquieu.it). Perciò circa il 70 per cento degli esseri italiani sono delle scimmie che parlano troppo e male. Per fortuna Madre Natura offre sempre ai potenti l’opportunità di dimorare in una piccola casetta di legno senza poltrone.

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