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I segreti del Brasile di Scolari e l’esordio con polemiche contro la Croazia

Vince ma non convince. Anzi vince e fa saltare dalla poltrona il mondo intero per la rabbia, prima tra tutti, ovviamente, i nostri vicini dalmati. Quella vecchia volpe di Felipao Scolari prova a metterci una pezza elogiando la super prestazione dei suoi giovani ed il grande pubblico (nonostante lo stadio avesse alcune chiazze di seggiolini vuoti) che li ha supportati dall'inizio alla fine. In verità il primo match di Brasile 2014 ci ha detto due cose: i padroni di casa non sono ancora al top della forma (tattica, fisicamente stanno benissimo) e la Croazia è una squadra che, nel momento in cui aspetta gli avversari nella propria metà campo, potrà creare problemi a molti.

La Selecao ieri ha dimostrato tutta la straripante qualità tecnica dei suoi singoli. I piedi sono ottimi, e questa non è una novità. Tuttavia a mancare sembra una coesione non tanto dal punto di vista del gruppo di giocatori, quanto proprio in chiave di organizzazione sul campo. Ieri il miglior gioco di squadra l'hanno espresso i croati e proprio grazie a quello, nonostante l'inferiore tasso tecnico pro-capite, si sarebbero meritati quel pareggio che gli è stato negato dal triste tuffo in area di Fred. La terna arbitrale nipponica, protagonista di un'ottima prestazione dal punto di vista della gestione tecnica e comportamentale del match, purtroppo cade grossolanemente nel tranello. 

 
Tornando sulla lettura tattica della gara, si è visto come la selezione carioca abbia sofferto moltissimo la densità delle tre linee croate al punto da essere costretta in fase di impostazione a lunghi fraseggi tra difensori all'altezza della metà campo. In assenza di un regista a centrocampo (per lo meno fino all'ingresso di Hernanes), due le chiavi di uscita per l'impostazione dell'azione: lancio lungo sullo scatto del terzino (sontuoso Dani Alves) o arrestramento sulla linea dei 40 metri di uno dei trequartisti laterali, Neymar o Oscar.
 
In ogni caso che il gioco dei verdeoro faticasse ad ingranare non è cosa di cui scandalizzarsi eccessivamente: d'altronde essere padroni di casa comporta il fatto di non partecipare ai gironi di qualificazione per i mondiali e quindi gli uomini di Scolari negli ultimi anni, ad eccezione della Confederation Cup, sono sempre scesi in campo per amichevoli, match il cui tasso allenante è piuttosto irrisorio.
 
 
Ma sarà questo il Brasile che vedremo per il prossimo mese? Credo proprio di no. Ovviamente la Selecao si troverà più a suo agio con squadre meno organizzate in fase difensiva (penso al Camerun) e con avversari disposti a tenere più a lungo il possesso della palla (gli unici momenti di forcing croato prolungato ieri nella seconda metà della ripresa). 
 
Sarà a partire dagli ottavi e dai quarti di finale, con avversarie di maggior livello, che rivedremo, almeno credo, il team della scorsa Confederation Cup. Joga Bonito con la palla tra i piedi ma anche stroncamento delle azioni avversarie proprio con la coppia di qualità Oscar-Neymar incaricata dal commissario tecnico di essere il primo baluardo difensivo. La scorsa estate è stato grazie ai loro falli, evidentemente di natura tattica (sono stati i due giocatori più fallosi della Confederation Cup), che il Brasile ha spesso disinnescato le minacce degli avversari.
 
Basta leggere i nomi dei quattro dietro per capire che, se schierata, la difesa verdeoro è di difficile penetrazione, ma se presa in velocità il discorso può cambiare. Non a caso la rete subita ieri nasce da un contropiede in cui la posizione avanzata di Dani Alves ha concesso all'esterno croato la cavalcata sulla fascia che gli ha consentito il cross fatale a Marcelo.
 
 
Ultima postilla: ieri in campo non c'erano i due migliori portieri del mondo. Pletikosa in tutti e tre i gol è andato vicino vicino a prenderla. L'impressione è che qualcosina in più tra i pali, anche sul rigoraccio tirato da Neymar, si potesse fare. Julio Cesar non è stato certo troppo sollecitato; incolplevole sul gol ha fatto storcere il naso in una serie di respinte tutt'altro che al riparo da brutte sorprese. Ha rischiato anche tantissimo sul gol annullato alla Croazia, diciamo non ingiustamente, per carica al portiere. Certo è che, rispetto alla saracinesca dei gloriosi tempi nerazzurruri, è un altro giocatore.

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