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 Home page > Attualità > Politica > I finanziamenti pubblici ai partiti: giusto o sbagliato abolirli?

I finanziamenti pubblici ai partiti: giusto o sbagliato abolirli?

Nel corso dell’ultima settimana, il governo Letta, sotto il pressing del neo segretario del PD Renzi, ha decretato la fine dei finanziamenti pubblici ai partiti a partire dal 2017, anche se in verità erano stati già sanzionati da un referendum popolare di diversi anni fa, quando gli elettori espressero la volontà di eliminare questi benefici che spesso vengono gestiti male o, peggio ancora, diventano un “bancomat” a disposizione di cassieri dei vari partiti che ne usufruiscono per utilità personali.

Sicuramente è un provvedimento opportuno, ma decisamente tardivo, visto il precedente esito della consultazione referendaria del “secolo scorso” e , inoltre, appare molto lenta la soluzione definitiva del beneficio goduto da anni dai partiti, visto che si parla di una provvedimento che dovrà attendere il lontano 2017

Personalmente non sono stato mai completamente d’accordo sull’azzeramento dei finanziamenti ai partiti, per una ragione molto semplice: coloro che avranno alle spalle ricchi finanziatori e mezzi d’informazione tradizionali e non, avranno molto più successo su un corpo elettorale che si lascia facilmente suggestionare dagli slogan pubblicitari, dalle sceneggiature teatrali di vecchi e nuovi politicanti.

L’esperienza del fascismo dovrebbe farci riflettere: nel 1914 Mussolini espulso dal PSI e dall’Avanti!, in breve tempo fondò il quotidiano “Il Popolo d’Italia” con i finanziamenti degli industriali italiani e francesi e sempre con finanziamenti “privati” riuscì a sostenere il suo movimento politico. Non mancano altri esempi in epoche più recenti fino alla nascita del primo “Forza Italia”, che senza le risorse di Berlusconi, nessuno l’avrebbe mai votato e oggi avremmo ancora i “neofascisti” del MSI D.N. in un unico partito e neppure ci sarebbe stata la diaspora dei “democristiani”, dispersi in dieci “cartelli elettorali” negli ultimi vent’anni.

Ma la volontà popolare va rispettata, anche se è consolidata dall’apporto di ingenui e creduloni, che facilmente si fanno incantare dai populisti vecchi (Berlusconi) e nuovi (Grillo, Renzi ecc, ecc) che quando si tratta di raggranellare consensi sono tutti dei perfetti voltagabbana opportunisti.

Credo, che i finanziamenti ufficiali non siano le uniche fonti dei proventi di cui beneficiano i partiti: basta pensare agli stipendi d’oro che continuano a godere parlamentari regionali e nazionali, per rendersi conto della “fregatura” di tale provvedimento populista.Comunque, onestamente, tre anni per eliminare gli sperperi legati ai finanziamenti ai partiti sono eccessivi e oserei dire “vergognosi”.

Per evitare che la politica diventi sempre più uno strumento in mano a chi detiene il potere economico, la legge che prevede l’eliminazione dei finanziamenti, dovrebbe garantire l’accesso gratuito al sistema radio-televisivo nazionale di tutti i partiti e movimenti politici, nonché finanziare, almeno, le pubblicità dei programmi dei partiti sui giornali nazionali, inoltre tutti i movimenti politici dovrebbero poter fruire gratuitamente di sale e locali, in ogni comune d’Italia, per riunioni di Comitati e Assemblee di cittadini che vogliono far politica in modo libero e indipendente.

Quindi pochissimi soldi, ma solo per garantire l’aggregazione dei cittadini per il confronto e la soluzione di problemi sociali di pubblico interesse, con la finalità di gestire dal “basso” la politica e controllare i propri rappresentanti (sic!).

A Napoli diremmo ” u puorc’ se sonne i cunfiette” (il maiale sogna di mangiare i confetti)... Infatti , togliere il finanziamento pubblico ai partiti in tre anni, prendendosi tutto il tempo per trovare “valide alternative” è populisticamente proponibile; allargare la partecipazione e sostenere il controllo dei cittadini sulla politica è "un sogno di una notte di mezza estate”!

Ma noi preferiamo ancora sognare, piuttosto che applaudire ai vecchi e nuovi padroni della nostra partitocrazia. Agli uomini di buon senso l’ultima parola.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.251) 16 dicembre 2013 18:32

    PaoloM.

    Forse l’articolista non ha letto bene il DL che prevede:

    - progressiva riduzione ogni anno (40, 50, 60,100 %) degli attuali "rimborsi elettorali";

    - limiti massimi al finanziamento con il 2 %o con controllo degli eroganti e riceventi;

    - definizione più chiara di chi ne ha diritto.

    In ogni caso è stato rispettato il principio, con cui concordo, che i partiti debbano avere rimborsi elettorali, ma su base volontaria e non automatica come avviene ora.

     

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