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 Home page > Attualità > Cronaca > I fidanzatini di Policoro e la pax mafiosa

I fidanzatini di Policoro e la pax mafiosa

Ho deciso di scrivere un articolo molto difficile, si perchè è un compito arduo cercare di scrivere brevemente un argomento che se approfondito non basterebbe un libro intero.

Ma ho deciso di capire insieme a voi come i poteri occulti uccidono, depistano e operano indisturbati. E agiscono in quelle terre dove sembra che tutto sia bello, normale, tranquillo.

Non a caso è stato coniato un termine molto appropriato, esplicativo come "pax". Esiste la "pax mafiosa" dove sembra che tutto vada bene, pochi morti, nessuno si lamenta, e sembra che la mafia non esista più. Ma il termine "pax", può essere usato anche quando si fanno passare delle leggi assurde, si effettuano dei trasferimenti per evitare guai, e il tutto avviene senza il minimo rumore, disapprovazione. Non a caso durante il governo Prodi si parlava di "pax mastelliana".

Perchè quando non c’è nessun sano conflitto, la democrazia vacilla. E con essa anche la legalità.

Ad esempio esiste una terra considerata fino a poco tempo fa "felice", dove "non succede mai nulla". E’ la Basilicata, detta anche "Lucania Felix". Ma è lì, e precisamente a Potenza, dove c’è una forte convivenza mafia-istituzioni, dove esiste una forte presenza massonica deviata, dove c’è un circuito di rapporti tra uomini d’affari, imprenditori, appartenenti alle forze dell’ordine, magistrati, politici e avvocati.

E anche lì c’è una forte presenza della ’ndrangheta: la cosiddetta mafia dei basilischi. Sempre lei, una montagna di merda talmente grande che ricopre ogni cosa.

Dicevo considerata felice fino a quando un magistrato di nome De Magistris aveva aperto un’ inchiesta, ovviamente toltagli, chiamata: toghe lucane. E indagava sulla magistratura deviata. Non sto qui a parlarvi dell’inchiesta perchè è molto complessa ma basta che vi racconti una storia, una delle tante, e capirete molte cose.

Vent’anni fa a Policoro, un paese vicino Potenza, Luca Orioli e Marirosa Andreotta entrambi di ventuno anni, furono rinvenuti morti nel bagno della casa di lei. Tutti se li ricordano come i "fidanzatini di Policoro" per la tenerezza che ispirano ancora oggi. La loro morte fu bollata immediatamente come un incidente domestico, così su due piedi. Senza aver svolto un’autopsia, senza svolgere ulteriori indagini, e l’allora magistrato che si occupava di questa morte non volle approfondire nulla.

La madre del ragazzo però volle vederci chiaro e non ha creduto fin da subito ad una morte accidentale dovuta da uno scaldabagno, anche perchè i loro corpi erano pieni di ferite, con i volti tumefatti. Nel 1998 ebbe la conferma dal criminologo Francesco Bruno, che disse: "I due ragazzi sono stati prima uccisi , ci sono evidenti segni sui loro corpi, e poi annegati nella vasca da bagno. Non era lecito per nessuno, specie se medico, immaginare cause diverse dalla morte".



Ma perchè c’era tutta questa voglia di non approfondire le indagini e addirittura di contrastarle? Non è la prima volta che succede in quella terra felice, anche per quanto riguarda la scomparsa della Claps ci fu un insabbiamento da parte della magistratura. Non hanno voluto inquisire quel ragazzo psicolabile di nome Daniele Restivo. Forse perchè figlio di un noto massone? Non saprei.

I fidanzatini di Policoro sono stati uccisi, non c’è dubbio. E De Magistris aveva riaperto il caso, anche perchè faceva parte del filone dell’inchiesta "Toghe Lucane" che stava svolgendo.

La ragazza custodiva un segreto terribile e aveva deciso di parlarne con il suo ragazzo, perchè lei era innamorata e voleva togliersi questo pesante fardello.

A Potenza questa congrega di potenti, questi "galantuomini", questi signori che rappresentano le istituzioni amavano (e probabilmente amano ancora) divertirsi con dei bei festini privati contornati da prostituzione e droga. E molto probabilmente questa ragazza vi partecipava e avevano paura che i fidanzatini ne parlassero troppo in giro e magari c’era il rischio che uscisse qualche nome "eccellente".

Meglio ucciderli e poi in seguito farsi aiutare dagli amici magistrati, dai capi delle forze dell’ordine, e dagli avvocati.

A proposito di avvocati è importante sapere come sono bravi a depistare le indagini dall’interno, ad esempio può capitare che ad una madre presa dal dolore e quindi vulnerabile gli propongono degli avvocati che dicono che potrebbero aiutarla e invece si rivelano dei farabutti. E così alla madre di Luca Orioli gli propongono Buccico, ora senatore di AN, che prima sta con lei complicandogli le cose, e poi va dalla parte degli indagati.

Un doppiogiochista che mi ricorda un altro avvocato, un certo Umberto Guerini che faceva parte della difesa dell’Associazione delle vittime della strage di Bologna. E fu mandato via dall’associazione stessa per delle motivazioni che trovate nella fonte che ho citato.

Ora i genitori dei fidanzatini gridano giustizia, ma De Magistris lo hanno trasferito, in Lucania tutto è tornato alla normalità, la pax vige ancora una volta.

Una "pax" apparente però.

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