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Human Beatbox: Primo Campionato Italiano. Intervista a Dhap

Human Beatbox, ovvero l’arte di ricreare col solo ausilio della propria bocca come cassa di risonanza e delle corde vocali, interi (o quasi) brani musicali usando la fantasia, l’orecchio...e il senso del ritmo!!

La beatbox è una forma d’arte ancora piuttosto giovane, anche se in questi ultimi anni nel Mondo sta avendo un vero e proprio boom. In Germania stanno addirittura aprendo delle scuole specializzate dove questa forma d’arte viene insegnata a vocalist professionisti o a giovani adolescenti. Ogni anno inoltre, si organizzano un sacco di conventions. Inoltre, sempre più beatboxers entrano nel mainstream o viceversa, e sono in aumento anche gli artisti di musica pop che utilizzano lo human beat nelle loro canzoni (un nome su tutti: Justin Timberlake).

E in Italia? Come siamo messi?

Beh, come sempre per quanto concerne la musica (e l’Arte in genere), nel belpaese siamo molto indietro rispetto al resto d’Europa e del Mondo. Qui da noi, coloro che praticano questa disciplina rimangono spesso isolati. O meglio, rimanevano, perchè di recente, grazie allo sforzo di Dhap, un giovane beatboxer  parmense, tutto sta cambiando, e in meglio. Dhap ha organizzato il primo raduno italiano lo scorso inverno ed ora, grazie alla buona riuscita di quell’evento, ha messo in piedi il primo campionato Italiano, che si è svolto lo scorso 25 Aprile al Maffia di Reggio Emilia.

Ne ho approfittato per fare alcune domande a Dhap. Buona lettura!!


Com’è stato organizzare questo evento per la prima volta in Italia?
 
Organizzare questo evento è stato uno sbattimento gigante!! Tra telefonate, promozione web, ricerca del locale...contatti con gli sponsor... roba da uscire fuori di testa!
 
Stavolta la stampa è passata a trovarvi?

Si, ma questa volta si sono fatti vivi solo i giornalisti “di settore” diciamo, ovvero quelli di hotmc.com e alcuni giornalisti della rivista musicale groove.
 
Com’è andata la serata al Maffia?

Benissimo! Certo, di gente ce ne aspettavamo di più, anche se era impossibile dato che il giorno era pieno di concerti. A Reggio Emilia lo stesso giorno della battle suonava gente come Vinicio capossela e Bandabardò; un’impresa quindi, portare più gente. Purtroppo avevamo una scadenza da rispettare, perchè a fine Maggio si terrà il campionato mondiale in Germani e non si poteva attendere oltre. E’ stato comunque un evento che si può definire riuscito.
 
E la gente che è venuta, come ha recepito l’evento?
 
Beh, in Italia tu conta che è una cosa nuova, le persone che sono venute, sono rimaste affascinata e incollate tutta la sera davanti al palco, rimanendo dentro al locale fino alla fine della serata.
 
Secondo te l’Italia si difenderà bene ai Mondiali di Maggio in Germania?
 
Si, Marco aka Beatconnetta (da Francavilla, ndr) ha sicuramente le sue buone carte da giocare. Inoltre è un tipo che sa stare sul palco. Sono sicuro, Beatconnetta rappresentarò l’Italia egregiamente. Inoltre, sia io che Alien Dee, storico beatboxer Italiano li in Germania faremo uno showcase, quindi per l’Italia saremo in tre. Questo è sicuramente un buon traguardo per il beatbox in Italia, se pensi che solo pochi anni fa l’unico italiano conosciuto all’estero era Alien dee!
 
E i beatboxer...sono venuti? Quanti erano?
 
Si, sono venuti. Erano una ventina, provenienti da tutte le parti d’Italia. Sono molto contento, perchè alla fine si sta venendo a creare una bella compagnia, con gente che fino a poco tempo pfa era sola nella proprio città o paese.

Quali sono i parametri per giudicare un beatboxer?
 
I parametri con cui si giudica un beatboxer sono: la musicalità, quindi come suona e quanta energia ti trasmette e l’originalità, ovvero quando tu senti se uno fa o meno delle cover di canzoni o routines già fatte in precedenza da altri beatboxer. La cosa più bella nella musica e nell’arte in genere è quando tiri fuori un tuo stile personale che fa la differenza.

Possiamo definire il beatboxer come un musicistà o è un aggettivo un pò azzardato?

No non è un aggettivo azzardato. Il beatboxer è un musicista a tutti gli effetti. Alla fine col beatbox sei tu stesso uno strumento!

 
Certo, questo è un riconoscimento gli viene attribuito solo da pochi anni. Questa forma d’arte , ci tengo a dirlo, è una cosa nuova, fresca che venne creata negli Stati uniti agli inizi degli anni ottanta, anche se il beatbox, in una forma più primitiva esiste da più di un secolo. I primi beatboxer che potevano essere definiti tali, copiavano il suono delle batterie elettroniche, fornendo la base ritmica utile all’mc per rappare. Si è poi evoluto come disciplina a sè negli anni novanta del secolo scorso grazie a gente come Rahzel, che prese spunto da cantanti come Bobby Mcferrin o showman tipo Michael Winslow. Prima quest’arte veniva vista invece come una cosa di poco conto attigua alla scena Hiphop, poi lentamente e a piccoli passi si è evoluta, arrivando fino ad essere ormai praticata in tutto il Mondo, finendo per allontanarsi dall’hiphop, arrivando ad abbracciare tutta la musica.

Tengo inoltre a precisare che il beatbox è una cosa che tutti noi abbiamo provato a fare, almeno nei primi anni della nostra vita. Non ci credete?

Riprodurre suoni e rumori del mondo che ci circonda, è una cosa che da bambini facciamo con piacere e curiosità, che rappresenta un modo per conoscere il mondo ed iniziare a sperimentare le prime parole o frasi. Ecco, il beatbox in un certo senso è come tornare bambini!!!
 
Progetti futuri?
 
Prima di tutto tirar fuori una compilation di beatboxer Italiani e magari cominciare a divulgarla quando andremo al Mondiale. Poi organizzare nuovamente una convention per fine anno, in modo da portare in questa “cosa” del beatbox ancora più gente.
 

Per saperne di più sullo human beatbox:


- ita beatboxers, la community italiana

- beatbox su wikipedia

- human beatbox television, video di beatbox da tutto il mondo


Videos:




Rahzel, Il Padrino del rumore. USA L’innovatore del beatbox.




Michael Winslow, un grande ispiratore dello human beatbox che imita Jimi Hendrix, in Italia lo ricordiamo nella saga cinematografica "Scuola di Polizia" nei panni di Larvell Jones.




Justing Timberlake improvvisa un beatbox




Michael Jackson improvvisa un beatbox (1993)




Bobby Mcferrin in concerto

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