Hanno solo scherzato. Ciao, ciao sviluppo
Hanno solo scherzato.
Il manager che ha salvato la patria e il suo piano da 20 miliardi per fabbrica Italia. Un bluff, un progetto solo su cata. Agevolato dai politici, sindacalisti, gionalisti che hanno fatto il tifo. Rimarremo l'unico paese dei G7 senza un'azienda nel settore auto (e senza alluminio, senza acciaio, senza chimica, senza ricerca (...).
Il ministro del lavoro (nella foto) e la "paccata" di miliardi in arrivo se si fosse tolto l'articolo 18. Lei e la sua fiducia negli imprenditori: molti dei primi licenziati (per motivi economici) sono iscritti alla Fiom. Un caso.
Il premier e la sua equità. Equità, rigore e crescita. Per il rigore si fa in fretta. Per la crescita serviranno anni. Dell'equità meglio non parlare. Ieri ha attaccato lo statuto dei lavoratori, perché contiene "disposizioni ispirate ad un intento nobile hanno determinato un'insufficiente creazione di posti". Cosa preferirebbe? Un mondo dove vige la legge del più forte? Dove chi sta in basso non ha giustizia, non ha garanzie?
Il ministro candidato e i suoi 10, 50, 100 miliardi per lo sviluppo. Alla fine si scopre che sviluppo significa solo (all'atto pratico) le solite grandi opere costruite in project financing o tramite o project bond. In sostanza è ancora lo stato (cioè noi) che si farà carico dei mancati profitti del privato (con dietro le banche) che volesse investire nell'ennesima autostrada (come la nuova Romea, perfettamente bipartisan). Ma non si era detto che non c'erano soldi pubblici da investire? Non è questo un modo per continuare ad indebitarsi e accollare tutto sulle prossime generazioni. Questo articolo è stato pubblicato qui
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