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Grillo attacca Rodotà per liberarsi dell’ombra della sinistra

Sono usciti dalle cantine e dai freezer dopo vent'anni di batoste e di vergogne infinite del loro partito, che si chiami pdmenoelle o Sel, non c'è differenza. In prima fila persino, con mio sincero stupore, un ottuagenario miracolato dalla Rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi a cui auguriamo una grande carriera e di rifondare la sinistra

Non voglio fare quello con la matita rossa. Pero’, certo, non bastano più le indicazioni di Grillo e Casaleggio. Un movimento nato dalla rete, che ha svegliato una cultura politica pigra, una volta entrato in Parlamento deve cambiare tutto. E non può dire ai parlamentari: non dovete elaborare strategie

Queste le parole (in un'intervista al CorSera) che sono costate a Stefano Rodotà la spietata reazione di Grillo. Ieri pomeriggio sul blog il leader 5 Stelle ha risposto con un post rio le cui parole centrali, riguardano proprio Rodotà:

Sono usciti dalle cantine e dai freezer dopo vent'anni di batoste e di vergogne infinite del loro partito, che si chiami pdmenoelle o Sel, non c'è differenza. In prima fila persino, con mio sincero stupore, un ottuagenario miracolato dalla Rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi a cui auguriamo una grande carriera e di rifondare la sinistra

La reazione sdegnata, anche nei commenti a dire il vero, è arrivata da tutte le parti: e perché si è trattato di un'offesa personale (quell'"ottuagenario" suona cattivo, sprezzante, materiale), e perché è sembrato un tradimento (l'insulto raddoppia). C'è anche chi ha commentato quel "miracolato dalla rete", dietro a cui sta un mondo, una determinazione esistenziale, del Movimento. Tutto vero. Ma non è solo questo.

 

A mio avviso questo è l'aspetto superficiale delle vicenda. Se si guarda con occhi scevri, liberi da tanta inciviltà e violenza, si riesce a capire il passaggio politico importante che sta affrontando Grillo. Enormemente sconfitto alle elezioni, serviva qualcosa per riaffermare il proprio essere, il logos attorno a cui il movimento si muove.

 

Serviva soprattutto, è qui che sta l'essere, differenziarsi, e creare un fossato profondo, per separarsi dalla sinistra. E per far questo, occorreva adesso, scrollarsi di dosso quella figura che volens ut nolens, era diventato il simbolo di questo accomunamento: Rodotà, appunto. Personaggio di indiscutibile valore, che aveva calamitato - e verso il Movimento, anche se sia chiaro, Rodotà non è mai stato uno di loro - molta attenzione e consensi. Rodotà incarnava la legittimazione culturale, storica, al limite accademica, a tutto quello che Grillo aveva creato: come dire "se anche Rodotà dice che andiamo bene, allora andiamo bene davvero".

 

Ma Grillo ha visto lungo, forse: non si confonda quel post con uno psicodramma da pugile alle corde o capriccio infantile. Grillo ha visto dietro a Rodotà il ricompattarsi di un fronte, storicamente politicizzato, e di uno spazio, che non era proprio e che non avrebbe mai voluto lo diventasse. Deriva complicata, a cui vedeva lasciarsi trasportare anche da alcuni dei suoi. La sinistra.

 

Grillo sa bene che quegli orizzonti sono cupi. Il Pd è un mastodonte, contro il quale è inutile inquadrarsi alternativa. Più in là del Pd, c'è tutto quel marasma in cui Sel sta provando - di nuovo, ancora, adesso - a trovare il bandolo della matassa, senza risultati e soprattutto senza voti. Il Movimento non può passare per un partito di sinistra, pena la cancellazione, l'alienazione, lo straniamento di tutto quello che fin qui si è costruito e detto. Il Movimento deve essere individuato come qualcosa di oltre, di successivo, di post destra e sinistra.

 

E allora, è in quell'ironico "auguriamo una grande carriera e di rifondare la sinistra" (mancava solo aggiungesse "lontano da qua" per essere più didascalico) la verità profonda dell'attacco di Grillo. Un attacco fondativo, o ri-fondativo: Rodotà è un proxy, che Grillo usa per dire altro, di più politico ed importante. E quel che vuol dire è molto simile a un "non provateci, noi non siamo la soluzione momentanea per gli scontenti riuniti della sinistra italiana, e non vogliamo diventarlo".

 

Se Rodotà avesse o meno l'intento di riaggregare una sinistra più in là del Pd, usando i consensi di Grillo, non è chiaro e forse non lo si saprà mai. Ma d'altronde meglio giocare d'anticipo, guardarsi le spalle, non farsi ingannare: il complottismo è il forte del Movimento, d'altronde.

 

@danemblog

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.245) 2 giugno 2013 16:35

    E’ veramente ridicolo, dimenticarsi di essere un "essere". Questo è quanto ha dimenticato di pensare Beppe Grillo, parlando di coloro che da lui, o meglio, dal Movimento da lui creato con l’ausilio di altri, ha supportato sino al giorno in cui le persone issate a "bandiera" dal M5S, si sono permesse di esprimere la loro logica politica che, risultava diametralmente opposta all’improvvisazione enunciata da Beppe Grillo in nome e per conto del M5S. Lui, ideatore del medesimo, dove era in quel ventennio preso come periodo temporale di confronto? Cosa ha dato al Paese in più di coloro che hanno adempiuto ai doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale? Cosa ha dato di differente? 

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