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God’s creatures

Cinecommentatori esperti definiscono questo film come "senza sfumature". Infatti non ve ne sono, le cose accadono, nulla lascia indovinare i segreti che possono annidarsi in una piccola comunità, persino nella famiglia protagonista, mamma Aileen interpretata da Emily Watson e il figlio Brian (Paul Mescal): onore al merito dei due attori. 

Siamo in un piccolo borgo sulla costa irlandese dell'Atlantico, ambientazione molto simile al film Gli spiriti dell'isola. Anche qui possono serpeggiare inimicizie e conflitti piccoli o grandi. Mamma Aileen come altre donne lavora alla Atlantic Sea Food, molta parte della piccola comunità presta servizio in questa azienda che lavora il pesce pescato nell'oceano. Le ostriche sono una delle maggiori colture, si depositano su delle "brande" vicino alla riva.

Una grande sorpresa per Aileen è il ritorno nella piccola comunità del figlio Brian, dopo sette anni spesi in Australia a cercar fortuna, forse non trovata. Alla mamma che lo riabbraccia dice che l'Australia non era nulla di speciale, non le scriveva perché non aveva alcun granché da raccontare. Si metterà anch'egli a raccogliere ostriche. Scene di una coppia felice mamma e figlio: bevute e balli nel pub. 

Un amore vero e un ritorno desiderato da entrambi, forse meno da parte del padre, lui e il figlio hanno approcci conflittuali che sembrano venire da lontano. Ma ombre buie sembrano annunciarsi: una tensione crescente, qualcosa che deve avvenire su quei due visi sereni di mamma e figlio, "conflittualità intrisa" spiegano i commentatori esperti. Rumori inquietanti, attesa di qualcosa di tragico che sembra crearsi, voli di gabbiani scuri sul fondo di un cielo burrascoso, eppure al buio siamo tutti figli di Dio.

Brian potrebbe essere tornato per rivedere un amore di ragazza: Sarah, quel viso giovane che canta soavemente nei ritrovi dei compaesani. Le famiglie di lei e di lui bambini si frequentavano molto, i due dormivano perfino assieme qualche volta. Galeotto dev'essere stato l'invito stupiscimi che la ragazza gli dice quando Brian le chiede cosa vuoi bere? nel pub dove sedeva anche mamma Aileen quella sera. Un fattaccio: Brian si è forse sentito invitato ad andare oltre. Aileen gli crea un alibi, non può quel bel figlio sicuro di sé essere colpevole.

Sarà lei, o almeno le registe e l'autrice della sceneggiatura, dunque animi femminili, spiriti materni per natura, a farle dire a Brian non ti vogliamo nella nostra famiglia, mentre egli annega nella marea che sale. Una norma del luogo era quella che gente di mare non sapesse nuotare, per non lanciarsi a salvare altri nelle tempeste ed evitare altri morti. Magnifica la fotografia e l'ambientazione, film che scuote intensamente. Le donne ci accolgono ma ci "educano" da vere giudici.

 

 

 

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