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Globalisti e mazziati

Notizie fresche dalla economia globalizzata

Fincantieri (di proprietà 100% dello Stato italiano) annuncia 2.551 licenziamenti nei cantieri di Genova e di Castellammare di Stabia;

30 anni fa in Europa si costruivano un terzo delle navi di tutto il pianeta, oggi siamo al 4%;

30 anni fa i cinesi non costruivano navi, ora hanno il 40% del mercato mondiale e molto forte è anche la Corea del Sud.

Dovrebbe essere semplice capire che, al di là, di una possibilissima incapacità manageriale, il mondo globalizzato non lascia alcuna speranza a chi produce con salari decenti e rispetto della sicurezza e dell’ambiente. 

Interi segmenti produttivi si stanno perdendo e il declino dell’Italia come realtà industriale è segnato.

1.600 dipendenti di “call center” di Taranto, Roma, Fiumicino, in servizio per SKY e Alitalia, sono stati licenziati e sostituiti da omologhi albanesi che costano 5 volte meno al gestore, che è la multinazionale francese Teleperformance.

Se ci ricordiamo anche delle decine di migliaia di aziende che hanno delocalizzato la produzione in paesi dove il costo del lavoro è molto più basso, parlare di “ripresa economica” suona un po’ beffardo.

- Il rientro del debito pubblico, che ci impone l’Europa, ci costringerà stanziare ogni anno 45 miliardi di Euro, che il buon Tremonti ancora non ci dice come salteranno fuori, comunque egli parla in modo così incomprensibile che quando ce lo dirà non ce ne accorgeremo, ma i sacrifici saranno pesantissimi e la crisi si farà più profonda.

Essere ottimisti in questa situazione è da deficienti.

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