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Gli "Invisibili" amici di Jack Folla

Per una democrazia è essenziale che i cittadini siano trasparentemente ed esaustivamente informati delle “faccende” della politica. Molta dell’attuale disaffezione dei cittadini alla cosa pubblica è da imputare al giogo mediatico a cui siamo sottoposti quotidianamente e per quanto riguarda i media tradizionali anche capillarmente.

Un evidente tentativo di riappropriarsi di un bene ingiustamente alienato, qual è quello di un informazione libera ed imparziale, è rintracciabile in rete.

Sui tanto descritti blog e su Facebook è facile comprendere che molte persone non riescano a esprimere una coerente identità politica perché impossibilitati ad identificarsi coll’attuale classe dirigente.

Un esempio è il movimento degli "Invisibili", fondato da Diego Cugia alias Jack Folla, che ci sta fornendo un emozionante dibattito, una costituente. I fan del gruppo infatti, stanno discutendo per trovarsi un’identità e una collocazione politica.

Nel difficile ma affascinante processo è possibile immaginare cosa potrebbe essere una democrazia non più elettiva, da noi mera fabbrica di consenso, ma partecipativa.

Un modo nuovo ma vecchio di almeno duemila anni che la moderna tecnologia rende attuale anche nelle nostra straordinariamente complessa società.

Un nuovo intendere la politica, una più ampia possibilità dell’elettore di controllare l’eletto, di informarsi, di chiedere, di votare. Un modo nuovo per dirimere questioni importanti, finora appannaggio di pochi.

 

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