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Giovani fornai, una professione per pochi

È lievitata la polemica sulla mancanza dei fornai. La notizia è rimbalzata su blog, rotocalchi, telegiornali, che hanno acceso i riflettori mediatici su quello che sembra un vero paradosso, ovvero che in un periodo di disoccupazione fulminante come il nostro, non è il lavoro a mancare, ma la volontà dei giovani a lavorare.

Provando ad andare oltre i luoghi comuni, sono rimasto particolarmente colpito da come in Abruzzo si cercano disperatamente fornai, addirittura è a rischio di estinzione il buon pane abruzzese. Un lavoro sacrificante ma redditizio, che nessuno vuole fare, anche se si arriva a guadagnare due/tre mila euro al mese. Un appello accorato a cui non ho esitato a rispondere, venticinquenne, neolaureato a pieni voti in economia con esperienze all’estero e stanco di stage dal sapore amaro del rinnovo ad libitum, che a fronte di una proposta di dottorato (senza borsa!) volentieri ci va a fare il panettiere.

Mando una mail alla Associazione Panificatori d’Abruzzo Gruppo Confesercenti che ringraziandomi per la mia manifestazione di interesse, mi scrive che “l’allarme raccolto dai mass media ha avuto il merito di accendere i riflettori su un mondo, quello della panificazione artigianale abruzzese, in cui la carenza di personale specializzato e altamente qualificato si fa sentire con forza, specie nei momenti di alta affluenza di turisti come appunto l’estate appena conclusa.” Sembra di leggere uno di quegli annunci ove si cerca sempre qualcuno che abbia almeno qualche anno di esperienza pregressa.

Ma come si fa a diventare personale specializzato o almeno apprendista? “Per diventarlo, sono attivi in tutta Italia corsi promossi dagli Enti formativi accreditati e dedicati alle professioni della panificazione e, in genere, a tutte le professioni del sistema alimentare.” Ancora corsi!

Consultando il sito cescotabruzzo.it  si scopre che per diventare panificatore, c’è la possibilità di frequentare un corso gratuito “Fare il pane riducendo il sale” destinato a 10 allievi selezionati tra soggetti di età superiore ai 18 anni occupati anche con rapporti di lavoro atipici o a termine.

Per gli altri, giovani disoccupati in primis, c’è “Officinia dei Sapori – la scuola dei maestri del gusto” di Sulmona (Aq) che propone un corso di 60 ore per un minimo di 10 allievi, e che per gli interessati offre la possibilità di pagamento rateizzato tramite finanziamento. Tanto sponsorizza la sempre amorevole borsetta di mammà!

Se per caso ci fosse qualcuno che sia già formato, “è invece buona prassi contattare i Centri per l’Impiego”, che in dieci anni di iscrizione mi hanno chiamato solo per il periodico colloquio di prassi, “e le Agenzie di Lavoro”, l’apice della fantasia italica.

Ora, mi spiegate perché uno per fare il panettiere deve indebitarsi per seguire l’ennesimo corso della sua vita, e poi lasciare che le sue competenze siano vendute?

Parta da qui il discorso sui giovani.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.213) 30 maggio 2012 17:10

    vai a cagare, trova tu il posto da fornaio, si dice che ne mancano 20000 in italia come ne mancano altrettanti di idraulici e di elettricisti, nonchè falegnami ,prova a cercare il lavoro e vedrai quanti ne troverai di posti, se puoi mandami un elenco, cerco lavoro, come tantissimi, e non solo come fornaio ,ma anche da spazzino, tutte storie per far credere che siamo lazzaroni , ma non è vero,che si lascino i recapiti di tuttin questi fornai, sono di brescia ma per mantenere la famiglia vengo anche in abruzzo,fatemi sapere.......

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