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Giorno del ricordo: i massacri delle foibe

Il dieci di febbraio è il giorno del ricordo. Il ricordo dei massacri delle foibe. È quello della fuga dei giuliano dalmati. Il giorno del ricordo è stato istituito nel 2004. Oggi un comunicato ANSA riporta il discorso fatto dal Presidente della Repubblica Mattarella, che si sofferma sul merito, ma ricorda anche che il negazionismo è da condannare ma bisogna soprattutto far conoscere questo pezzo della storia d'Italia. Le dichiarazioni del Presidente occupano la prima pagina del sito del Quirinale.

Il dieci febbraio è il giorno del ricordo. È stato istituito nel 2004. Il ricordo dei massacri delle foibe e dell'esodo degli italiani d'Istria verso l'Italia. Le coste dalmate - quelle dell'attuale Croazia - sono state oggetto di numerosi insediamenti italiani durante i secoli della repubblica di Venezia - nel medioevo sino all'epoca napoleonica.

Con la nascita del regno d'Italia l'impero austroungarico iniziò a discriminare le popolazioni di lingua italiana, favorendo quella slava considerata più fedele all'impero. Durante la prima guerra mondiale vennero portati in campo di prigionia in quanto potenzialmente nemici.

Alla fine della prima guerra mondiale parte di questi territori sono diventati italiani. Durante la seconda guerra mondiale l'esercito italiano, al seguito di quello tedesco occupò l'attuale Slovenia e Croazia. Alla fine della seconda guerra mondiale per vendetta, o nel tentativo di effettuare una pulizia etnica la popolazione italiana di quei territori venne catturata e uccisa buttandone i cadaveri nelle foibe, grotte profonde proprie di quei territori. Molti lasciarono quei territori e si trasferirono in Italia

Il dieci febbraio "contribuisce a farci rivivere una pagina tragica della nostra storia recente, per molti anni ignorata, rimossa o addirittura negata: le terribili sofferenze che gli italiani d'Istria, Dalmazia e Venezia Giulia furono costretti a subire sotto l'occupazione dei comunisti iugoslavi." - così ha detto il Presidente della Repubblica.

Il presidente critica il negazionismo, ma ritiene che si tratta di un periodo storico ignorato, e pertanto bisogna farlo conoscere. Gli eventi storici "ci insegnano che l'odio la vendetta, la discriminazione a qualunque titolo esercitati generano altro odio e violenza".

Attilio Runello 

Foto: Wikipedia

 

 

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