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Gestione illecita di rifiuti: attivisti occupano la Kuwait Petroleum di Napoli Est. Sequestrati beni per 240 milioni

Ieri mattina decine di attivisti del movimento campano contro la devastazione ambientale #StopBiocidio hanno occupato simbolicamente lo stabilimento della Kuwait Petroleum Italia Spa di Napoli Est.

L'azienda è al centro di uno scandalo per "delitti correlati al traffico illecito di rifiuti". L'accusa è quella di aver smaltito illecitamente 42mila metri cubi di acque oleose attraverso un impianto non a norma, in maniera organizzata e continuativa. La procura ha definito l'impianto di Napoli Est una vera è propria bomba ecologica.

Attraverso un comunicato gli attivisti denunciano: "Questa è una storia che in Campania abbiamo sentito raccontata decine di volte, sempre nello stesso modo e con sempre diversi protagonisti. Per queste storie oggi moriamo più degli altri e il nostro territorio è una laboratorio a cielo aperto di 'cancerogenesi'. La Q8 è una azienda che già in condizioni 'normali' pratica, attraverso la sua azione estrattiva, una violenza continua nei confronti dei territori che trivella. Oggi diventa in Campania ennesima colpevole di biocidio, su un territorio che giorno dopo giorno oramai accertiamo essere stato considerato negli ultimi decenni la pattumiera della grandi aziende italiane, europee, mondiali".

Ad oggi sono otto gli indagati all'interno della Kuwait, tra i quali il legale rappresentante dell'azienda Alessandro Gilotti e il direttore delle risorse umane Roberto Zaccaro. Il primo dicembre è stato eseguito il decreto di sequestro emesso dal Gip su richiesta della Dda. L'Agenzia delle Dogane di Napoli e della Capitaneria di Porto hanno sequestrato beni per un valore di 239, 7 milioni di euro. La sezione Antimafia diretta da Filippo Beatrice aveva chiesto un sequestro superiore ai 300 milioni, ma il Gip ha calcolato il danno solo dall'entrata in vigore della nuova legge nell'agosto 2011.

Secondo la Procura le intercettazioni "hanno consentito di risalire all'esistenza di un accordo tra i responsabili del deposito di Napoli e i vertici della società Kuwait spa, nonché di riscontrare come l'illecito smaltimento dei rifiuti sia stato oggetto di una scelta consapevole della società, allo scopo di non affrontare gli oneri economici derivanti dall'osservanza della normativa in materia, introitando in tal modo le somme che avrebbero dovuto essere impiegate e che costituiscono l'illecito profitto sottoposto a sequestro".

"Noi sappiamo perfettamente quanto rischia di essere pericoloso e radicale il danno ambientale quando vengono coinvolte la falde acquifere - dichiarano gli attivisti che hanno partecipato all'occupazione - ed è per questo che stamattina siamo venuti qui, insieme al comitato civico che da anni si batte contro la devastazione sistematica di una delle periferie più trascurate, povere e degradate di Italia, con l’intenzione di lanciare, insieme con loro a gennaio, un’assemblea popolare che ponga seriamente il problema del “biocidio”, dell’avvelenamento a Napoli Est. Un’assemblea in cui ribadire che per noi su questi temi #decidelacittà e che pretenda un piano di bonifiche adeguato all’inquinamento che abbiamo subito, soldi e strutture per screening completi e gratuiti, una legge che permetta a chi ha inquinato non di pagare (come dovrebbe fare in questo caso la Kuwait Petroleum) l’equivalente del profitto ottenuto durante lo smaltimento illecito di rifiuti, bensì la somma di denaro necessaria alla bonifica, alla riqualificazione urbana e alle cure mediche di cui necessitano gli abitanti di quel territorio."

I parlamentari campani del M5S annunciano un'interrogazione in commissione ambiente: “Napoli Est è una bomba pronta a scoppiare con il sottosuolo inquinato da metalli pesanti e falde acquifere compromesse: è da anni che conferenze di servizio e progettazione pubblica rilevano quest’emergenza senza che la politica sia mai intervenuta. Al netto degli slogan, chi ha amministrato la città per decenni è responsabile del disastro ambientale di Napoli est. E l’indagine della magistratura svela la punta di un iceberg: lo smaltimento illecito è solo una parte dell’inquinamento che investe una zona, centrale, abitata da decine di migliaia di persone. Cittadini che aspettano un monitoraggio sanitario immediato, improcrastinabile. Il M5S chiede al ministro dell’Ambiente che fine ha fatto la bonifica di Napoli est e pretende che sia avviata in tutta l’area uno screening sanitario della popolazione".

Questa mattina, invece, per le trade di Napoli ha sfilato il corteo #UnPopoloInCammino, contro le mafie e i soprusi. Una delle tante manifestazione che animeranno la Campania questo dicembre. Un chiaro segno di cambiamento contro le mafie e i disastri ambientali causati dalla scellerata e connivente gestione politica e amministrativa di tutta la regione. Il prossimo appuntamento sabato, 12 dicembre, con la notte della legalità nel centro storico di Napoli.

(Foto: Identità Insorgenti/Facebook)

Questo articolo è stato pubblicato qui

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