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 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > George Clooney a Venezia: per l’UAAR è lui il vincitore

George Clooney a Venezia: per l’UAAR è lui il vincitore

… sì, cari i miei atei agnostici razionalisti: scrivo a George Clooney. Mi sono montata la testa? Ma se c’è gente che scrive perfino a Dio! Dunque, caro George: mi dispiace tanto che la Mostra del Cinema di Venezia non ti abbia attribuito nessuno dei premi ufficiali. Non il Leone d’oro per il miglior film (eppure The Ides of March è un film bellissimo), né il Leone d’argento per la migliore regia (eppure la tua regia è a dir poco perfetta), niente coppe Volpi agli attori (eppure non solo la tua interpretazione, ma anche quelle di Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Evan Rachel Wood, Marisa Tomei sono magistrali – per non dire di Ryan Gosling, fantastico!) e niente Osella per la sceneggiatura (che è davvero eccellente). Niente di niente.

Credimi, ne sono amareggiata. La Mostra di Venezia ha il vizio di snobbare lo star system, cui senza dubbio tu appartieni. Ma non si dovrebbe dimenticare – nemmeno quando il gossip sui tuoi amori diventa assordante – che sei un regista impegnato. Lo hai dimostrato nel 2005 con Good night and good luck, film bello e coraggioso che mostrava le liste di proscrizione e i processi sommari nella “democraticissima” America ai tempi del maccartismo. E lo dimostri oggi con The Ides of March, film se possibile ancora più bello e ancora più coraggioso perché affronta di petto la contemporaneità, mostrando come sia fragile qui ed ora la democrazia: e in un paese che presume di averne così tanta da poterla “esportare”!

Una democrazia fragile perché viene macinata dalle macchine elettorali, vanificata da un ceto politico ricattabile, svuotata dalle pratiche dello scambio politico e dalle pressioni delle lobby. È un duro e giusto ammonimento quello che rivolgi ai tuoi concittadini americani, ma che vale per tutti i paesi occidentali e per tutti i pretesi progressisti che promettono la pace e poi fanno la guerra, promettono il benessere sociale e poi scaricano tutti i problemi sui ceti più deboli. E vale particolarmente per il nostro paese, dove le tante battaglie civili portate avanti dalla nostra associazione si scontrano con il consenso bipartisan tributato dal ceto politico alla Madre di tutte le lobby, ahimè insediata proprio nel nostro territorio: il Vaticano.

Per questo noi dell’UAAR ti abbiamo assegnato il “Premio Brian” 2011. Non è che un piccolo premio collaterale, certamente di ben poco significato in una carriera sfolgorante come la tua. Ma siamo davvero contenti di avertelo dato. Ne siamo fieri.

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