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 Home page > Tribuna Libera > Genova, di chi è la colpa?

Genova, di chi è la colpa?

Premetto che, a mio avviso, la Società Autostrade per l’Italia (ASPI) è colpevole anche se ha rispettato le norme di legge: gestiva un ponte (troppo ardito?) crollato perché usurato da tanti decenni d’uso più logoranti del previsto. Quindi deve pagare e deve rimediare... e penso voglia sinceramente farlo.

 

Dell’immane tragedia del maledetto ponte Morandi di Genova ne parleremo tutti, con tanto dolore e giusta rabbia, ma chi governa non deve tanto precipitarsi a parlarne per primo, per di più opportunisticamente e a vanvera, quanto piuttosto impegnarsi a rimuovere le cause che l’hanno determinato e a risolvere gli immani problemi che ne derivano a breve e medio termine; dimostrando così di saper fare oltre che condannare (il che compete invece alla magistratura che, in questo caso, ha già dimostrato quanto giustamente si accanirà aggiungendo come ipotesi di reato l’attentato alla sicurezza dei trasporti - 432 c.p.).

Chi governa non può far finta di non capire che, ahimè e una volta di più, le colpe sono plurime e i rimedi più impegnativi dei proclami roboanti (“dovranno passare sul mio corpo” e “questi non gestiranno più niente”- questi, cioè Atlantia che con Abertis è leader mondiale nella gestione di autostrade, aeroporti... ). Chi governa dovrebbe sapere che:

1. Le convenzioni autostradali, approvate per legge nel 2008, stabiliscono che “spetta al Ministero per le Infrastrutture (Mit) vigilare sul rispetto delle opere di manutenzione nonché monitorare la rispondenza dei lavori al progetto esecutivo” e che la “Direzione per la vigilanza sulle concessioni autostradali” del Ministero dei Trasporti effettua analoghe ispezioni in contraddittorio con le concessionarie (nel 2017 ne ha effettuate 1101 rilevando e facendo sanare 6156 casi di non conformità alle norme).

2. Le opere di manutenzione del Ponte Morandi si protraggono da anni in base a piani approvati dal Mit che ha avallato monitoraggi e lavori senza contestare inadempimenti.

3. L’eventuale revoca della concessione (per tutti i 3.000 km gestiti da ASPI?) è prevista all’art. 8 per gravi inadempimenti del gestore e impone comunque allo Stato di compensarlo con l’equivalente dei ricavi attesi sino al termine della concessione (2042) al netto di eventuali correttivi per colpe; si ipotizzano 18 miliardi (20 meno 2 per colpe) che dovrebbero ovviamente uscire dalle tasche dei contribuenti (p.e. aumentando “solo” del 10% il gettito IRPEF oggi a 170 miliardi)

4. Il cosiddetto “emendamento notturno” che ha esteso la durata della concessione di soli 4 anni (dal 2038 al 2042) era legato all’impegno a realizzare “LA GRONDA”.

5. Per contenere gli immani danni derivanti a Genova e al porto dal crollo del ponte (a suo tempo decantato come gloria dell’ingegneria italiana e paragonato a quello di Brooklyn i cui cavi/stralli sono però visibili e facilmente ispezionabili e non annegati nel cemento come a Genova) pare si possa rifare in otto mesi il ponte, ma in ferro ben sapendo che simili ponti in cemento comunque non durano più di alcuni decenni e si possa inoltre realizzare in pochi anni una soluzione radicale, moderna e duratura quale “LA GRONDA” (sino a ieri avversata e bloccata per anni dal M5S con il Grillo genovese in testa).

5. La famiglia Benetton detiene solo il 30% di Aspi (tramite Edizione e Atlantia); posto che il 70% è nelle mani di fondi d’investimento e di risparmiatori italiani ed esteri, cosa ha predisposto il Governo (grazie all’avvocato Conte) per fronteggiare il fatto che gli stessi contesteranno in ogni sede giudiziaria (locale, nazionale e europea) eventuali provvedimenti governativi di revoche non supportate da inadempimenti gravi accertati da sentenze passate in giudicato?

Ora non sta a noi né al Governo bensì alla Magistratura accertare colpe (tante?) e comminare condanne; sta ai giudici stabilire se è più colpevole:

1. il progettista e gli enti statali che hanno approvato il progetto di un’opera così delicata senza prevedere che si sarebbe logorata entro qualche decennio ed ha infatti richiesto continue manutenzioni esageratamente difficili e costose

2. i tecnici dell’Aspi e dei Ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti che, durante le numerose e previste ispezioni, non hanno saputo rilevare in tempo le criticità latenti.

3. il legislatore che ha varato una legge sulle concessioni autostradali giudicata, con il senno di poi, sbilanciata a favore dei gestori.

4. lo Stato che, pesantemente indebitato sin dagli anni ’80 e non avendo i soldi per finanziare infrastrutture peraltro indispensabili per il Paese, ne ha rifilato il compito ai concessionari, ricevendo persino soldi, assai utili, dalle privatizzazioni (a mio avviso benemerite oltre che inevitabili).

5. altri operatori in qualche modo collegati al ponte.

Compete invece al Governo decidere cosa fare subito e cosa programmare per il medio-lungo termine;  la qualità e ragionevolezza delle sue decisioni e la rapidità con la quale le attuerà indicheranno quanto sia capace di governare problemi difficili e complessi oltre che stigmatizzare errori e colpe di altri.

Commenti all'articolo

  • Di GeriSteve (---.---.---.128) 22 agosto 2018 21:13

    Q’A’ NISCIUNO E’ FESSO.

     

    Caro Vittorio, lo schema del buon funzionamento è chiaro:

     

    - lo stato decide di concedere la gestione di un suo bene; nel caso: le autostrade

    - lo stato fissa le regole della concessione

    - lo stato bandisce una gara fra chi ambisce a quella concessione

    - lo stato valuta le offerte e l’attendibilità dei concorrenti e in base a queste e ad uno schema prestabilito  aggiudica la concessione

    - lo stato (attraverso suoi organi) controlla scrupolosamente l’operato del concessionario, il rispetto delle regole, dei principi di sicurezza, di trasparenza dei conti....

     

    Credo che sia inutile continuare: niente di tutto ciò è avvenuto; lo stato non controlla proprio niente.  

     

    Quanto incassa autostrade? Nessuno lo sa: le cifre ufficiali degli incassi sono quelle dichiarate dai concessionari, ma nessuno controlla che quelle siano reali.

    I caselli rilasciano forse scontrini fiscali tracciabili? E se nessuno controlla, perchè credere che quelle cifre siano vere?

     

    Tu sostieni che lo stato italiano è colpevole, perchè non ha esercitato il suo ruolo di controllore.

     

    E’ certamente vero, ma che senso ha questo teatrino fra lo stato e il concessionario?

     

    Se lo stato italiano non ha eradicato la mafia è perchè la mafia è ben insediata nello stato.

    Se lo stato italiano non controlla i suoi concessionari è perchè i concessionari controllano le istituzioni statali.

     

    I titolari di concessioni balneari fanno abusi e straguadagnano sulla concessione di un bene pubblico; certo, spiagge, acque minerali ed autostrade sono cose diverse, ma il meccanismo è sempre lo stesso: per motivi inconfessabili ma comprensibilissimi si dà in gestione un bene pubblico ad un amico privato e lo si esenta da ogni controllo.

     

    Certo, lo stato è colpevole per inadempienza, ma chi non è fesso lo sa bene che quelle inadempienze sono il frutto della corruzione per cui politici e governanti non hanno agito e non agiscono nell’interesse dello stato ma dei concessionari, che perciò sono fuori da ogni controllo, anzi: protetti da chi li dovrebbe controllare.

     

    La corruzione implica che il corrotto sia colpevole, ma non assolve il corruttore, anzi: quando il corruttore è grande e potente lo capiscono anche i fessi da dove è partita la corruzione. Ma forse nessuno è così fesso da dubitarne davvero.

     

    GeriSteve

     

     

  • Di GeriSteve (---.---.---.128) 22 agosto 2018 21:28

    Q’A’ NISCIUNO E’ FESSO.

    Caro Vittorio, lo schema del buon funzionamento è chiaro:

     lo stato decide di concedere la gestione di un suo bene; nel caso: le autostrade
     lo stato fissa le regole della concessione
     lo stato bandisce una gara fra chi ambisce a quella concessione
     lo stato valuta le offerte e l’attendibilità dei concorrenti e in base a queste e ad uno schema prestabilito aggiudica la concessione
     lo stato (attraverso suoi organi) controlla scrupolosamente l’operato del concessionario, il rispetto delle regole, dei principi di sicurezza, di trasparenza dei conti....

    Credo che sia inutile continuare: niente di tutto ciò è avvenuto; lo stato non controlla proprio niente.

    Quanto incassa autostrade? Nessuno lo sa: le cifre ufficiali degli incassi sono quelle dichiarate dai concessionari, ma nessuno controlla che quelle siano reali. I caselli rilasciano forse scontrini fiscali tracciabili? E se nessuno controlla, perchè credere che quelle cifre siano vere?

    Tu sostieni che lo stato italiano è colpevole, perchè non ha esercitato il suo ruolo di controllore.

    E’ certamente vero, ma che senso ha questo teatrino fra lo stato e il concessionario?

    Se lo stato italiano non ha eradicato la mafia è perchè la mafia è ben insediata nello stato. Se lo stato italiano non controlla i suoi concessionari è perchè i concessionari controllano le istituzioni statali.

    I titolari di concessioni balneari fanno abusi e straguadagnano sulla concessione di un bene pubblico; certo, spiagge, acque minerali ed autostrade sono cose diverse, ma il meccanismo è sempre lo stesso: per motivi inconfessabili ma comprensibilissimi si dà in gestione un bene pubblico ad un amico privato e lo si esenta da ogni controllo.

    Certo, lo stato è colpevole per inadempienza, ma chi non è fesso lo sa bene che quelle inadempienze sono il frutto della corruzione per cui politici e governanti non hanno agito e non agiscono nell’interesse dello stato ma dei concessionari, che perciò sono fuori da ogni controllo, anzi: protetti da chi li dovrebbe controllare.

    La corruzione implica che il corrotto sia colpevole, ma non assolve il corruttore, anzi: quando il corruttore è grande e potente lo capiscono anche i fessi da dove è partita la corruzione. Ma forse nessuno è così fesso da dubitarne davvero.

    GeriSteve

  • Di vittorio (---.---.---.33) 23 agosto 2018 12:28

    La sua è una montagna di illazioni e affermazioni generiche prive di riscontri specifici oggettivi; la si potrebbe applicare a tutto e a niente, così come la vuota frase "ca nisciuno è fesso!". I problemi si risolvono con le soluzioni e non con gli sfogotti, seppur comprensibili

  • Di Diogene (---.---.---.228) 23 agosto 2018 15:48

    Chi la manda sig. Vittorio? Chi muove la sua penna? Quindi il risultato dei suoi (pseudo) ragionamenti è che la colpa di quello che è successo a Genova è dell’attuale governo in quanto non è stato all’attualità ancora in grado di trovare soluzioni per decenni di ruberie e malaffare? Ma ci faccia il piacere!

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