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Genere o Gender

Il modo in cui comprendiamo, sperimentiamo e viviamo la sessualità nella nostra epoca era impensabile fino ad alcuni decenni fa. Non perché nell’epoca trascorsa i tabù, che sono sempre esistiti attorno a questa realtà, impedissero di prenderne atto, ma soprattutto perché la definizione di sessualità si è espansa drammaticamente.

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fonte: Canva

Il processo di diventare sessualmente alfabetizzati collega gli individui a comunità più grandi e, in definitiva, alla società stessa. Per i giovani di oggi, le informazioni sono a pochi clic di distanza anche se a volte l'informazione è di parte, imprecisa o satura di politica.
Ci sono molte differenze nell'educazione, nei modelli culturali e nei valori che circondano la sessualità.
Il fatto che rigurgiti nazionalisti, per i quali il concetto di nazione non è altro che il suo pervertimento in base al quale si soffia sul fuoco della “paura dell’Altro” o, ancora peggio, la rappresentazione “dell’altro come inferiore” richiede un nuovo tipo di pedagogia che insegni alle persone come navigare nella sessualità online e fare uso di un vasto nuovo mondo di strumenti informativi e dati, ordinando anche i fatti dalla fantasia.

Ad esempio, piuttosto che un'idea generalizzata del "gay globale", come poteva essere fino a qualche anno fa, ciò che troviamo oggi è una serie di espressioni storicamente e culturalmente specifiche di genere e sessualità, le quali, in questo caleidoscopio, vengono riflesse ed esplorate in una gamma sempre crescente da parte di blog e social-media.
Le identità dominanti di gruppo si formano attraverso il contrasto tra i membri di una particolare categoria di identità, e tutti gli altri.

Ha senso classificare persone come donne, solo in virtù della distinzione tra donne e uomini. Allo stesso modo ha senso classificare persone come lesbiche o gay solo in virtù della distinzione tra omosessualità ed eterosessualità. Il gruppo dominante è definito, perlopiù, da chi esclude. E l'identificazione di qualcuno o qualcosa, come diverso da sé stessi, è spesso indicata come “alterità”.

Nel classico femminista del 1949, “The Second Sex”, Simone de Beauvoir suggerì che, praticamente, qualsiasi gruppo di persone - indipendentemente dal motivo che vincola i suoi vari membri - alla fine arriverà a considerare tutti gli altri come estranei.

Scrive a pagina 26 del libro:

“Nessun gruppo si definisce mai come Uno senza impostare immediatamente l'Altro opposto a sé stesso.
Ci vogliono solo tre viaggiatori riuniti per caso nello stesso compartimento del treno perché il resto dei viaggiatori diventino "altri" vagamente ostili. Le persone del villaggio vedono chiunque non appartenga al villaggio come "altri" sospetti.

Per i nativi di un paese gli abitanti di altri paesi sono visti come "stranieri"; gli ebrei sono gli "altri" per gli antisemiti, i neri per gli americani razzisti, gli indigeni per i coloni, i proletari sono la classe diversa dai privilegiati”.

Dopo aver studiato in profondità le diverse forme della società primitiva, Lévi-Strauss ha potuto concludere: "Il passaggio dallo stato della natura allo stato della cultura è definito dalla capacità dell'uomo di pensare alle relazioni biologiche come sistemi di opposizioni; dualità, alternanza, opposizione e simmetria, sia che si verifichino in forma definita o meno chiara, non sono tanto fenomeni da spiegare, quanto dati fondamentali e immediati della realtà sociale”.

Non mancano gli esempi di questo fenomeno. Ad esempio, le persone della stessa città natale spesso condividono un legame affine in virtù della loro esperienza comune, e un legame simile può essere trovato anche tra coloro che apprezzano la stessa arte, la stessa musica, lo stesso hobby, oppure lo stesso sport fino ad arrivare, in quest’ultimo esempio, a gradi di fanatismo… addirittura di razzismo come nelle tifoserie del calcio.

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i bambini rispondono al diverso trattamento, sentendosi diversi e comportandosi in modo diverso.
fonte: Canva

Non dovrebbe sorprendere, quindi, che la distinzione tra ragazzi e ragazze nella prima infanzia a volte porti, nei bambini più grandi o anche negli adulti, a un senso di solidarietà tra coloro che si identificano come uomini "veri" o donne "vere" - e un tentativo di coinvolgere anche quelli che non lo fanno.

Anche se De Beauvoir sembrava critica nei confronti di questa tendenza, specialmente quando si manifesta sotto forma di sessismo, un “colto” atteggiamento per quello che potrebbe essere descritto come “l'inevitabilità dell'alterità” non invita all'ottimismo, anche quando (spesso ipocritamente) si cerca di evitare le disuguaglianze che spesso derivano dalla distinzione tra insider e outsider; ossia tra "noi" e "loro".

De Beauvoir non era la sola a suggerire che la tendenza a fare tali distinzioni è una caratteristica della condizione umana, e molti, in particolare coloro che sono riluttanti a interrompere le gerarchie esistenti, usano questo punto per difendere la loro resistenza al cambiamento sociale.

Consideriamo, ad esempio, coloro che si oppongono ai programmi di interventi positivi verso le disuguaglianze, supponendo che favoriscano i gruppi minoritari rispetto al gruppo dominante.
L’ipocrisia di queste persone viene malamente coperta da un velo di “saggezza filosofica” come espressione di un sapere pratico, noto nell’antica filosofia classica.

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Costruzione sociale della sessualità
fonte: Canva

Consideriamo l’atteggiamento, oggi tanto di moda, in riaffioranti rigurgiti nazionalisti, verso le popolazioni del mondo più sfortunate, i migranti (tanto per essere esplicito); un atteggiamento camuffato dal cosiddetto patriottismo.
In agguato, sotto questi presupposti, c'è l'idea che le distinzioni stabilite, come quelle basate sul sesso e sulla razza, siano divisioni durature, che sopporterebbero anche grandi cambiamenti nella struttura del potere esistente.

Ma non è questo l’argomento che intendo trattare, almeno per ora; torniamo al tema principale.

Negli anni '70, alcune studiose femministe iniziarono a usare il termine "genere", un termine preso in prestito dalla linguistica, per distinguere le differenze socialmente apprese tra donne e uomini dalle differenze biologicamente innate.

Per esempio, sembra che gli stili di abbigliamento e le abitudini di toelettatura siano “sociali”, mentre le strutture genitali sono “biologiche"
Tuttavia, non c'è un chiaro e uniforme accordo, tra le persone, su alcune caratteristiche associate alla distinzione tra donne e uomini.
Se ci sia, per esempio, una base biologica per la caratterizzazione degli uomini come più aggressivi delle donne e delle donne come più nutrienti degli uomini, questa opinione è aperta al dibattito.

Il semplice riconoscimento che esiste una distinzione tra sesso e genere (e vi ricordo che mentre, si ritiene che il sesso sia biologicamente innato, si ritiene invece che il genere sia socialmente acquisito), questa distinzione non rivela quali differenze siano differenze di sesso e quali siano differenze di genere.

In altre parole, la distinzione tra sesso e genere non determina, essa stessa, quale delle caratteristiche comunemente associate alle donne appartengano effettivamente al sesso femminile e quali appartengono invece al genere femminile e, ovviamente, non determina quale delle caratteristiche comunemente associate agli uomini appartengono al sesso maschile invece che al genere maschile.

Una potenziale fonte di confusione, per quanto riguarda il concetto di genere, è il fatto che oltre a riferirsi alle differenze socialmente apprese tra donne e uomini, il concetto è usato anche in altri modi.
In un uso strettamente correlato il genere, ad esempio, si riferisce alla mente, mentre il sesso non può che riferirsi al corpo.

Usato in questo modo, il genere si riferisce alle esperienze mentali private, come l'esperienza di sentirsi "come una donna" o sentirsi "come un uomo", che può verificarsi indipendentemente dal sesso biologico.

Ma, tanto per rimanere all’interno della confusione, il termine “genere” è usato praticamente in modo intercambiabile con il termine “sesso”, in riferimento a una qualsiasi delle caratteristiche con cui le donne e gli uomini possono essere differenziati.

Un'altra fonte di confusione in relazione alla distinzione tra sesso e genere deriva dal riconoscimento che le caratteristiche fisiche, sia di intere popolazioni che di particolari membri (ad esempio l’omosessualità rituale Naven praticato dagli Iatmul in Nuova Guinea; interessante è il libro dell’antropologo Gilbert H. Herdt “Rituals of Manhood”) hanno tutte storie sociali uniche.
Il confine tra ciò che è sociale e ciò che è biologico non è così nitido!

Così la distinzione tra sesso e genere fornisce un quadro concettuale per riconoscere l'esistenza di alcune differenze tra donne e uomini, senza presumere che tutte le differenze siano biologiche.

Per l'individuo, la costruzione del genere inizia con l'assegnazione a una categoria di sesso in base a come sono i genitali alla nascita. Poi, i bambini sono vestiti in un modo che mostrino la categoria, perché i genitori non vogliono che venga loro chiesto, costantemente, se il loro bambino è una ragazza o un ragazzo. Di conseguenza, una categoria di sesso diventa uno status di genere attraverso la denominazione, l'abbigliamento e l'uso di altri marcatori di genere.

Una volta che il genere di un bambino è evidente, le persone trattano quelli di un genere in modo diverso da quelli dell'altro, e i bambini rispondono al diverso trattamento, sentendosi diversi e comportandosi in modo diverso.
Non appena sono in grado di parlare, iniziano a riferirsi a sé stessi come membri del loro genere.
Il sesso non entra in gioco fino alla pubertà, ma a quel punto, i sentimenti e i desideri e le pratiche sessuali sono stati modellati da norme e aspettative di genere.

Seguendo questo ragionamento, ci si riferisce al genere come ad un’azione o un processo, piuttosto che uno status, o una condizione statica.

Capito in questo modo, il genere non è tanto chi sono le persone, ma quello che fanno. Alla luce di queste poche riflessioni, a questo punto, potrebbe risultare meno assurdo sentir parlare di “Costruzione sociale della Sessualità”.

Aggiungo alcuni concetti che potrebbero risultare utili per collegare l’argomento ad alcune logiche deduzioni che ciascuno potrebbe fare, ovviamente finalizzati a questo tema:

ESSENZIALISMO

L'essenzialismo è la convinzione che l'omosessualità e altre categorie di identità riflettano caratteristiche innate che compongono la natura fondamentale dei membri di quelle categorie.

Poiché il resoconto essenzialista considera l'omosessualità come una caratteristica duratura della condizione umana, piuttosto che il prodotto delle contingenze sociali, coloro che accettano l'essenzialismo spesso presumono che l'omosessualità sia storicamente e culturalmente universale.

L'essenzialismo può essere ed è stato applicato anche ad altre categorie di identità, come quelle legate ai concetti di genere e di razza. In un senso più astratto, l'essenzialismo risale almeno al filosofo greco antico Platone, che sosteneva che tutti i termini o le categorie generali riflettono archetipi universali, eterni, puri, divini.
Platone si riferiva a questi archetipi come Forme o Idee, a seconda della traduzione. Questa versione dell'essenzialismo è di solito in contrasto con il nominalismo, secondo il quale l'unica cosa che unisce i membri disparati di qualsiasi categoria è il contingente fatto sociale a cui viene dato lo stesso nome. In risposta a Platone, per esempio, l'antico filosofo greco Aristotele sosteneva che la realtà è composta da individui, piuttosto che da universali, o tipi.

BINARIO

Binario si riferisce a un dualismo o divisione dualistica, di solito al servizio di una qualche forma di essenzialismo.

COSTRUZIONISMO SOCIALE

Alcuni teorici, che resistono all'ipotesi popolare che gli interessi delle donne lesbiche e degli uomini gay siano meglio serviti da una prospettiva essenzialista sull'omosessualità, suggeriscono invece che le categorie associate al piacere e al desiderio sessuale sono sviluppi storici e culturali.

Questa tesi si applica all'identità eterosessuale e alle categorie alternative di identità sessuale, come omosessuale, lesbica, gay e bisessuale. Ciò non significa che atti sessuali specifici siano unici nei contesti sociali in cui si verificano.

Una vasta gamma di interazioni fisiche e manipolazioni corporee legate al desiderio sessuale o favorevoli al piacere sessuale si verificano attraverso confini culturali e storici.
La relazione di queste interazioni e manipolazioni con concetti socialmente radicati di sessualità e categorie di identità sessuale, tuttavia, è tutt'altro che universale.

Il costruzionismo sociale, come l'essenzialismo, può essere ed è stato applicato anche ad altre categorie di identità, come quelle legate ai concetti di genere e razza.
In un senso più generale, il costruzionismo sociale è la convinzione che la realtà, come conosciuta dagli uomini, sia un prodotto dell'invenzione umana.

 

INTERSESSUALE

L'intersessuale si riferisce a persone che sono nate con caratteristiche biologiche che non le differenziano come chiaramente biologicamente femminili, né come chiaramente biologicamente maschili.

In molti casi, le persone intersessuali sono soggette a un intervento medico poco dopo la nascita per facilitare una corrispondenza più stretta tra la loro presentazione fisica e un'identità di genere riconoscibile femminile o maschile.

ERMAFRODITA

Storicamente, il termine ermafrodita era usato per riferirsi a certe forme di ciò che ora è più comunemente identificato come intersessuale. Il termine ermafrodita è potenzialmente fuorviante se usato per riferirsi genericamente a tutti i corpi intersessuali.
Implica la presenza di genitali sia maschili che femminili, ma non tutti i corpi intersessuali corrispondono a questa caratterizzazione.

Anche se alcune persone preferiscono essere identificate come ermafroditi, più persone preferiscono la designazione di intersessuali. Inoltre, alcuni considerano il termine ermafrodita obsoleto, insensibile e persino offensivo.

TRANSGENDER

Transgender si riferisce a persone che sono nate come femmine biologiche ma si identificano internamente, e spesso socialmente, come uomini, così come persone che sono nate come maschi biologici ma si identificano internamente, e spesso socialmente, come donne.

Alcuni, ma certamente non tutti, uomini e donne transgender cercano un intervento medico per facilitare una corrispondenza più stretta tra la loro presentazione fisica e l'identità che sperimentano internamente.

 

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