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Generazione delusa

Una generazione di trentenni delusi da una sinistra opaca, che ironizzano su stage ingannevoli e proposte lavorative ingannevoli, ma con una differente destra che promette un futuro di libertà.

In un'Italia delle ultime generazioni deluse dalla politica e dal mondo del lavoro, dei giovani si stanno equipaggiando di strumenti per evitare di cadere in rapporti di lavoro truffaldino ed ecco due siti web (www.repubblicadeglistagisti.it/ - www.giovanidispostiatutto.com), per porre all’attenzione dei politici distratti il problema del lavoro giovanile e numerosi modi per sfruttarne le capacità.
 
Un risultato è arrivato con la campagna “NON+”, promossa dalla Cgil in preparazione della manifestazione nazionale del 27 novembre, dedicata ai temi del lavoro e dei giovani, con l’attacchinaggio di manifesti provocatori sul reperimento di manodopera qualificata a buon mercato, riportando annunci come “Gruppo Finanziario CERCA laureata con MBA, disponibile a fare il caffè al Capo. E la spesa al sabato anticipando i soldi” oppure “Azienda leader nel largo consumo CERCA neolaureata bella presenza disposta a farsi consumare”.
 
Le prime denuncie sulle strategie delle diverse e poco oneste società nel procurasi lavoro sottopagato appaiono sul sito Repubblica dello stagista, ideato da Eleonora Voltolina, laureata in Scienze della Comunicazione e giornalista freelance di 29 anni, che ha scritto La Repubblica degli stagisti (Edizione Laterza, 2010), per aiutare ad orientarsi nella giungla degli stage per evitare di farsi sfruttare.
 
L’iniziativa ha avuto successo, grazie alla possibilità di confronto offerto dall’omonimo blog e offrendo anche delle occasioni e dei consigli dove chiedere.
 
Di recente dei Giovani Disposti a Tutto hanno affidato al web l’ironia delle Proposte Indecenti e dell’intenzione di Non Siamo Più Disposti a Tutto, diventando l’occasione per il sindacato di scoprire, se mai ci fosse bisogno, il futuro incerto che attende le nuove generazioni.
 
Una labile speranza è data dalla politica con il discorso-manifesto di Fini in Umbria. Un esposizione d’intenti che da anni molte persone attendevano da un leader della sinistra e invece è giunto da un politico di destra, con grinta e “schiena diritta”, come raccomandava ai giornalisti l’ex Presidente della Repubblica Ciampi, ma è un monito valido per tutti, anche per i politici del Pd, un po’ opachi ed ultimamente impegnati in equilibrismi atti a mediare tra le differenti anime del partito e quando si vuol far contenti tutti alla fine si scontenta tutti, come dimostra le primarie di Milano, dove un esterno al Pd ha prevalso sui candidati di partito. Ma era facile prevalere sulla sconfitta dell’archistar come Stefano Boeri, fratello dell’economista Tito, impegnato a soddisfare i desideri dei committenti nel costruire e ancora costruire, senza potersi impegnare nel sociale, un dovere che l’avvocato Giuliano Pisapia ha in curriculum. Il Pd dovrebbe concludere l’epoca delle nomination di industriali, banchieri, architetti etc. momentaneamente in auge e rivolgere l’attenzione ai contenuti di un programma fattibile e non ad un involucro glamour.
 
Fini e Bersani, nella trasmissione di Fazio "Vieni via con me", non si fanno male e i loro elenchi di cose di Destra e di Sinistra sono graniticamente le stesse, è il tono oratorio che li differenzia. Un distinguo da non sottovalutare, un fortunato ostacolo ad una più imbarazzante che bizzarra alleanza, auspicata da alcuni, esorcizzata da altri.

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