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Gelmini, i precari e la generazione spontanea

In una epoca nella quale dal Nuovo Mondo tornano in auge le teorie creazionistiche, incarnate nella idea del “disegno intelligente”, il nostro Ministro più à la page, più attento alla modernità – insegnanti di inglese? Superflui: tutti gli insegnanti sapranno l’inglese -, ma anche alla tradizione – più “grembiulino” (e compasso?) per tutti -; il Ministro dal sorriso ineffabile; il Ministro “Speedy Mother”: Emma ha appena visto la luce e la mamma e già di nuovo sulle sudate carte… ebbene questo Monstrum di efficienza, efficacia, affidabilità, perché non annetterla honoris causa tra i “Futuristi”, appunto Maria Stella Gelmini nel gruppo di Futuro e Libertà per l’Italia?

Perché no? Ripeto. In questo nostro “mondo alla rovescia” che è l’Italia Felix dell’Era Berlusconis; un’Italia che il suo Leader - dalla profonda Russia come vox clamans in deserto - esalta al grido “Forza Italia” ma anche “Forza Milan”; in quest’Italia dei miracoli che se non fosse per l’invasività delle toghe rosse sarebbe il migliore dei mondi possibile, nel quale ad ogni aspirante piccolo Leader (Fini) una aziendina non la nega nessuno… come non considerare “Futurista” un Ministro che teorizzi la “Generazione spontanea dei Precari”?

Ho detto, si badi, in questa Italia dei Miracoli (che è un mondo alla rovescia): solo qui, il più fulgido tra i Ministri la “flamboyante” Marie Etoile Gelmini, come una “sweet Alice in Wonderland”, aureolato il volto, appare in video e in un momento ispirato spazza via dalla storia: Francesco Redi, Lazzaro Spallanzani e finanche Louis Pasteur e riporta in voga – ma solo per i precari della scuola, attenzione – la teoria post Scolastica della “generazione spontanea degli esseri inferiori”.

Di che si tratta? Fino alla metà del 1600, dal più antico cristianesimo, si credeva che Dio avesse creato gli uomini e gli animali superiori, mentre insetti, larve, vermi - esseri infimi – sorgessero, per generazione spontanea, dalle cose in decomposizione. Quasi mossi da un proprio intrinseco “élan vital”: vermi, larve, mosche e, addirittura topi, si pensava si originassero come causa di se stessi.

L’Accademico toscano Francesco Redi, e poi il Gesuita Lazzaro Spallanzani, con un noto esperimento (ma non così noto se il Ministro lo ignora), ponendo carne avariata sia in ambienti aperti che in ambienti chiusi, videro che in quelli aperti nascevano larve e mosche, e, da quelli chiusi, nulla. Nel 1800 Pasteur ripeté l’esperimento ad uso degli scettici dimostrando che neppure la vita batterica potesse scaturire spontaneamente. Concluse Pasteur dichiarando: “Mai la teoria della generazione spontanea potrà risollevarsi dal colpo mortale inflittole da questo semplice esperimento”. Evidentemente si sbagliava.

Ma perché i precari contravverrebbero alla evidenza scientifica, per una intellettuale di chiara fama come il Ministro Gelmini?

Per Maria Stella, i precari della scuola “una pesante eredità del passato Governo”, non derivano dal blocco dei concorsi degli insegnanti; la qual cosa, a pari numero di alunni e di offerta formativa, per via dei pensionamenti, dà luogo ad un diverso canale di ricarico dei docenti: il precariato.

Ma per il Ministro più acuto che c’è, certo che no! I precari? Un problema, non una risorsa! Anche se i precari, assunti a ottobre (quando va bene) e licenziati a giugno costano meno dei titolari, non hanno scatti di anzianità (gli Insegnanti di Religione Cattolica fanno eccezione, figli come sono di un Dio maggiore), i precari sono più flessibili e robusti, infatti si ammalano di meno dei docenti di ruolo… Noi gente da poco si pensava che queste fossero state le cause della loro proliferazione.

Però la lungimirante Wonder Woman che leggiadra regge le sorti di “viale Trastevere”, cambia le regole del gioco “et d’amblé” rende i precari esuberanti. Questa la magica ricetta: “Si taglino le ore di lezione, si concentrino gli alunni, si elida l’assistenza dai laboratori, si invochino Grazie da la Santa Ignoranza e così, ristrutturati gli organici, il problema “precari” è risolto.

Poi un doppio salto mortale: logico e cronologico, e la luminosa Stella del Mattino con supponenza pontifica: con questa riforma i precari – che pur esistono – non vi sarebbero stati.

Eppur vi sono! Ma allora: da dove vengono i precari? Domanda retorica e tendenziosa. La risposta invece è di un’ovvietà disarmante.

I precari, come larve, vermi, mosche e sorci non possono che derivare dalla “generazione spontanea”!

E così il cerchio è chiuso. Amabile la vezzosa Stellina affida costoro, in numero di circa 78.000 all’anno – tanti licenziati quanti gli operai di 3 Fiat Mirafiori -… alle brame del destino? Direte voi.

Ma no, che diamine! Siamo o non siamo “il Governo del fare”? Intervenire si può, intervenire si deve. I precari verranno affidati alla “de-precarizzazione”.

E così come il Derattizzatore con i topi, con la consueta perizia il Governo votato dagli italiani procederà per il problema dei precari alla soluzione finale.

Mi domando: nel caso si useranno folate di “Zyklon B”?

Prof (precario) Gabriele Bariletti – Circolo “Generazione Italia” di Terni

 

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