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Gaza: tre ore di tregua al giorno. D’Alema: sproporzionata reazione israeliana

Che la diplomazia internazionale abbia cominciato a fare il suo corso?
 
Oggi Israele ha annunciato che cesserà, a partire da domani, per tre ore al giorno dalle 13 alle 16 ora locale, i bombardamenti a Gaza.
 
Dopo dodici giorni di offensiva israeliana contro Hamas, quindi, e centinaia di morti, la maggior parte palestinesi, la pressione della comunità internazionale comincia a sortire i primi effetti. Il gabinetto del Primo Ministro israeliano Olmert ha anche annunciato, in seguito al bombardamento di ieri che ha colpito una scuola dell’ONU a Jabalya e che ha provocato 40 morti, tra cui donne e bambini, che aprirà un corridoio umanitario “al fine di prevenire una crisi umanitaria nella Striscia di gaza”. Anche il corridoio che servirà “gli aiuti alimentari e medicine” ha detto il portavoce del Primo Ministro Mark Regev, sarà aperto da domani.

 
 
Ci voleva un’altra tragedia per arrivare a un’apertura diplomatica. “Questa strage – afferma il ministro israeliano per la assistenza sociale Yitzhak Herzog – avrà l’effetto di accelerare il processo diplomatico” per la sospensione delle ostilità fra Israele e Hamas.
 
Gli sforzi per un cessate il fuoco si sono intensificati, anche dopo l’incontro tra il premier francese Sarkozy e l’omonimo egiziano Mubarak (l’ambasciatore di Israele alle Nazioni Unite, Gabriela Shalev, ha affermato che lo Stato ebraico «prende molto seriamente» la proposta egiziana per un cessate il fuoco a Gaza), mentre l’inconsistente segretario generale dell’Onu (dov’era finito?), ha annunciato che si recherà la settimana prossima in Israele e nelle varie capitali arabe: una calma quella del koreano che non sorprende tantissimo. Quella di Ban ki Moon sembra sempre più una presidenza morbida, ben diversa da quella precedente di Kofi Annan.
 
Nel frattempo dall’Italia arrivano le dichiarazioni di D’Alema che, in una lettera al quotidiano La Repubblica dice “Non posso che rilevare con amarezza che può accadere di essere additati come estremisti solo per aver ripetuto le parole di critica del presidente Sarkozy o del segretario generale dell’Onu per la violenza sproporzionata della reazione israeliana. Cosa che appare tra l’altro evidente al buon senso di qualsiasi persona alle immagini di distruzione ed alla tragica contabilità dei morti.”. L’ex Ministro degli esteri critica la visione troppo ideologica dei fatti medioorientali e sottolinea come sia ovvio “che cessi il lancio di razzi contro Israele”.
 
 

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